CONTINUARE E PERSEVERARE SEMPRE SENZA ABBATTERSI: INTERVISTA A ROSSELLA CAMPISI, DIGITAL MANAGER, LUSH
Come faccio a scegliere la strada giusta? Qual è l’atteggiamento corretto che dobbiamo assumere per fare la scelta giusta?
Scegliere la strada corretta da intraprendere per la propria realizzazione personale e professionale non è semplice, al giorno d’oggi si hanno tantissime possibilità e strade che si possono prendere che appare terribilmente difficile capire quale sia quella più adatta a noi.
Non temete, Rossella Campisi, Digital Manager di Lush, durante la nostra intervista ha condiviso con la nostra community, la sua esperienza personale, ci ha spiegato quanto è importante avere un mentore e come è possibile superare i momenti di difficoltà.
Buona lettura.
All’età di 18 anni avevi già deciso di fare Digital?
In realtà non avevo ancora deciso, bensì mi sono iscritta a relazioni pubbliche e pubblicità perché sapevo soltanto che volevo lavorare in questo campo e mi sono buttata sulla parte di comunicazione.
Piano piano, a poco a poco vista la passione per la tecnologia e l’online che ho sempre avuto mi sono interessata a questo campo e ho detto quasi quasi cambio idea.
Diciamo che è stato un percorso un po’ particolare, che credo riguardi un po’ tutti noi, quello di cambiare idea strada facendo.
Ho scelto di lavorare sempre nell’area della comunicazione e del marketing, oggi in maniera più completa, guardo a 360° praticamente il mondo dell’online arrivando dalla parte più economica fino ad arrivare alla parte di comunicazione.
Quanto è stato importante per te avere un mentore o qualcuno che ti ispirasse nelle scelte, nei momenti di difficoltà durante il percorso?
Il percorso che ho fatto si divide sempre in due parti da un lato ho sempre avuto la mia famiglia, i miei genitori, i miei fratelli che mi hanno sempre spronato e supportato, supportato soprattutto durante gli studi, spronandomi anche certe volte direttamente dicendo che non potevo dormire sugli allori e questo mi ha sempre aiutata ad essere reattiva e proattiva e a rispondere a tutte le opportunità che si sono presentate, positive o meno positive, durante il mio percorso sia di studi sia professionale.
Mi ha aiutata a guardare sempre al di là del proprio naso, non fermarsi esclusivamente a quello che succede in questo momento, ma pensare sempre al futuro, quindi la mia famiglia in primis, senza di loro non ce l’avrei fatta.
E poi la mia seconda famiglia è qui a Milano, mi sono spostata dalla Sicilia e sono venuta a vivere qui.
Sono stata anche per qualche anno all’estero e ho creato tante micro famiglie fatte da una o anche due persone le quali anche loro mi sono state accanto tra Milano e Parigi e tra Milano e Londra, anche loro sono stati e sono tutt’ora dei mentori.
Sono quelle persone che ti aiutano a far ragionare e spero anch’io di fare con loro lo stesso e di poter dare lo stesso beneficio che loro danno a me.
Mentre dentro Lush ho trovato dei colleghi internazionali che sono stati in grado invece di darmi una marcia in più proprio dal punto di vista lavorativo, quindi andare a capire come approcciare a determinate situazioni e come comportarsi, guardandola sempre come un’opportunità e mai come una minaccia.
Grazie ad alcuni miei colleghi dentro Lush, ho trovato, spesso e volentieri dei momenti di conforto e dei momenti di forza, fatto sta che poi hanno chiesto a me di essere mentore per altri miei colleghi, quindi devo dire che sono riuscita ad avere degli ottimi compagni di viaggio che ancora ho tutt’ora.
Quanto è importante per te questa attitudine di Resilienzae quali sono dei suggerimenti o dei consigli, che puoi dare a noi giovani sul miglioramento di questo aspetto soprattutto nei momenti di difficoltà?
Essere Resilienti è una dote innata, su cui bisogna lavorare, vi permette di continuare ad affrontare qualsiasi genere di difficoltà che si presenta sia dal punto di vista personale che professionale, è il continuare sempre ad avere un approccio positivo e reattivo, la capacità di imparare piano piano a saper affrontare quello che succede sia in positivo che in negativo.
È importantissimo, fa parte di questa capacità di creare piano piano in sè la capacità di essere più resilienti, di poter avere un approccio diverso alle persone, alle cose, alla vita.
Una cosa molto importante è mai lasciarsi andare, festeggiare quando c’è da festeggiare e continuare a lavorare sodo, non fatevi mai dire di no senza nessun motivo.
