Ogni anno si svolge a Davos, un comune della Svizzera di 11.000 abitanti, il World Economic Forum (WEF). In questa occasione Amministratori Delegati di aziende strategiche, leader, accademici e numerose altre personalità influenti a livello globale si riuniscono per discutere su temi globali particolarmente rilevanti da un punto di vista economico. Nel Convegno che si è tenuto a gennaio 2020 nella lista degli invitati italiani figurano il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e degli Affari Europei, Vincenzo Amendola; tra i grandi manager del Paese figurano la Presidente dell’Eni Emma Marcegaglia, il l’A.D. di Generali Philippe Donnet, di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, di Mediobanca Alberto Nagel, i Presidenti di Geox Mario Moretti Polegato, di Illycaffé Andrea Illy ,di Ariston Thermo Paolo Merloni, di Technogym Nerio Alessandri.
A livello internazionale la novità di quest’anno è sicuramente la presenza di Donald Trump.
Il Convegno ha cadenza annuale fin dal 1971 e nello specifico, in “Future of Jobs”, report del World Economic Forum del 2018 sono state elencate le 10 skills fondamentali nel futuro del lavoro.
Scopo del rapporto “The Future of Jobs” è fornire strumenti in grado di supportare le criticità che devono affrontare aziende, governi e lavoratori nel prossimo futuro.
Negli anni passati le analisi realizzate da esperti del settore, erano concentrate su un futuro a lungo termine, guardando al futuro del lavoro nel 2030, 2040 o 2050. Il recente rapporto e le edizioni prossime, invece, mirano ad offrire una proiezione temporale a 5 anni (2018-2022) considerando i veloci cambiamenti strutturali del mercato del lavoro. Una visione certamente più aderente alla realtà, visto il recente e imprevedibile evento pandemico che ha cambiato decisamente il futuro del mercato del lavoro. Un’analisi a breve termine sicuramente si discosta meno dalla previsione fatta, offrendo l’opportunità di rivalutare la direzione intrapresa e i possibili adeguamenti.
Vediamo la classifica in ordine di rilevanza:
1) Problem solving in situazioni complesse
Contesti sempre più complessi e dinamici richiedono una forte capacità di gestione, adattamento e risoluzione di problemi. E’ da tenere presente, però, che in settori sempre più tecnici questa abilità nel futuro potrebbe diventare meno determinante perché la tecnologia potrebbe automatizzare processi complessi.
2) Pensiero critico
È l’abilità di pensare in maniera analitica. Pensare in modo razionale consente di risolvere problematiche in maniera sistematica, rilevando eventuali incoerenze o errori di ragionamento.
3) Creatività
Se da un lato la tecnologia automatizzerà processi complessi, dall’altro diventeranno sempre più necessarie abilità creative, che sapranno fare la differenza adattandosi in maniera originale a situazioni e mercati variegati.
4) Gestione delle persone
Questa capacità risulta strategica soprattutto per i manager e include capacità quali comunicazione, leadership, delega e motivazione. Le capacità di un manager nella gestione delle persone può fare la differenza tra un team produttivo e motivato e un team incostante, demotivato e con risultati scadenti.
5) Coordinamento con gli altri
Il lavoro di squadra è fondamentale non solo per la crescita di un’azienda, ma anche per il raggiungimento degli obiettivi chiave. Lavorare in team significa sapersi coordinare, organizzare e comunicare.
6) Intelligenza emotiva
Una delle competenze più “trasversali” è proprio la gestione efficace delle emozioni (proprie e degli altri) e la capacità di riconoscerle e comprenderle. Un’abilità decisamente di grande impatto in questo momento specifico che ci vede disorientati.
7) Capacità di giudizio e prendere decisioni
A tutti i livelli professionali c’è la necessità di prendere decisioni più o meno importanti. Il processo decisionale è, dunque, un’abilità richiesta in molte aziende perché necessaria in molte situazioni e in molte aree aziendali, dalle attività quotidiane a progetti più complessi o situazioni impreviste.
8) Orientamento al servizio
E’ una predisposizione a rendersi attento e collaborativo riguardo le esigenze delle persone. E’ una competenza utile nella gestione del cliente e che in un mercato altamente concorrenziale può fare la differenza perché saper ascoltare e prevedere un bisogno, può anticipare la soddisfazione del cliente prima degli altri.
