Con il termine Millennial si indica la generazione del XX secolo che comprende i nati tra il 1981 e il 1996. Sono i consumatori 2.0 ed è la prima generazione a vivere nell’era digitale.
Questa generazione è oggetto di moltissimi sondaggi e ricerche perché rappresenta il maggior numero di consumatori con un elevato potenziale di spesa oltre a rappresentare il gruppo demografico più numeroso (secondo i demografi del Pew Research Center sono circa 2,3 miliardi di persone).Intercettare le preferenze e le abitudini dei Millennian diventa, dunque, strategico per le aziende e per i brand. Cosa piace ai Millennian? Gallup, società di consulenza e analisi, ha voluto approfondire questa tematica con una ricerca di mercato complessa e ad ampia portata dat titolo “How Millennials Want to Work and Live”.
Questa generazione è nota per avere più facilità di spostarsi da un’azienda all’altra ed è poco propensa a fidelizzarsi: il 60% di loro afferma infatti di essere aperto ad altre opportunità di lavoro. E’ una generazione fortemente criticata per questo, ma va considerato che molti, in realtà, non vogliono cambiare lavoro, ma sono le aziende che non danno loro validi motivi per restare. I Millennians cercheranno nuove opportunità lavorative fino a quando non troveranno ciò che desiderano. L’indagine di Gallup scopre che i Millennials hanno difficoltà a trovare un buon lavoro che li coinvolga e li soddisfi, facendo registrare il tasso di disoccupazione più alto negli Stati Uniti. Quali sono dunque le condizioni lavorative ideali per i Millennials?
COSA VOGLIONO I MILLENNIALS?
1. Avere uno scopo
Per i Millennials il lavoro deve avere un significato, una giusta causa sentendosi liberi di scegliere. Il compenso è importante e deve essere equo, ma l’aspetto economico non è un fattore discriminante nella scelta di un lavoro. Questa è una generazione ottimista e crede che la vita e il lavoro dovrebbero avere un significato e vanno vissuti pienamente.
2.Apprendimento e crescita
Il motivo principale per cui viene lasciato un lavoro è una nuova opportunità di crescita professionale. Il rapporto rivela che l’87% dei Millennials considera le opportunità di crescita e di sviluppo professionale importanti in un lavoro. Le aziende che sanno individuare ed offrire questa occasione di crescita di carriera saranno molto più attraenti agli occhi dei Millennials.
3. Niente più capi, ma allenatori
I Millennials si aspettano che i loro capi “allenino” le loro capacità e le valorizzino come persone e dipendenti. Ciò richiede relazioni umane e non solo gestione del personale attraverso comando e controllo. Il 58% dei Millennials afferma che il valore dei manager e la qualità della gestione del personale sono estremamente importanti per loro quando valutano una proposta di lavoro.
4. Confronto e colloqui più frequenti
La maggior parte dei dipendenti riferisce che le loro prestazioni vengono valutate sulla base di report annuali o anche meno. Questo non è soddisfacente: quello che vogliono i Millennials sono confronti più frequenti sulle loro ambizioni, aspirazioni e obiettivi su cui costruire piani di carriera personalizzati.
5. Valorizzare punti di forza
Andare oltre le loro debolezze è sviluppare e valorizzare i punti di forza. I punti di debolezza non si sviluppano mai in punti di forza: questi ultimi, invece, si sviluppano all’infinito. Il desiderio dei Millennials è che i manager trovino il modo di investire nel futuro dei propri collaboratori, affinando le loro competenze e istruendoli a diventare lavoratori migliori sin da subito.
6. I Millennials non vogliono un lavoro, vogliono un buon lavoro.
I Millennials vogliono contribuire attivamente all’interno di un’azienda, portando un valore aggiunto che permetta loro di sentirsi valorizzati. Vogliono un lavoro a cui appassionarsi, con il quale crescere ed evolversi.
Questa generazione altamente connessa con il mondo che li circonda vuole di più dalla vita e crede di poterlo ottenere. Sta spingendo per un cambiamento nel mondo, anche sul mercato e sul posto di lavoro e non si accontenta di schemi precostituiti osservando il mondo con occhi curiosi alla scoperta di emozioni da vivere anche lavorando.