Se avete un’idea, un concetto, un progetto, un’opinione, arrivate sempre preparati e sappiate affrontare l’interlocutore in maniera molto corretta, facendo capire la vostra posizione, con i dati alla mano, con i presupposti per poterne parlare, allora questo vi permetterà piano piano di comprendere, andare avanti, di essere resilienti e di superare qualsiasi genere di difficoltà, quindi è questo l’importante essere sempre preparati e sapere quello che si fa.
Non è semplice perché ovviamente parte da diverse fasi e ovviamente anche l’età conta, perché magari a vent’anni si è più esuberanti ed io continuo ad esserlo ancora adesso, però riesci a mitigare piano piano determinate cose ed ad avere più una visione a 360° e questo lo si può imparare entrando in contatto con il mondo, entrando in contatto veramente con tantissime persone e se avrete l’opportunità di entrare in contatto con persone che arrivano da tutto il mondo, ti permettono di comprendere anche la loro cultura, il loro modo di pensare, il loro modo di reagire a determinate cose, questo sicuramente sarà un plus che non dovrete mai rifiutare perché è una grande scuola.
Puoi lanciare un messaggio alla nostra community Valory come consiglio ai giovani che si stanno avvicinando al mondo del lavoro?
Certo! Non abbiate paura se ancora in questo momento non avete le idee chiare, pian piano troverete la vostra strada e se siete convinti e avete le idee chiare andate avanti, vi raccomando non fatevi buttare mai a terra da nessuno, siate sempre preparati, questo vi permetterà di affrontare qualsiasi cosa e di avere ovviamente un approccio più reattivo e più propositivo nei confronti del mondo del lavoro o nei confronti di quello che può capitare nella propria vita personale, quindi non pensate che state facendo la scelta sbagliata, quel momento è il momento per cui quella scelta vi aiuterà a non sbagliare di nuovo, qualsiasi errore che fate non è mai tempo perso ed è certamente un’opportunità per migliorare e quindi non abbattetevi anzi andate avanti.
Non credete a tutto quello che c’è online e che tutti i successi, di tutti gli influencer e di tutte le altre persone nasca con facilità o con semplicità, è frutto di un grandissimo lavoro, quindi non abbattetevi, non pensate che quella cosa non sia possibile raggiungerla anzi mettetevi di buona lena, non ascoltate e andate avanti come dei treni ecco. Continuare e perseverare sempre senza abbattersi!
Vi aspettiamo suValory Appdove potrete ascoltare l’intervista completa.
“Ridare quello che si prende: questa è la vera sostenibilità”
“L’ambiente è quel qualcosa che ci include tutti: volenti o nolenti!”: questa è la frase che mi è rimasta impressa dalla video intervista con il dott. Stefano Bassi.
Environmental community organizer di Patagonia, si occupa delle comunità di attivisti presenti nel territorio. L’azienda Patagonia, per cui lavora, è un chiaro esempio di partecipazione attiva dentro un ecosistema: il loro messaggio aziendale è esplicito: “We’re in mission to save our planet”; ma quello che mi ha sorpreso ancora di più è la capacità di concretizzare e di rendere tanto esplicito anche il loro pensiero nella realtà: avendo cura non soltanto dell’ambiente, ma anche delle persone che operano, o meglio cooperano in questo grande sistema, che il nostro pianeta.
Dopo esser venuto a conoscenza di questo incredibile operato, mi sono posto una domanda: “Come è possibile anche per noi cittadini partecipare in modo attivo e fruttuoso in un (eco)sistema di cui ne facciamo parte?”-e anche-“Come si può aumentare la consapevolezza, e di conseguenza la nostra attenzione riguardo il pianeta Terra?”.
Questi sono soltanto alcuni dei punti trattati in questa intervista:ricca di preziose testimonianze e consigli e, se anche voi siete curiosi di sapere le risposte a questi quesiti, non vi lascio che all’intervista.
Buona lettura!
Può raccontarsi alla nostra community Valory approfondendo il suo background e il suo ruolo attuale nell’azienda Patagonia?
Dopo gli studi in Scienze ambientali e una decennale esperienza lavorativa in montagna, sono approdato nel 2007 a Patagonia, nel negozio di Milano, e mi è sembrato da subito naturale occuparmi degli aspetti ambientali. Oggi parte del mio lavoro consiste nel consolidare e nutrire le comunità di attivisti e altri attori che a vario titolo partecipano allo scenario ambientalista, attorno ai negozi italiani.