9) Negoziazione
Questa abilità si manifesta in ogni occasione, anche nella vita privata. E’ la capacità di affrontare e risolvere “confronti” e che, se proiettata su scenari internazionali, richiede anche la conoscenza di culture diverse nel dialogo della negoziazione. E’ affinata dalla capacità di ascolto e osservazione.
10) Flessibilità
E’ una capacità che in questo momento emerge e risalta. In un periodo di improvviso e inaspettato cambiamento come quello attuale, l’abilità di essere flessibili ai nuovi contesti e ai nuovi strumenti diventa strategica.
10 Soft Skills classificate e pronte ad essere condivise con i nostri ragazzi su Valory app per far conoscere loro quelle che possiedono e quelle che invece sono pronti ad allenare.
Scritto da Linda Lato
Se vuoi entrare a far parte anche tu del VALORY Team per condividere competenze con giovani motivati e pronti a crescere per raggiungere i propri obiettivi, allora scrivici a hello@valoryapp.com
Abbiamo tante domande su cosa accadrà quando tutto piano piano tornerà alla vita di prima… apparentemente come prima. In realtà, anche se ora non lo percepiamo completamente, il mondo sta cambiando: sta cambiando la didattica, il modo di lavorare, le competenze, le relazioni, il business.
Una mattina ci siamo svegliati e le aziende, le scuole e tutti noi abbiamo dovuto, in pochissimo tempo, cambiare pelle per adattarci alle nuove esigenze legate all’evento Covid-19. Se da un lato abbiamo dovuto imparare a gestire lo scorrere lento del tempo e uno stato di isolamento dall’altra, scuole e aziende, hanno dovuto mettere il piede sull’acceleratore per cambiare organizzazione, strumenti e gestirne i limiti. Tutti abbiamo dovuto prendere coscienza delle nostre digital skills, diventate oggi fondamentali per non fermarci completamente e utili a massimizzare le relazioni ora, momentaneamente, congelate.
Quali sono, dunque, le nuove sfide della Digital Transformation ai tempi del Coronavirus che ci aspettano nel prossimo futuro?
# RELAZIONI UMANE
In un momento in cui è tutto concentrato sulla trasformazione digitale, la prima sfida che ci aspetta riguarda proprio le relazioni. Il mondo cambia velocemente, è un mondo basato su eventi imprevedibili e pieno di colpi di scena repentini. Il valore aggiunto nel business è proprio un approccio capace ad adattarsi velocemente e capace di mettere al centro l’uomo ottimizzando risorse, tecnologie e talenti. Le aziende sono sempre più concentrate sullo sviluppo tecnologico e i processi di sviluppo, ma oggi è evidente che bisogna riposizionare l’attenzione sul fattore umano. E’ necessario riuscire a mantenere le connessioni umane stabili e di valore. Le potenzialità del capitale umano vanno certamente riviste, ma senza alcun dubbio rivalutate per una crescita e uno sviluppo responsabile e sostenibile. La tecnologia diventa sempre più uno strumento, un mezzo a disposizione dell’intelligenza umana.
# CULTURA DIGITALE
L’isolamento a cui siamo sottoposti in questo periodo ci sta mettendo di fronte alle potenzialità degli strumenti tecnologici di cui non eravamo probabilmente neanche a conoscenza. I nostri nonni hanno scoperto le videochiamate, le scuole tradizionali hanno scoperto le classi virtuali con piattaforme come ad esempio WeSchool, le aziende hanno dovuto ricercare e utilizzare processi digitali nuovi per rendere il lavoro più “agile”. In questa fase di adattamento e trasformazione tutti ci siamo messi a disposizione della tecnologia e se da un lato abbiamo scoperto i nostri limiti, dall’altro abbiamo scoperto strade nuove che potranno aprire nuovi scenari quando tutto tornerà alla normalità. E’ necessario cavalcare questa onda e favorire il cambio della cultura digitale: questa accelerazione forzata ha reso possibile un salto incredibile e ne dobbiamo approfittare per migliorarci.