Tante volte abbiamo parlato dei rischi psicologici connessi alla pandemia, soprattutto nel periodo più rigoroso del lockdown. Il periodo di incertezza e insicurezza sarà, molto probabilmente, destinato a durare nel tempo, coinvolgendo ciascuno di noi anche se per motivi differenti. Siamo senza risposte certe su cosa accadrà a settembre: il rientro scolastico, l’organizzazione familiare, il lavoro.
In questo articolo abbiamo intervistato ROBERTO CALVANI, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia, psicologo dirigente presso ASUFC Friuli Centrale di Udine e segretario del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi). Una voce autorevole nel campo della psicologia, attraverso la quale poter osservare i dati generali emersi nei mesi precedenti e le proiezioni del prossimo futuro.
Quali sono i dati emersi dalle rilevazioni del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) durante questa emergenza?
È emerso un bisogno di psicologia. Da un’indagine condotta in collaborazione con I’Istituto Piepoli su un campione di 1000 cittadini è emerso che 8 italiani su 10 hanno bisogno di un supporto psicologico come aiuto per gestire questa fase e vogliono che sia il sistema pubblico ad assicurare questa assistenza. Il 62%
degli italiani pensa che avrà bisogno di un supporto psicologico per affrontare la normalità, 1 italiano su 3 ha dunque confermato di avere bisogno di questo tipo di sostegno. Da questa indagine abbiamo riscontrato anche una sorta di “emergenza di coppia”: durante la fase di lockdown sono aumentate le richieste di separazioni. Un dato emerso precedentemente, ma che è confermato anche in questa fase, è che la salute psicologica deve essere compito delle Istituzioni, non si può lasciare un’emergenza di questo tipo solo al volontariato.
Qual è il rapporto dei giovani rispetto al supporto psicologico?
La maggiore richiesta di aiuto è arrivata principalmente dalla fascia d’età sopra i 30 anni, ma abbiamo raccolto dati rilevanti anche nella fascia adolescenziale. I giovani, durante l’emergenza, hanno considerato il web da un punto di vista social, ma non socializzante. Si sono connessi per stare in contatto con gli altri, ma restando con un grande senso di solitudine. Attualmente stiamo riscontrando anche un aumento significativo di segnalazioni, ai nostri servizi, da parte di medici di base e pediatri, di dipendenza e astinenza da tecnologia in bambini anche molto piccoli (9/12 anni). In merito a queste segnalazioni stiamo cercando di organizzare progetti dedicati.
Quali disagi sono emersi maggiormente dai colloqui a sostegno psicologico, durante l’emergenza Coronavirus?
Attraverso i numerosi colloqui on-line (o anche in presenza, nei casi più gravi), nella fascia adolescenziale, abbiamo riscontrato gravi disturbi dell’ansia, del sonno e dell’alimentazione legati anche ai cambiamenti della routine. La paura è emersa soprattutto nel primo periodo e a volte è sfociata nel panico. Nella fase successiva abbiamo assistito a disturbi quali alterazione del tono dell’umore, instabilità emotiva, entusiasmi e depressioni, disagi legati anche alla comunicazione e alle informazioni discordanti ricevute da fonti ritenute attendibili. Abbiamo riscontrato un aumento nell’uso di farmaci e attacchi di panico scambiati a volte per sintomatologie di malattie cardiovascolari.
David Lazzari, presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha dichiarato che questa emergenza sanitaria diventerà sempre di più un’emergenza psicologica. Quali sono secondo Lei gli interventi indispensabili per contenerla?
In questa fase, in cui l’emergenza sanitaria – medica è più controllata, emerge un’emergenza di tipo sociale. Le Istituzioni devono essere preparate ad offrire non solo supporto nelle terapie intensive, ma supportare psicologicamente tutti coloro che ne abbiano bisogno. Nella prima fase abbiamo mobilitato 12 mila psicologici in Italia per un supporto di tipo psicologico attraverso un numero verde: in Friuli hanno aderito volontariamente 350 psicologici con oltre 2000 colloqui. L’ultimo Decreto Rilancio, ha lasciato ampio spazio alle Regioni per acquisire nuove professionalità sanitarie per l’emergenza, sottolineando la necessità anche della professionalità psicologica. Abbiamo avviato una campagna che porteremo avanti con la “Giornata Nazionale della Psicologia” che si terrà ad ottobre, dal titolo “#lasalutepsicologicaèundiritto”: un diritto di tutti e non un privilegio di pochi che possono permetterselo.
Il rientro scolastico: ritiene sia necessario un supporto psicologico agli studenti in collaborazione con gli insegnanti e le famiglie?