Vedendo le sue esperienze lavorative si può notare il suo forte legame con la natura e l’attenzione verso le tematiche ambientali. C’è stato un momento particolare nella sua vita nel quale è scaturito in Lei questa profonda connessione con la natura? Non riesco a trovare un punto di svolta, direi che è stata una specie di presa di coscienza graduale. Credo che l’aver passato molto tempo in montagna da piccolo e fino alla tarda adolescenza, soprattutto d’estate e in un luogo poco frequentato che mi concedeva libertà di esplorazione abbia molto influito nelle scelte che ho preso in seguito.
Nella video intervista il dott. Bassi ci parla di come quei momenti a contatto con la natura siano stati importanti per la sua persona, proprio perché in quelle escursioni stava alimentando, non del tutto consapevolmente, la sua passione.
Da questo aneddoto ho compreso anche un messaggio implicito che vorrei condividere: comprendere il perché ci piacciono le cose e anche come migliorare tali abilità è un passaggio imprescindibile per poter realizzarci pienamente. Credo inoltre, che migliorare un talento che abbiamo, e poi donarlo per aiutare gli altri sia un obiettivo da raggiungere per ognuno di noi.
Lei lavora nell’azienda Patagonia, impresa green che si occupa del settore tessile: settore come ha detto Lei con una grande impronta ecologica, come pensa quindi che questo atteggiamento imprenditoriale virtuoso possa essere riprodotto in larga scala?
Uno dei motivi per cui facciamo quel che facciamo è dimostrare che è possibile fare business in modo florido e allo stesso modo responsabile. Le buone pratiche sono sempre replicabili, occorre solo la volontà di farlo.
Patagonia si impegna in campagne a stretto contatto con le associazioni anche più piccole.
Una delle più significative per il dott. Bassi, è stata la campagna “Blue Heart”per la salvaguardia dei fiumi nei Balcani dalle possibili costruzioni di dighe per produrre energia idroelettrica.
La fonte energetica sopracitata non è così ecosostenibile come si pensa e, se vuoi sapere di più riguardo il perché di questo e ti incuriosisce la campagna “Blue Heart” ti lascio alla fine dell’articolo dei link utili.
Pensa che ci sarà un incremento nel settore lavorativo dei cosiddetti green jobs, cioè tutti quei lavoro legati alla sostenibilità ambientale? Ha qualche consiglio per i giovani che vogliono intraprendere un percorso lavorativo di questo tipo?
Di sicuro il mercato del lavoro si sta muovendo verso posizioni sempre più legate alla sostenibilità, in senso lato. Le aziende, volenti o nolenti, dovranno sempre più intraprendere un qualche passo in questa direzione. Se posso dare un consiglio, a parte ovviamente tenere gli occhi bene aperti riguardo le possibilità che si possono cogliere, è che ed essendoci margine per la creatività c’è una vera e propria possibilità di crearsi un lavoro su misura.
Gli School strikes for climate sono stati un esempio di attivismo per il clima nell’ultimo periodo, e vedendo anche la Sua partecipazione in questo settore, volevo porLe questa domanda: come questo fenomeno può essere utilizzato per portare qualche concreto cambiamento nella nostra società?
ll fenomeno dei Climate Strikes ha avuto senza dubbio il merito di aumentare la consapevolezza attorno al tema della crisi climatica, e di allargare la piattaforma di attori che possano prendere attivamente parte al movimento attivista. Naturalmente manifestare e basta non è sufficiente, occorre che le nuove generazioni possano attivamente portare le proprie istanze (che sono poi quelle di tutti) nelle camere del potere. Per far questo, noto che i movimenti nati dal basso stanno cercando di organizzarsi in modo più funzionale, per essere più efficaci.
Proprio come dice il dott. Bassi per dare risultati tangibili serve molto più che una sola manifestazione. Solo tramite proposte serie, che partono da associazioni con uno scopo chiaro, si può pensare di fare veramente “la differenza”. Un esempio che è stato riportato da Stefano Bassi è il progetto di “Ritorno al futuro” di “Fridays for Future Italia”che con l’aiuto di scienziati ed esperti ha proposto al governo un piano di rilancio a livello ambientale.
Pensa che utilizzare strumenti di comunicazione responsabile che stimolano comportamenti proattivi come ValorY possa essere utile anche per aziende come la vostra che vogliono instaurare con la next generation un rapporto più empatico e di consapevolezza verso l’Ambiente?
Di sicuro. Le giovani generazioni sono molto più attente alla salvaguardia ambientale e alla giustizia sociale di quanto non lo sia stata – per esempio – la mia. Rappresentano quindi la base più solida su cui costruire comunità non solo di clienti, ma di attivisti che partecipino alle prese di posizione che le aziende assumeranno in questi ambiti. Quindi fornire strumenti di comunicazione che parlino il loro linguaggio – il vostro – è fondamentale.