# TALENTI DIGITALI
Nelle aziende, ma anche negli istituti di formazione, abbiamo assistito al grande sforzo da parte di tutti per rendere fruibile il quotidiano anche con la distanza sociale, attraverso svariati strumenti. Le aziende che sapranno guardare al futuro dopo il Coronavirus, sono aziende che sapranno accogliere e sviluppare la trasformazione digitale a favore del proprio personale. Bisognerà lavorare su due fronti: da un lato sviluppando le capacità digitali dei propri lavoratori, incentivandole attraverso una formazione dedicata e cambiando la mentalità al nuovo approccio. Dall’altra bisognerà essere aperti alla ricerca di nuovi talenti digitali. La collaborazione con gli enti di formazione diventa fondamentale per agevolare questo tipo di recruitment mirato e bisognerà puntare non solo sulle HardSkills (competenze tecniche specifiche), ma anche sulle Soft Skills (flessibilità, gestione del tempo, dello stress…) dei candidati.
# POTENZIARE LE INFRASTRUTTURE ICT (Information & Communications Technology)
Questo periodo che ci vede tutti connessi, in tanti nel mondo, stiamo facendo i conti con le infrastrutture spesso instabili o in alcuni casi assenti. Il nostro nuovo modo di vivere (aperitivi, compleanni, svago, spesa on-line) e di lavorare da remoto ha messo a dura prova la rete internet minacciando un sovraccarico. Questi limiti hanno reso difficili le comunicazioni, aumentando in alcuni casi l’isolamento sia nelle relazioni che sul posto di lavoro. Piattaforme streaming come Netflix e Youtube, per arrivare ovunque, hanno ad esempio, ridotto la velocità di connessione con un abbassamento della qualità video, sospendendo l’alta definizione. Questa situazione estrema deve, dunque, farci riflettere su quanto lavoro c’è ancora da fare per un futuro sempre più “connesso” e un valore emerge più degli altri, quello della FIDUCIA. Fiducia nella scienza e nella tecnologia che può dare risposte veloci e risolutive. Fiducia nel futuro digitale. Fiducia in noi, nella nostra forza e il nostro potenziale inespresso. Fiducia negli altri e nelle relazioni che prima davamo per scontate. Fiducia nei nostri giovaniperché viviamo in un pianeta in cui siamo suoi ospiti.
La nuova emergenza sanitaria ha trasformato in pochissimo tempo il modo di concepire la didattica. A tutti i livelli scolastici, a partire dalla scuola materna, abbiamo avuto modo di scoprire modalità d’istruzione a distanza. La tecnologia ha aiutato molto in questo momento di isolamento sociale, permettendo agli studenti e agli insegnanti di mantenere un “contatto didattico” significativo.
Come è stato evidenziato dalla Prof.ssa Daniela Lucangeli, psicologa dello sviluppo e prorettore dell’Università di Padova, questa situazione rende la tecnologia un mezzo non per sostituire l’adulto, ma per creare una interconnessione dei docenti e della scuola con gli studenti. “Una tecnologia in cui l’umano utilizza un mezzo per arrivare all’altro umano”. Valory ha sempre uno sguardo rivolto al futuro ed è molto attenta a tutte le soluzioni tecnologiche che abbiano una portata sociale e responsabile. In questo contesto è nata una partnership di valore con una piattaforma e-learning innovativa: WeSchool, la piattaforma italiana per la flipped school. WeSchool (prima Oilproject) nasce dall’idea di Marco De Rossi, oggi 29 anni, è una piattaforma gratuita per le scuole medie e i licei. Offre la possibilità di studiare e apprendere a distanza tramite video lezioni e valutazioni con un approccio didattico di “scambio di ruolo”, un insegnamento capovolto.
LA FLIPPED SCHOOL
Questa metodologia educativa, richiama i principi montessoriani dove si evidenzia il processo autonomo e attivo nei processi di apprendimento. Se sei attivamente coinvolto hai più facilità di apprendimento perché c’è molto più interesse.