Il sistema scuola è un sistema complesso e meritevole di grossa attenzione. Poter aprire sportelli scolastici di supporto a famiglie, studenti e insegnanti lo abbiamo ritenuto molto importante. Il CNOP è riuscito ad implementare a livello nazionale 1 milione di euro in fondi destinati alle scuole. Nell’ultimo decreto Rilancio, diventato legge, si parla di 3 milioni di euro da destinare alle scuole per l’apertura di sportelli di sostegno psicologico. Se le scuole ne faranno richiesta, essendo questa una scelta legata all’autonomia scolastica, potranno attingere a queste risorse per attivare questi sportelli di supporto. Come Consiglio regionale (Friuli Venezia Giulia) dell’Ordine degli psicologi provvederemo a comunicare a tutti gli Istituti i riferimenti di legge e la modulistica per richiedere l’attivazione di questo sportello.
Può dare qualche consiglio per un sereno rientro scolastico?
Le linee guida generali non danno oggi certezze e garanzie alle famiglie in un sistema complesso come quello scolastico. Ci sono troppi punti interrogativi, per cui consiglio primariamente di ottenere anticipatamente le informazioni organizzative (palestre, corridoi, lezioni, orari, accessi…) relative all’Istituto di proprio interesse. Molti dei disagi tra i giovani sono riconducibili alla mancanza di routine, disordini degli stili di vita legati al periodo estivo in generale e al periodo di lockdown nello specifico. E’ necessario riprendere ritmi sonno-veglia e abitudini alimentari almeno due settimane prima dell’inizio della scuola.
Grazie alla lungimiranza del dott. Calvani nel 2018 abbiamo lanciato con l’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia la prima call rivolta a tutti i professionisti della regione per avviare un progetto sperimentale di primo ascolto attraverso la nostra piattaforma digitale VALORY APP. Successivamente anche l’Ordine dell’Emilia Romagna ed altri colleghi del Trentino, Lombardia e Sicilia hanno aderito, contando oggi oltre 60 professionisti.
L’obiettivo del progetto è duplice:
1. avvicinare la figura dello psicologo alle nuove generazioni attraverso un sistema che garantisce risposte personalizzate via chat tutelando l’anonimato;
2. dare un supporto ai centri d’ascolto scolastici e soprattutto territoriali ai quali gli utenti vengono rinviati sulla base dei sintomi riscontrati.
Il VALORY PSY TEAM durante la presentazione di lancio di VALORY APP IL 19.01.19. Guarda il video completo qui.
Crediamo nel valore della professionalità e la mettiamo al servizio delle nuove generazioni.
Il progetto “VALORY APP” nasce all’interno di un’ottica ben precisa: offrire ai ragazzi percorsi di valorizzazione che diano loro un “benessere” inteso in un’ottica di prevenzione primaria, usufruendo di uno strumento che i giovani utilizzano in media più di 4 ore al giorno. Valory ha fiducia nei giovani e, in questo percorso, vuole renderli soggetti attivi nel raggiungimento del proprio benessere personale, e qual è lo strumento migliore con cui hanno la massima familiarità, se non lo smartphone?
Pagnacco Movie Experience è un progetto che nasce con queste premesse e con la collaborazione del comune di Pagnacco (Udine) – Assessorato Politiche Giovanili Laura Sandruvi. Lo scopo che guida la realizzazione di questo progetto è quello di offrire ai giovani un percorso di valorizzazione delle proprie abilità cinematografiche, sostenute dalla loro passione. PAGNACCO Movie Experience 2020 è un progetto dal forte impatto emozionale che stimola i partecipanti a realizzare un web-film dove loro stessi saranno registi e attori. L’evento è stato strutturato su due fasi: On-line e Off-line.
ON-LINE: La prima fase si è aperta con il CASTING, con la valutazione di tutti i video di presentazione inviati attraverso la piattaforma ValoryApp, disponibile per il download sia su sistema iOS che Android.
OFF-LINE: La seconda fase prevede percorsi di POTENZIAMENTO delle proprie competenze trasversali e multimediali, fotografiche e video, per preparare la squadra PAGNACCO V-Generation a sviluppare lo storyboard sul quale si svilupperà la storia del web-film insieme ai cd “allenatori di passioni”, coinvolgendo anche le Associazioni locali. Si procederà con la suddivisione in squadre sulla base delle abilità e interessi dimostrati e la successiva assegnazione dei progetti di gruppo da coordinare con il tutor, che si potrà incontrare in aula virtuale durante la settimana attraverso la piattaforma “Weschool”. Gli incontri settimanali via “webinar” serviranno per sviluppare il progetto e seguirne il suo corso con il supporto dei V-Coaches.