“L’outdoor” inizia fuori dalla nostra porta di casa”, questa è l’immagine che spero vi possiate ricordare: per essere in contatto con la natura non ci si deve trovare per forza in un paesaggio fluviale dei Balcani, tutto inizia anche dal nostro giardino, anzi neanche! Tutto inizia da dove viviamo: cioè la città, dove paradossalmente, la natura sembra non esserci!
Ma è proprio in questo posto dove possiamo manifestare il nostro vero amore nei confronti dell’ambiente: soltanto salvaguardando prima il luogo dove passiamo la maggior parte del nostro tempo potremmo far comprendere a tutti la bellezza di quello che ci è stato donato.
Perché come disse Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo” e la salvezza non verrà da luogo straordinario ma inabitato, bensì, se giungerà, sarà proprio dal posto più inaspettato e a tratti inconcepibile”.
Altri approfondimenti si possono trovare nella video intervista su valory app.
Dopo l’evento “Digital Innovation Days” ho partecipato al Web Marketing Festival, anch’esso organizzato online a causa della pandemia. Quest’anno, oltre all’edizione annuale di giugno, se ne è tenuta un’altra nei giorni 19, 20 e 21 novembre in considerazione della particolare situazione attuale italiana. Cosmano Lombardo, Founder & CEO di Search On Media Group (la Società organizzatrice dell’evento) ha aperto le tre giornate ribadendo l’importanza di riconquistare il desiderio di sognare che avevamo da bambini per costruire un mondo migliore. La tecnologia deve essere un mezzo per raggiungere uno sviluppo sostenibile e la necessità di cooperare si è resa più che mai evidente in questo periodo di pandemia. Nel seguire il Web Marketing Festival ho posto particolare attenzione al tema dell’e-commerce, particolarmente rilevante in questo periodo di innovazione digitale denominato “quarta rivoluzione industriale”. Oggi l’Italia è uno dei paesi più arretrati nel campo delle vendite online ma il COVID-19 ha dato un’accelerazione notevole all’e-commerce.
Come ho già affermato nell’articolo conclusivo dei DIDAYS scritto per il blog di ValorY App insieme ad altri quattro giovani VALORYERS, è in atto una veloce trasformazione digitale: solo le imprese che riusciranno ad innescare processi innovativi si garantiranno una maggiore competitività e potranno sopravvivere. Quali sono i contenuti che sono emersi con maggiore insistenza negli interventi che ho seguito al Web Marketing Festival? Scopriamoli insieme.
L’e-commerce sta diventando un canale sempre più importante, non solo per la fidelizzazione ma anche per la comunicazione. Per raggiungere gli obiettivi di business è necessaria una predisposizione ad ascoltare ed analizzare i bisogni dei clienti per poterli soddisfare. Non è sufficiente concentrarsi solo sul prodotto, bensì è necessario costruire “qualcosa” insieme al cliente. La creazione di una community dove il consumatore si sente parte di un ecosistema digitale di valore, dove può condividere esperienze relative al prodotto offerto, non deve servire unicamente per guadagnare la fiducia del cliente ma per sondare i suoi bisogni ed essere in grado di fornire delle risposte adeguate.
Gli aspetti etici e di business vanno coniugati. Oggi il consumatore, nella scelta di acquisto, tiene in rilevante considerazione anche i comportamenti dell’azienda per quanto concerne la sostenibilità ecologica e sociale nonché l’inclusione delle diversità. Le scelte sono orientate dunque anche su base valoriale. Il valore del web è di consentire relazioni umane, commercio ed opportunità, ma quanti siti di e-commerce sono davvero inclusivi? Pensando alla disabilità, vengono subito in mente le barriere architettoniche delle nostre città ma cosa accade nel web? Il 15% della popolazione mondiale ha disabilità. In America dal 2010 le aziende che vendono online sono tenute a rispettare determinati criteri di inclusione, come ad esempio provvedere ad audio-descrizioni del loro sito web. In Italia però i siti di e-commerce che integrano servizi per gli utenti portatori di disabilità sono ancora rari. Occorre dare a tutti la possibilità di sentirsi inclusi in un’esperienza, anche nel mondo dell’e-commerce.
Nei prossimi anni i costi imporranno riduzioni delle superfici commerciali e quindi una necessità sempre maggiore per le aziende di implementare le vendite online al fine di assicurarsi la sopravvivenza. Gli investimenti necessari per avere visibilità sul web sono tuttavia sempre più elevati, per i piccoli imprenditori una soluzione potrebbe essere quella di cooperare aggregandosi ad altri player per ridurre tali costi.