Nella flipped classroom la lezione si studia a casa e le tematiche vengono successivamente approfondite in classe, con discussioni tra professori e alunni.Il ruolo attivo dell’insegnante è nel proporre agli studenti argomenti e materiali didattici selezionati (video, e-book, risorse multimediali) che vengono consultati a casa nella misura in cui ognuno ne ha bisogno, secondo le proprie esigenze. Il ribaltamento rispetto alla didattica classica sta nell’approfondimento a casa prima della lezione e non dopo. La lezione frontale avviene in un secondo momento attraverso esercitazioni, laboratori, approfondimento, studio di casi e molto altro.
COME FUNZIONA WE SCHOOL
WeSchool consente ai docenti di portare le loro classi online e rendere la loro didattica digitale. Consente agli studenti di studiare online potendo accedere alle lezioni dei migliori docenti OVUNQUE, SEMPRE e GRATIS. Oltre alla versione desktop, esiste l’app che si può anche scaricare sullo smartphone.
WeSchool Library aiuta ogni mese 2 milioni di studenti con video, testi ed esercizi curati da docenti ed esperti: da Massimo Temporelli fino a Umberto Eco. Con più di 15.000 ore di formazione erogata ogni giorno, è uno dei progetti di divulgazione culturale più massivi in Italia.
All’interno della classe virtuale docenti e studenti possono confrontarsi inserendo commenti , sviluppando discussioni. Possono essere inseriti test e tutta l’attività didattica è regolata e controllata da un registro. Il docente potrà scegliere, inoltre, anche di tenere lezioni online
Insieme a VALORY abbiamo pensato di estendere il valore di un’aula virtuale ad un’attività pratica di condivisione dei risultati raggiunti attraverso un social responsabile come VALORY APP.
COME PUOI CONTRIBUIRE?
Se sei un insegnante o un formatore/animatore contattaci per ricevere il nostro supporto per attivare la tua classe virtuale con WE SCHOOL e crea anche tu una connessione di valore con la comunità di Valory, pubblicando e condividendo su Valory App i contenuti realizzati durante le tue lezioni online.
Questa condivisione permetterà di arricchire tutta la comunità, creando uno spazio di confronto e approfondimento insieme ad altri docenti e studenti di tutta Italia.
Esempio virtuoso è il progetto sviluppato insieme a Coop Cantieri di innovazione sociale di San Giovanni Rotondo (FG) che coinvolge le scuole di dieci comuni del Gargano con i progetti “I Fuoriclasse” e “Post-It” selezionati dall’impresa sociale “Con i Bambini” coordinato da Ludovico Delle Vergini.Questa emergenza ci ha aperto scenari nuovi, guardiamoli come un’occasione di evoluzione e di riflessione per rafforzare le nostre potenzialità e superare i nostri limiti.
Se volete ricevere maggiori informazioni o unirti al progetto invia un’email a education@valoryapp.com
L’intelligenza Artificiale è spesso associata allo sviluppo industriale, ma nell’era 4.0 interessa anche i servizi. E se vi dicessi che anche nel reclutamento del personale ci si può avvalere di Intelligenza Artificiale? Troppo futuristico? No. La ricerca di un talento richiede processi sempre più veloci che mirano non solo ad accelerare la fase di recruitment, ma anche ad essere sempre più performanti.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE (AI)
L’Intelligenza Artificiale è la capacità da parte di calcolatori di svolgere attività appartenente alla sfera umana. La tendenza di ricercare sempre più velocemente personale qualificato, la gestione di un volume di dati sempre più alto, hanno aperto la porte all’ anche nell’ambito del personale e promette di ottenere risultati sempre più performanti in minor tempo.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E RISORSE UMANE
In tempi ormai lontani, la fase di reclutamento prevedeva la ricerca dei candidati attraverso inserzioni sui giornali o attraverso contatti diretti con gli enti di formazione (scuole, università), con la pubblicazione degli annunci sulle bacheche studentesche. Negli anni ‘90 si assiste alla prima vera svolta attraverso lo sviluppo e la diffusione di piattaforme dedicate come Indeed o Infojobs per arrivare, oggi, all’utilizzo di sistemi “intelligenti”.
Quali, dunque, gli ambiti di intervento della AI nella selezione del personale?