Successivamente alla fase di editing, il docufilm sarà presentato durante un evento organizzato dal Comune, tenendo conto dello sviluppo della situazione COVID-19, per condividerlo con tutta la comunità di Pagnacco, ma ci siamo spinti oltre.C’è la volontà di far vivere ai ragazzi selezionati un’esperienza unica ed emozionante facendo partecipare il film ad uno dei più importanti festival di cinematografia dedicati ai giovani, il BELIVE FILM FESTIVAL di Verona.
In un momento come quello attuale, di emergenza sociale questo evento promuove aggregazione, per contrastare il fenomeno dell’isolamento, senza dimenticare un approccio educativo e psicologico a sostegno delle fasce più fragili ed esposte per dare voce alle loro emozioni.
Famiglie vicine, famiglie lontane, famiglie ferite. Le famiglie sono tante ed eterogenee, hanno dovuto ristabilire nuovi equilibri, nuove routine e creare spazi nuovi. Ci sono le famiglie separate da una “quarantena” che le vede distanti geograficamente, le famiglie degli operatori in prima linea in questa emergenza, le famiglie che pensavano di conoscersi e invece entrano in crisi in questo nuovo modo di relazionarsi dettata da una convivenza forzata.
Nessuna famiglia era pronta ad una difficoltà come questa. Abbiamo perso tutta la “normalità” della nostra vita precedente e ne riscopriamo il valore e i limiti. La famiglia, in questo momento, è apparentemente il luogo più sicuro, che ci protegge dall’esterno ma, in realtà, internamente possono nascondersi grandi ferite.
In molte famiglie, i genitori, lavorando da casa, convivono con bambini più piccoli reclusi da mesi che chiedono attenzione e stimoli, con figli che vanno seguiti nei compiti o con anziani che oggi vanno protetti più di ieri. Smart working e figli a casa, una condizione per niente facile.
I genitori sono pieni di domande su come gestire e proteggere l’aspetto emotivo, psicologico e sociale dei propri figli, con la doppia difficoltà di lavorare anche su stessi perché anche gli adulti sono messi di fronte ad una situazione emotivamente critica. I nostri figli, in realtà, diventano per noi un esempio da seguire nel superare questa emergenza, ci mostrano ad esempio la loro capacità di adattamento, sanno arrabbiarsi ma senza conservare rancore: tutte abilità che possono ispirarci per sopravvivere in questa “quarantena”.
Valory ha nel suo DNA una grande sensibilità al sostegno del benessere psicologico dei giovani attraverso lo strumento Valory Help. Un supporto professionale gratuito di psicologi iscritti all’Ordine FVG, Emilia Romagna, Trentino, con una call sempre aperta per accogliere nuovi professionisti, al servizio dei giovani, con il compito di aiutarli a sviluppare fiducia in se stessi e negli altri, attraverso l’ascolto gestito nel rispetto del loro anonimato. Oggi propone una nuova iniziativa proprio a supporto delle famiglie: Valory4Family! (scopri qui il programma)
L’iniziativa si pone l’obiettivo di supportare genitori e figli in questo isolamento in casa, cercando di renderlo meno difficile e per ricominciare consapevoli dei nuovi equilibri. Un percorso di sostegno sviluppato grazie al supporto dei nostri professionisti psicologi e formatori appartenenti al Team Valory, per supportare le famiglie nella gestione di questo “tempo sospeso” da vivere insieme.
Saranno messe a disposizione aule virtuali tramite piattaforma digitale e ci rivolgeremo ai genitori e figli di tre differenti fasce d’età:
scuola primaria,
scuola secondaria di primo grado,
scuola secondaria di secondo grado,
ai quali verranno proposti 3 percorsi ad hoc suddivisi in 3 sessioni guidate più una conclusiva di confronto.
Ogni professionista seguirà un gruppo di massimo 10 famiglie guidandole in un percorso di giochi di ruolo, di arte terapia, mindfulness e confronto.
E’ un percorso rivolto a tutti. Senza distinzione di età, ceto sociale, professione. Ognuno di noi ha le sue fragilità che si esprimono in modo e a livelli diversi, ma tutte sono accomunate da sentimenti come paura, incertezza sul futuro, stress, preoccupazione.