Altro elemento rilevante per l’e-commerce è la crescente importanza della ricerca per immagini. In un mondo sempre più veloce in cui una grande fetta di acquisti viene effettuata da Mobile e in una realtà sempre più ricca di offerte quale è il web, la ricerca visuale può rappresentare il primo passo verso l’acquisto.
Partecipare al Web Marketing Festival come ValorY Reporter è stato per me gratificante. Mi ha confermato che anche l’e-commerce può diventare uno strumento per praticare un marketing più etico, contribuendo alla costruzione di una società sostenibile ed inclusiva.
Cinque ragazzi di età e città diverse, con poco in comune se non un interesse nei confronti della scrittura e del giornalismo.
Cinque ragazzi che probabilmente non si sarebbero mai confrontati se non fossero approdati sulla piattaforma Valory, o non avessero deciso di partecipare al contest istituito per diventare reporter per i Digital Innovation Days, edizione 2020.
L’intero mese di Ottobre è stato dedicato all’approfondimento guidato dalla blogger Linda Lato della metodologia da usare, e alle interviste agli speaker, selezionati singolarmente dai reporter sulla base dei nostri interessi. Interviste domenicali, interviste in corsa, interviste più rilassate che hanno strappato una risata ai partecipanti.
E se già all’inizio dell’esperienza tutti i Valory reporter hanno avuto modo di dire la loro, raccontare cosa li aveva spinti a partecipare al contest, quali difficoltà avessero riscontrato e così via, ad evento chiuso è giunto il momento di tirare le fila, e scoprire cosa, davvero, i DIDays hanno portato nella vita di ognuno di noi.
Mi chiamo Marco Gastaldi e ho 24 anni. L’evento “Digital Innovation Days” è stato per me un’ottima occasione per conoscere i diversi punti di vista sul Digitale dei vari speakers relatori, aumentare le mie competenze ed entrare in contatto, facendo rete, con nuovi professionisti che prima non conoscevo.
Ho seguito in particolare alcuni interventi focalizzandomi principalmente su due aspetti per me importanti: la formazione e l’uso di LinkedIn. Tutti gli interventi hanno avuto un denominatore comune: il digitale implementato non solo nel momento presente in vista del recente lockdown ma visto come una prassi da utilizzare anche nel futuro. Se penso al mondo della formazione, il primo pensiero che mi viene in mente è il ricordo delle fatiche sostenute negli anni per ottenere testi scolastici in formato digitale che fossero accessibili a tutti i portatori di disabilità. Oggi il mondo dell’editoria si è evoluto molto: diverse opere, non solo i testi scolastici, sono disponibili per tutti anche in versione digitale e ho potuto notare con piacere che molti enti di formazione hanno modificato il loro approccio metodologico, con modalità online e un’interazione tra i discenti attraverso le piattaforme sincrone spesso utilizzate durante il recente lockdown. La digitalizzazione però non si è limitata a questo, in un tempo relativamente breve si è introdotta nella nostra quotidianità. È evidente che il digitale sta diventando ora molto pervasivo nel nostro Paese in tutti i settori produttivi, è la strada per permettere una maggiore competitività ed in molti casi la sopravvivenza alle tante realtà che contraddistinguono l’Italia, dall’artigianato alle piccole industrie, al settore della moda e del turismo, ai tanti piccoli contesti unici per la loro creatività. La novità che ho percepito nei vari interventi è stata la visione dell’innovazione come occasione per riflettere su sé stessi generando un cambiamento, come mezzo affinché l’essere umano segua le proprie aspirazioni, come strumento per instaurare un marketing più etico. Un’evoluzione a mio parere necessaria per un Digital Marketing non più volto solo ad acquisire un numero elevato di contatti, ma che si pone l’obiettivo di rispondere al bisogno crescente dei potenziali clienti di essere ascoltati e di instaurare rapporti di fiducia, che successivamente genereranno fidelizzazioni. Da ciò l’importanza di creare contenuti per il proprio profilo LinkedIn pensati appositamente per ogni categoria di utenti target, creando relazioni. La formazione vista come occasione di cambiamento deve per necessità essere più ampia, orizzontale, accessibile a tutti, in modo che ogni individuo possa promuovere l’innovazione nell’impresa in cui lavora. Gli interventi che si sono susseguiti nel corso dei “Digital Innovation Days” mi hanno confermato la possibilità di instaurare un marketing digitale che generi nell’altro gratitudine.
