Studio, gavetta, guadagno, famiglia. Gavetta, studio, famiglia, guadagno. Guadagno, studio, famiglia, no gavetta. Famiglia, studio, gavetta, guadagno.
E via che si comincia da capo.
No, non sto dando i numeri, anzi, vi presento i miei pensieri! “Pensieri che mi frullano in testa? salutate i giovani lettori!”. Ebbene si, quando a tavola mia cugina ha formulato la frase “Ma quanto tempo serve per diventare giornalisti?!” nella mia mente è prevalso il terrore, il buio, il vuoto più totale.
Lei potrebbe essere tranquillamente una di voi, una Millennials, che giustamente si chiede, qual’ora dovesse intraprendere la carriera giornalistica, QUANTO tempo ci vuole per diventarlo.
E’ così che i pensieri hanno iniziato a viaggiare, e le parole sono sorte quasi spontanee.
La verità è che non c’è una tempistica uguale per tutti, come un po’ in tutte le scelte lavorative, uno arriva alla decisione semplicemente quando si sente pronto. Punto.
Quando il desiderio di dire qualcosa diventa passione vera e propria, quel fuoco che ti arde dentro e non riesci a fermare. Altro punto.
Io, per esempio, ho capito di voler fare la giornalista mentre frequentavo le scuole medie, quando in tv davano “Una mamma per amica” e Rory, la figlia adolescente di Lorelai, studentessa della Chilton Academy e successivamente dell’università di Yale, sogna di diventare una giornalista.
Mi trasmetteva una tale energia, una voglia di scrivere, di entrare in una redazione, di conoscere persone. Ed ero alle medie! Ecco, alle elementari però ero ossessionata dal cartone di “Mila e Shiro – due cuori nella pallavolo”… dico altro?! No, meglio di no vah! Questo, però, per dirvi che non è necessariamente la prima strada scelta, quella giusta!
Le superiori, cosa scegliere?! Il Liceo Classico sarebbe stato probabilmente perfetto, ma io, ferma sulle mie idee, decisi per il liceo delle Scienze Sociali perchè il coordinatore dell’epoca era un giornalista caporedattore di una testata locale.
Avevate dubbi?! Io non credo!
Si può quindi dire che la mia passione per questo mestiere viene da lontano, sin da quando ero molto giovane. Non sapevo di preciso dove volevo arrivare, di che cosa volevo parlare. Ricordo di aver sentito il forte desiderio di dire la mia, su pensieri di attualità, sul mondo, su come stava andando l’ambiente scolastico. In classe avevamo un momento, chiamato Circle Time in cui ci mettevamo letteralmente in cerchio e ogni volta affrontavamo un argomento diverso, in aggiunta ad un giornalino d’Istituto, diretto dal suddetto insegnante, all’interno del quale gli alunni potevano scrivere temi, articoli di giornale, raccontare di gite. Il mio primo vero scritto pubblicato a quattro mani fu: “L’amore degli adolescenti” (eh?! Ma che davvero?!)
La mia esperienza è però soggettiva. Non è detto comunque che sia così per tutti, anzi. Durante il mio percorso scolastico e lavorativo ho incontrato molte persone arrivate al giornalismo quasi per caso, molte di più rispetto a coloro che sognavano di scrivere fin da bambini. Come? Perchè interessate ad uno specifico argomento.
Ho visto donne con un background pazzesco sui vari tessuti scrivere dell’argomento per le più grandi testate, da sarte, quindi, a giornaliste di moda, fotografi scrivere delle varie sfaccettature del loro lavoro su giornali inerenti il tema, e potrei continuare: economisti, politici, ambientalisti, e ancora mamme, esperte di make-up. Le prime pagine dei quotidiani sono pieni di firme di questo calibro, persone che hanno iniziato un percorso lavorativo diverso da quello del giornalista, per poi approdare sulla carta stampata.
Sono giovani, adulti, uomini, donne, single, con figli, sposati, conviventi, studenti, laureati, dottorandi, diplomati che grazie alle loro competenze si sono ritrovati a scrivere su un giornale. Magari dopo anni di carriera, oppure subito dopo la laurea, a seguito di esperienze lavorative sbagliate o dopo aver trovato il lavoro dei loro sogni.
Non c’è una ricetta quindi, il bello del lavoro da giornalista è che si può iniziare in ogni momento della vita, se si ha qualcosa da raccontare. Quindi bussate alle redazioni, inviate curriculum, fate selezione in base a quello che secondo voi vi si addice di più e buttatevi!
Ecco… chi invece desidera diventare giornalista da sempre – e intendo vivere proprio di questo – la strada è un po’ più difficile. Ma questa è tutta un’altra storia.
Vi aspetto su Valory App per ricevere le vostre domande e condividere insieme la passione che ci accomuna
Alla prossima
Valentina Gobbi