PRIMA SCREMATURA – Le proposte di lavoro oggi, grazie ai nuovi mezzi digitali, arrivano ovunque e questo porta a flussi di dati veramente importanti nelle candidature. L’AI, in questa fase, torna utile nella scrematura dei curriculum più pertinenti, con una riduzione importante in termini di tempo.COLLOQUI DI LAVORO – Non sempre una buona intervista può garantire che il candidato accetti la proposta o che sarà una risorsa a lungo termine. Queste analisi, di tipo predittivo, possono essere delegate a sistemi di AI che prendono in considerazione non solo aspetti tecnici del curriculum, ma anche fattori come soft skills o motivazione. Questi “sistemi intelligenti” possono tracciare elementi come espressioni facciali o il tono di voce, che possono, ad esempio, indicare se le persone sono nervose o non completamente veritiere.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E CASI AZIENDALI
I vantaggi economici e di business, per le imprese, dipendono da una maggiore efficienza, hanno dunque bisogno di “intelligenze” che consentano loro di trovare le persone giuste più velocemente. Esistono nuovissimi assistenti di ricerca intelligenti, come ad esempio la piattaforma Wade & Wendy che offre, da un lato (utente), un’esperienza di ricerca innovativa e completamente nuova attraverso una chatbot conversazionale intelligente, dall’altra (area risorse umane), vengono automatizzate le ricerche dei candidati. Questa intelligenza artificiale permette di raffinare la ricerca, in tempi veloci e mirati. Nel 2017 viene lanciata Vera, il robot assunto da Ikea Retail Russia, in grado di intervistare fino a 1500 candidati in una sola giornata e parla tantissime lingue. Vera è collegata con i principali siti dedicati agli annunci di lavoro e, una volta individuati possibili candidati, li contatta per scoprire se sono ancora alla ricerca di lavoro. Vera svolge interviste di circa 8 minuti, alla fine delle quali i candidati migliori sono indicati a selezionatori umani, cui spetta la scelta finale.
UNA SCELTA POSSIBILE?
L’AI applicata al personale è dunque una realtà che esiste ed ha un impatto crescente. Ci sono buoni motivi per sostenerne lo sviluppo perché può consentire, attraverso l’analisi dei dati storici dell’azienda, di identificare i migliori candidati , gestendo selezioni prive di errori e pregiudizi (anche inconsapevoli).
E’ però da dimostrare che una “macchina”, seppur intelligente, possa sostituire doti umane come l’empatia o la personalità, riducendo tutto ad un algoritmo.
Smart Future Academy è l’innovativo progetto di orientamento al lavoro rivolto agli studenti delle scuole superiori che ha come obiettivo aiutarli a comprendere cosa vorrebbero fare da grandi, attraverso il contatto con personalità di altissimo livello dell’imprenditoria, della cultura, della scienza e dell’arte che in uno speech intenso ed emotivo raccontano la loro esperienza personale rivelando le chiavi del loro successo. Quest’anno il progetto si allargherà a 10 città italiane coinvolgendo circa 40.000 giovani, coordinandosi con le nuove ordinanze. VALORY si è confermato partner dell’evento supportando la comunicazione smart e responsabile dell’evento. Importanti speakers si sono confrontati con i ragazzi rispondendo alle loro domande sul futuro, abbiamo intervistato i nostri partners Soft Skills Academy, ESL-Soggiorni linguistici e il nostro coach scrittura Marco Cesari. Ma i protagonisti indiscussi sono sempre loro, i nostri V-YOUNGS come Gaia Massetti e Marco Piacca, che hanno portato la loro passione “on stage”.
I RELATORI I Relatori intervenuti, selezionati dal Comitato Scientifico, hanno raccontato la loro esperienza, i loro obiettivi e come hanno affrontato le loro sfide personali e i loro dubbi. Questi incontri hanno lo scopo di offrire un’ispirazione per i giovani che hanno davanti un futuro ancora da scrivere. A Brescia il 12 febbraio hanno partecipato:
Matteo Del Fante (Amministratore Delegato Poste Italiane)
Salvatore Russo (Comandante della Guardia di Finanza di Brescia)
Arnaldo Abruzzini (CEO di EUROCHAMBRES)
Gabriele Iemma (Colonnello dei Carabinieri, Comandante Provinciale di Brescia)
Ettore Prandini (Imprenditore e Presidente Coldiretti)
Lucia Morselli (Presidente di Arcelor- Mittal Italia)
Maurizio Casasco (presidente della Confapi, Confederazione italiana delle piccole e medie industrie private)
Melany Libraro (Responsabile Customer Experience Transformation di Poste Italiane)
Roberto Saccone (Presidente della Camera di Commercio)
Leopoldo Laricchia (Questore di Brescia)
Bortolo Agliardi (Imprenditore)
Lorenzo Maternini (Vice-presidente Talen Garden)
Giuliano Baglioni (Presidente di Automazioni Industriali srl)
Francesca Porteri (Imprenditrice)
Andrea Lopane (Artigiano)
WORKSHOP SMART Un altro momento importante all’interno dell’evento è stato lo spazio offerto ai Workshop Smart, con 120 partner.