Il mio nome è Vera Lazzaro, ho 19 anni (quasi 20, mettiamola così e sentiamoci più maturi!) e, dall’inizio del lockdown, credo di aver preso parte – come spettatrice – a una miriade di eventi virtuali. Dalle più semplici riunioni, a seminari (che pare si chiamino “webinar” nella fluida lingua del web, ma preferisco continuare a utilizzare il termine vecchio stile) sugli argomenti più disparati, alle lezioni universitarie di ogni materia immaginabile: il web ha permesso, a me come alla maggior parte dei miei coetanei, di mantenere in un periodo di stravolgimento almeno la parvenza di una vita normale.
Molti dei miei amici mi definiscono una persona ipercritica. Se questa è una cosa buona – parzialmente – quando rifletto queste continue critiche su me stessa, non posso dire la stessa cosa quando il mio cipiglio dubbioso si ferma sull’opera altrui. L’avere sempre più a che fare con i social network, però, soprattutto a partire dalla mia esperienza con il giornale online Change the Future (“figlio” di Save the Children Italia e SottoSopra), mi ha fatto notare che forse il mio essere critica nei confronti di tutto e tutti – con i giusti limiti autoimposti e una mano da parte di qualcuno più tranquillo di me! – può essere un’arma importante.
I social network lavorano molto sull’immediatezza. Una bella grafica, una bella immagine, un video con un attacco importante: questo è quello che sembra funzionare, perché, come ci hanno fatto notare i creatori di TikTok (quando l’ho usato, per esattamente due giorni, si chiamava ancora Musical.ly), lo span medio di attenzione si è ridotto tanto da far sembrare anche video da 30 secondi un tantino troppo lunghi.
La partecipazione ai DIDays – anche se frammentata a causa degli impegni universitari, e ringrazio il fatto che gli interventi siano poi stati caricati comunque e lanciati nell’etere per chi come me ne ha perso qualcuno – è stata interessante anche per dare un’occhiata alla vera e propria scienza che si sta sviluppando dietro i social. Ci sono contenuti che vanno bene su FaceBook, ma sono impensabili su Instagram: è diverso il format, è diverso il pubblico, è diverso l’uso del social. Ci sono video che vanno bene per YouTube, ma per IGTV, che sta prendendo piede, non sono abbastanza immediati: se su YouTube guardo un video di quindici minuti, non è detto che io sia disposta a farlo su Instagram. Ed è incredibilmente interessante, perché scoprire come funzionano i social – meglio, come le persone utilizzano i social trascinando altre persone “esperte” nella valutazione e ottimizzazione dei medium – ci aiuta anche, un po’, a scoprire lati messi in ombra di noi stessi.
Ciao sono Diego Patrizio, ho 15 anni e anch’io ho partecipato all’esperienza “full immersion” come Valory reporter per l’evento online dei Digital Innovation Days.
Devo dire che è stata un esperienza più che positiva anche se non l’ho completamente conclusa, (aspettatevi ancora qualche articolo sul blog!).
Come ho detto sono un’adolescente, ma nonostante ciò ho deciso di gettarmi a dirimpetto in questa esperienza, seppur possa sembrare da adulti, e, quello che ne è uscito fuori è stato un qualcosa di piacevolmente inaspettato.
Dovete sapere che io amo l’incertezza perché penso che le cose più belle avvengono proprio quando non si sa bene cosa può accadere: in una tale condizione si è molto vigili, visto che nulla è dato per scontato, dando così molta attenzione ed importanza ad ogni minimo “segnale” percepito: è in questo stato immersivo dove trovo le idee migliori e mi pongo le domande più complesse.
Questo è un concetto che lo sento particolarmente mio, e posso anche catalogarlo come un mio valore, anzi direi che questa è la mia personale interpretazione di innovazione!
Durante gli “speech” sono stato in questo quasi perenne stato di immersione profonda: più discorsi sentivo e più i dubbi si formavano dentro la mia mente.
La frase di Socrate: “So di non sapere” racchiude quello che ho provato: più mi sforzavo di comprendere qualcosa e più mi rendevo conto del fatto che la mia conoscenza è molto limitata.
Questo è un sentimento raro, con sensazioni contrastanti, che chiede lunghi momenti di silenzio per essere ben compreso ed ascoltato: sento la sua presenza ancora adesso, tramite nuove e vecchie domande, domande mai poste ed altre da tempo ignorate.