Il virus non porta con sé solo la perdita delle persone care o le terapie intensive, ma è anche isolamento e questo può confonderci o farci reagire positivamente. Non è facile, ma abbiamo l’opportunità di ri-creare modelli nuovi su cui costruire il prossimo futuro modificando tutte quelle abitudini di cui eravamo scontenti dando nuovo colore al concetto famiglia.
Oggi festeggiamo spegnendo la prima candelina di Valory e vogliamo farlo con voi, ricordando la strada fin qui percorsa e raccontandovi il futuro che vediamo.
Un importante passo è stato fatto consolidando la partnership con il CNOP grazie al dott. Calvani, il team di Psicologi dal Friuli Venezia Giulia è approdato ad ovest tra Trentino , Veneto ed Emilia Romagna e al suo interno si è costituito il valory@school team con un progetto dedicato all’orientamento nelle scuole superiori che vede il proprio avvio in questi giorni presso alcuni Istituti della regione FVG, come il Liceo Percoto e il Liceo Copernico con il progetto JOB4YOUNG
Siamo diventatimembri diConfindustria Udineentrando in contatto con nuove realtà imprenditoriali, ma sempre parlando di imprenditoria ricordiamo l’attenzione che ci è stata dedicata dalle socie AIDDA FVG e l’incontro con AnimaImpresa con la quale abbiamo condiviso i valori della CSR.
Come non ricordare i V-partners che si sono uniti alla nostra famiglia come Soft Skills Academy che ci supporta per far acquisire le competenze trasversali ai nostri V-Youngs o ancora la Scuola della Pizza di Udine dove l’arte del fare la pizza si apprende direttamente dal campione del mondo della pizza napoletana 2019 Lorenzo Collovigh o ancora Istituto Moda Sgrigna di Roma dove l’arte di fare moda diventa stile di vita.
Anche le Istituzione si sono dimostrate attente interlocutrici come il Comune di Udine che ha supportato la convenzione con lo IAL per avviare il programma operativo della Regione FVG Attiva Giovani – Multimedia Talent Lab, co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo, e ancora il Comune di Pagnacco, Colloredo di Montealbano e il Comune di Bologna.
Se invece rivolgiamo l’attenzione alla figura dei nostri ”allenatori di passioni” non posso dimenticare per la musica Umberto Labozzetta, Giuliano Boursier e la splendida esperienza all’Elnos live contests a Brescia , per la scrittura Patrizia Finucci Gallo, Marco Cesari, vincitore premio Mursia, e Oscar Cavallera per la categoria food&beverage.
Valory cresce, muta, scalpita come un adolescente che non vede l’ora di diventare grande, per conoscere il futuro, per dimostrare la sua identità e tutta questa energia tutto il Team la trasforma in contenuti di valore per nutrire i nostri ValorYoungs che ci chiedono ogni giorno punti di riferimentoper orientarsi in un mondo in continua trasformazione.
Tanta strada è stata percorsa, ma tanti sono ancora gli obiettivi e i traguardi che vogliamo raggiungere: continueremo a supportare lepassioni dei giovani, a creare strumenti per rafforzare le loro abilità e la consapevolezza in loro stessi, cercheremo nuovi Jr-Ambassador per raccontare storie emozionanti che possano ispirare i propri coetanei, ma apriremo le porte anche a nuovi allenatori di passioni in categorie come lo sport, il food, la fotografia, selezioneremo “il meglio di” nel panorama aziendale italiano e non solo, per offrire opportunità concrete alla V-Generation dando sostanza al progetto BEVALORYFRIENDLY (be Social be Responsible be Valory).
Se vuoi far parte anche tu della VALORY FAMILY scrivici a hello@valoryapp.com
VALORY partecipa con un suo proposal a colpi di pitch sul tema “La SCIENZA per un FUTURO+RESPONSABILE”.
Moderatore d’eccezione @matt.barbarossa, 18 anni ma già CEO, CTO & Founder
Sidereus Space Dynamics insieme a Simona Dell’Utri CEO & Founder BEVALORY Srl.
Seguiteci e sostenete la nostra proposta TRIESTE ESOF 2020.
ValoryApp utilizza cookie per fornire la necessaria funzionalità del sito e migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando la navigazione su questo sito accetti la nostra informativa sulla privacy e la nostra cookie policy. AccettaLeggi di più
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.