Tutti insieme, con l’obiettivo di avvicinare gli studenti al lavoro, facendolo in modo divertente, in un ambiente di confronto e con uno sguardo ampio su scenari diversi e complessi. Hanno partecipato Aziende (realizzando il Workshop Smart coinvolgendo uomini e macchinari che fanno toccare con mano la propria realtà e capire agli studenti quali sono le professionalità richieste e le prospettive occupazionali del proprio settore); Istituzioni e Associazioni (raccontando gli scopi di utilità sociale che si prefiggono di realizzare ed i valori che le ispirano, facendo comprendere ai ragazzi il valore dell’impegno a favore della comunità); Startup (mostrando il loro prodotto o servizio, parlando dell’importanza dell’innovazione e dell’auto-imprenditorialità, di come si avvia una startup, dalla generazione dell’idea, alla sua realizzazione); Università e ITS (realizzando i Workshop Smart prevedendo anche la presenza di giovani frequentanti in grado di raccontare cosa significa l’esperienza di studio anche grazie ad uno stretto rapporto fra istruzione e mondo del lavoro). I ragazzi che hanno partecipato all’evento di Brescia hanno avuto l’occasione di sperimentare e vivere moltissime esperienze, come ad esempio robot dotati di visione artificiale, tour virtuali all’interno delle aziende, azioni di pronto soccorso, attività di rianimazione cardiopolmonare e rilevazione parametri vitali con l’utilizzo di simulatori tecnologici, hanno avuto a disposizione la presenza di imprenditori ed esperti dei settori commercio, turismo, ristorazione, servizi, digitalizzazione per illustrare agli studenti interessati la propria esperienza ed idea imprenditoriale. Valory ha fatto conoscere la sua piattaforma innovativa che mette in sfida i VALORYOUNGS, attraverso contest e sondaggi, conquistando mete sempre più sfidanti, attraverso un game che fa vincere esperienze sul campo a contatto diretto con professionisti delle categorie “passion”grazie al coinvolgimento di SoftSkillsAcademy e ESL-soggiorni linguistici.
È stato anche presentato anche il servizio VALORY HELP, un team di psicologi professionisti che potranno risponderti in live chat nel rispetto dell’anonimato, che ha riscontrato l’interesse delle oltre trenta scuole presenti a supporto dello sportello d’ascolto già presente nei diversi istituti. LE PROSSIME DATE Tutti gli aggiornamenti sulle prossime date alle quali anche Valory parteciperà, seguono le ordinanze in corso e verranno aggiornate in tempo reale sul Sito Ufficiale Smart Future Academy.
Il MIUR a luglio 2019 ha pubblicato i dati relativi alla dispersione scolastica. Il report ci informa che sono circa 130.000 gli studenti che hanno abbandonano la scuola, riferendosi all’anno scolastico 2016/2017 e al passaggio 2017/2018. Il fenomeno della dispersione scolastica si presenta in diminuzione rispetto al passato, ma i numeri ai quali ci riferiamo sono comunque altissimi.
La mancanza di un metodo di apprendimento efficace può rappresentare una grande variabile nel proseguire gli studi. Ne abbiamo parlato con Massimo De Donno, esperto di apprendimento, ideatore del corso “Genio in 21 giorni”, della scuola di formazione “Soft Skill Academy” e ora PARTNER di VALORY.