L’impatto dei DIDays su di me è stato piuttosto concreto e comprendo che il digitale, tramite tutte le sue varie manifestazioni, può risolvere sotto la guida dell’uomo molti problemi: basti pensare che se l’evento non fosse stato trasmesso via remoto io non l’avrei mai visto ed adesso non sarei qui a scrivervi della mia esperienza!
L’elemento cardine però è sempre l’uomo, il quale tramite il suo tratto distintivo: cioè l’immaginazione, deve porsi nuove domande e, assistito dal digitale, trovare nuove risposte. Solo così l’umanità potrà concretizzare un nuovo futuro: un futuro diverso, pronto al cambiamento, forse anche migliore, che però per realizzarsi deve prima portare cambiamento dentro noi stessi: perché siamo proprio noi, specie umana, coloro che orientano la direzione del futuro e nessun altro (neanche il digitale!) può adempiere a questo compito: tanto difficile quanto incredibilmente affascinante.
Sono Jessica Stella, ho 17 anni e studio relazioni internazionali per il marketing all’istituto tecnico Zanon di Udine.
Ho deciso di partecipare a questa esperienza come reporter per l’evento digital innovation days non solo per soddisfare la mia curiosità insaziabile e la voglia di intraprendere nuove esperienze e sfide personali ma anche per toccare con mano il mondo dell’innovazione, osservando da vicino quello che questo futuro sempre più prossimo ci aspetta, grazie alle incredibili tecnologie di cui disponiamo e alla conseguente innovazione visibile nella quotidianità.
Questa esperienza mi ha aperto la mente; non solo grazie alla possibilità che ho avuto di intervistare ed assistere agli interventi di numerosi speaker molto competenti nel loro settore (che hanno trattato in anteprima temi innovativi su vari argomenti di mio interesse personale e di cui non molti sono a conoscenza); ma anche di approfondire e osservare più da vicino e con un’ottica diversa il cambiamento che la digitalizzazione sta portando nel mondo odierno.
Molti potrebbero pensare che digital innovation days sia rivolta a soli adulti e che adolescenti come me potrebbero non aver colto; ma non è così! Per me l’innovazione si fonda sulla capacità di trasgredire e pensare fuori dagli schemi; e chi, meglio di noi giovani è in grado di farlo?
A mio parere dovremmo smettere di soffermarci su chi ha creato cosa e collaborare per realizzare i nostri sogni, ricordandoci che non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere ma quella che si adatta meglio al cambiamento.
Sono Samantha Zorzi, ho 25 e vengo da Padova, mi sono diplomata in lingue e Web Graphic Design e ora sto studiando PsicoEconomia all’Università.
Il mondo del Digitale e dell’innovazione mi ha sempre affascinata ed ho sempre ricercato ogni strumento, webinar, seminario o evento che mi potesse essere d’aiuto nella mia crescita in questo campo sia personale, professionale e artistico.
Ho deciso di partecipare a questo evento il “Digital Innovation Days” in veste di Valory Reporter perchè per me è stata un’ottima opportunità per crescere come persona, lanciarsi nel cosiddetto “Ignoto” non è mai semplice, tanti è vero possono essere i dubbi, soltanto che farlo beh questo sì che porta grandi soddisfazioni. Questa esperienza mi ha permesso di confrontarmi con altre figure professionali più esperte, conoscere nuove realtà e non solo dal punto di vista professionale, anche umanitario ed è stato per me un grande onore.
Ho conosciuto temi di grande valore come: Cambiamento, Resilienza e la Forza di Volontà.
Sono grata a Valory perchè mi ha permesso di fare questa meravigliosa esperienza che porterò sempre nel cuore.
I DIDays sono giunti alla fine, i pezzi, quasi tutti, sono stati completati e pubblicati o in programmazione. Certo, ed è una sensazione comune a tutti i cinque reporter, un evento totalmente in digitale non può essere innalzato allo stesso livello di un evento fisico, dove le parole di uno speaker si fanno strada tra mormorii interessati, battute, ragionamenti. Non c’è lo stesso calore, davanti a uno schermo, non c’è la stessa sensazione di essere parte di qualcosa di grande.
Tuttavia, va riconosciuto un valore aggiunto alla digitalizzazione di eventi di questo tipo: una maggiore accessibilità. Resa una necessità dalla pandemia di COVID, la digitalizzazione può diventare una “best practice” non solo per questo evento ma a livello generale, in quanto permette a persone lontane di annullare la distanza e a chi, per qualunque motivo, ha difficoltà nel partecipare fisicamente a questi eventi, di essere comunque parte di un’immensa comunità online. Noi vi aspettiamo sulla nostra community VALORY!
WE MAKE FUTURE, creiamo futuro: uno slogan che racchiude il potere del “costruire” guardando al futuro investendo nel presente. Valory dà valore al futuro, e lo fa, parlando ai suoi veri protagonisti, i giovani, che sanno scoprire nell’innovazione un nuovo modo di costruire relazioni, lavoro e formazione.
WE MAKE FUTURE 2020 è l’evento digitale di cui Valory è media supporter. Il 19, 20 e 21 novembre Rimini accoglierà l’8ª edizione del WMF, uno dei più grandi eventi sull’innovazione digitale e sociale che nel 2019 ha registrato oltre 21.000 presenze.
COSA E’ IL WMF 2020?
E’ un acceleratore di Innovazione, Educazione e Sviluppo per il nostro Paese. Un evento che verrà trasmesso da Rimini prevedendo la sola modalità di partecipazione online, seguendo le attuali linee guida istituzionali legate alla recente emergenza sanitaria. Quest’anno, la formazione più completa al mondo su innovazione e web marketing, sarà completamente digitale e potrai scegliere su cosa formarti, passando da una sala all’altra velocemente, decidendo cosa seguire tra le oltre 60 saleformative in programma, ognuna delle quali rappresenta un evento a sé.
Oltre 500 speaker’s,, scelti dopo una lunga selezione, condivideranno con te le loro conoscenze su mondi come Web Marketing, Coding, Startup e Imprenditoria, Esport & Gaming, Filantropia e ONP, EduTech, Robotica, AI & DeepTech, SEO, Digital Journalism, Aerospace & Big Data, Social Media Strategies, Cambiamenti climatici, E-commerce e tanti altri ancora.
A CHI E’ RIVOLTO L’EVENTO?
Il WMF è un evento rivolto a tutti!
Sei un professionista?
Oltre alla formazione sul Web Marketing e sui principali temi dell’Innovazione digitale, i professionisti presenti potranno avere una panoramica generale sui trend e sulle novità del mondo dell’innovazione tecnologica, così da avere una preparazione completa e l’occasione per implementare la propria crescita personale e professionale.
Sei un Direttore Marketing?
Avrai l’opportunità di aggiornarti, ma anche conoscere e farsi conoscere, attraverso i numerosi eventi di business e networking. Al Festival, Direttori Generali e AD potranno condividere un percorso formativo con il loro team e ampliare il proprio network, entrando in contatto con altre realtà imprenditoriali e con i più importanti brand.
Sei un Blogger o un appassionato?
Grazie alle molteplici sale formative verticali su altrettante tematiche, è possibile personalizzare il proprio percorso formativo durante i tre giorni, ampliando così le conoscenze e le competenze nei diversi ambiti del Web Marketing e dell’Innovazione Digitale. Chi muove i primi passi nell’ambito del digital marketing potrà scegliere interventi base, così da avere una preparazione iniziale sui diversi temi in programma e sviluppare le skills più utili nel mondo del lavoro.
Sei uno studente?
Sono numerose le attività del WMF promosse per incoraggiare la partecipazione attiva dei giovani, delle scuole e degli istituti. Negli scorsi anni infatti, il Festival ha dato vita al WMF LABe alla Startup Competition Young, iniziative che avvicinano i giovani al mondo dell’innovazione, fornendogli gli strumenti necessari per far fronte ad una realtà lavorativa in rapido cambiamento. Durante la tre giorni inoltre, molte scolaresche saranno coinvolte in percorsi educativi e formativi dedicati. Studenti e studentesse under 27 potranno invece usufruire di una speciale promo, per accedere al Festival a un prezzo speciale.
Il WMF è anche luogo di aggregazione per tutti i gamers e gli appassionati di videogiochi. In agenda nel 2021 infatti, una Sala Formativa dedicata al mondo Esports and Gaming, un’Area Droni, Tornei Amatoriali e sessioni di Live Showmatch. In programma poi tante altre iniziative, che trasformeranno un’area del WMF in un vero e proprio Festival degli Esports.
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Per tutti gli interventi in programma, inoltre, avrai a disposizione le videoregistrazioni. Nessun problema, dunque, se imprevisti o impegni ti impediranno di seguire l’evento in diretta. Avrai l’opportunità di rivedere le registrazioni degli speech e ricevere le slide mostrate in sala dagli esperti senza perdere l’opportunità di continuare aformarti anche dopo l’evento, senza limiti di tempo né di visione!
Con VALORY, media supporter dell’evento, se sei uno studente, hai la possibilità di usufruire uno speciale sconto per l’acquisto dei biglietti utilizzando il Codice sconto che trovi su VALORY APP SCARICA ORA!
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