“Costruire il proprio metodo di studio ha ripercussioni positive in tutti gli ambiti della propria vita. La mancanza di un giusto approccio, di un metodo mirato potrebbe portare, ad esempio, all’abbandono degli studi che rimanda al problema della dispersione scolastica e la conseguente possibilità di precludersi possibilità. Non avere metodo può portare a sentirsi inadeguati all’apprendimento di una materia o all’impegno scolastico”
Come nasce il progetto “Genio in 21 giorni”?
“Genio in 21 giorni” è il titolo di un manuale, edito da Sperling & Kupfer, pubblicato nel 2012 e tradotto in più lingue. All’epoca, questo manuale, rappresentava lo stato dell’arte sulle tecniche di apprendimento: tecniche di memoria, lettura veloce, mappe mentali. Aveva lo scopo di diffondere a quante più persone possibile la conoscenza e l’utilizzo di questi strumenti che tutti dovrebbero avere a disposizione sin dai primi anni di scuola. Una cassetta degli attrezzi che, per chi studia, aiuta ad aprire porte e a mettere “luce” dove diversamente ci sarebbe oscurità.
Questo progetto nasce dunque come un corso sulle tecniche di apprendimento che poi, negli anni, si è trasformato. I migliaia di allievi che abbiamo in tutta Italia ci hanno mostrato come sia necessario ricavare un proprio metodo di studio e questo è diverso dalla semplice conoscenza di una “tecnica” di studio.
Come al nostro cervello piace “imparare” le informazioni?
Per rispondere a questa domanda, abbiamo iniziato un lavoro di ricerca, affiancati da scienziati e coordinati dalla Prof.ssa Emilia Costa, Professore Emerito all’Università di Roma “La Sapienza”, per molti anni titolare della Prima Cattedra di Psichiatria, e autrice di oltre 400 pubblicazioni scientifiche. Abbiamo individuato test utili a far emergere alcune caratteristiche dell’allievo sulla base delle quali possiamo, successivamente, costruire un metodo di studio personalizzato. Tante volte abbiamo sentito che il metodo di studio è soggettivo e questo ha indotto molti di noi a pensare di doverlo cercare in autonomia. In realtà la ricerca, oggi molto attiva in questo ambito, ci dice che abbiamo moltissimi strumenti a disposizione. Le nostre attività si giovano inoltre della preziosissima collaborazione dei ricercatori del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) che da anni svolgono studi sulle tecniche di apprendimento, i cui risultati abbiamo testato e trasferito ai nostri formatori e tutor per diffondere questi strumenti a quante più persone possibile, migliorando i loro risultati nello studio.
Perché 21 giorni?
Un chirurgo plastico statunitense, Maxwell Maltz, pubblicò negli anni 50 un testo chiamato “Psicocibernetica”. Secondo questa teoria, così come i suoi pazienti per abituarsi ai loro nuovi tratti somatici dopo un intervento chirurgico impiegavano un tempo di 21 giorni, così il nostro cervello ha bisogno di questo tempo per integrare una nuova abitudine e creare un automatismo. Questo tempo è stato confutato negli anni da studi successivi, ma rimane un saggio e spiega che se ci si applica per un tempo sufficientemente lungo in una materia, in qualsiasi campo, prima o poi questa diventa una nostra abilità, un nostro automatismo.
Un’ attività che inizialmente costa fatica, perché ti devi applicare, successivamente diventa automatica, come ad esempio guidare o sciare: “21 giorni” rappresenta, dunque, un tempo ragionevole, ma anche sfidante.
Chi vive questa “esperienza” vive, in momenti diversi, un effetto “sorpresa” legato al senso di soddisfazione di riuscire a far qualcosa che prima sembrava impossibile.
Qual è lo scopo di questo corso?
Il nostro allievo segue un percorso che, di fronte a qualunque tipo di obiettivo legato all’apprendimento, lo rende capace di organizzare un protocollo, una procedura di quello che dovrà fare per poter realizzare quel risultato con il minor dispendio di energie possibile. Si acquisisce una vera e propria capacità nel pianificare, organizzare, elaborare e comprendere le informazioni, potendole ricordare nel breve e lungo termine. A livello emozionale si torna ad innamorarsi dello studio.
A chi è rivolto questo corso?
Il corso è rivolto a tutti: per chi studia, ovviamente, il vantaggio è lampante perché è possibile studiare in meno tempo e con meno fatica ottenendo risultati migliori. Abbiamo, però, anche moltissimi professionisti o lavoratori.
Il metodo di studio si adatta a qualunque tipo di obiettivo o materia in modo efficace.
Esiste una metodologia unica o è personalizzabile?
Esistono parti del corso che sono fatte in aula, hanno quindi tempi ben precisi. La seconda parte del corso è svolta con approccio one- to- one”, con un preparatore personale che è una persona formata appositamente per preparare l’allievo a crearsi un metodo di studio personalizzato e raggiungere gli obiettivi che si era prefissato iscrivendosi al corso.
Quanto conta l’atteggiamento nell’apprendimento?
Una delle parti introduttive del corso guida a riscoprire quali sono le caratteristiche che rendono il bambino così straordinario nell’apprendimento e si scopre che sono tutte collegate all’atteggiamento. Riscoprire il giusto atteggiamento nei confronti dell’apprendimento è un fattore di grande apertura. Chi pensa di non essere portato per una determinata materia, deve risolvere due difficoltà: la difficoltà intrinseca alla materia, ma anche uno stato mentale negativo che preclude di usare al massimo le proprie capacità.
Qual è il valore aggiunto rispetto ad altri corsi simili
L’insegnamento delle tecniche, per quanto possa essere utile, non è sufficiente. Quello che ci contraddistingue è la personalizzazione del metodo. Siamo l’unica azienda che fa corsi sull’apprendimento in collaborazione con il CNR avendo la possibilità di divulgare ai nostri allievi risultati inediti di queste ricerche.
A parte il corso sull’apprendimento che risolve il problema di “imparare ad imparare”, abbiamo attivato un’ Academy, una vera e propria scuola di formazione sulle Soft Skills .
Le soft Skills sono considerate oggi uno degli elementi in assoluto più importanti per poter realizzarsi lavorativamente parlando. Non riguardano le competenze tecniche (Hard Skills), ma “come si fanno le cose” e quindi ambiti quali l’empatia, problem-solving, lavoro di squadra, comunicazione. Elementi che sono importantissimi nel raggiungimento di qualunque obiettivo, ma che nel mondo del lavoro sono sempre più cercate e per le quali non c’è una formazione scolastica.
La scuola ci prepara sulle competenze, ma le aziende cercano giovani ponendo l’attenzione sull’atteggiamento del candidato. Le aziende che crescono e si sviluppano cercano persone di valore da inserire e i giovani fanno fatica a qualificarsi per avere un lavoro che poi non li rende soddisfatti. Vogliamo, dunque, creare un anello di congiunzione tra azienda e giovani, definendo un percorso utile ad imparare le Soft Skills, fornendo un contributo formativo concreto.
Sede Genio 21 giorni Bologna
Cosa pensi del progetto Valory?
Ho deciso di diventare subito un Partner di Valory perché ne sposo i valori. Valory App è uno strumento validissimo che dà ai giovani contenuti gratuiti per poter imparare l’importanza dell’apprendimento e della comunicazione.
L’elemento chiave nella scelta di diventare Partner di Valory è la collaborazione con il mondo degli Psicologi (CNOP) attraverso il loro servizio Valory Help che offre gratuitamente il contatto con un professionista nel rispetto dell’anonimato. Credo moltissimo nel mettere in comunicazione in modo innovativo i giovani con questa figura, che può dare un contributo al benessere della persona. I nostri allievi dell’Academy Soft Skills (tra Italia e Spagna sono circa un migliaio) si stanno registrando in Valory potendo usufruire di questo servizio utile e gratuito.
Quali sono i prossimi progetti di collaborazione con Valory?
In tutta Italia abbiamo attivato un format, dove ogni mese, nelle nostre sedi, un imprenditore incontra i ragazzi e spiega loro cosa serve per realizzarsi nel mondo del lavoro, cosa ci si aspetta da loro, come si selezionano i candidati, come si fa un colloquio. E’ una specie di progetto sociale dove le aziende attraverso i loro amministratori delegati, direttori marketing trasferiscono la loro esperienza ai giovani.
Il contenuto di queste serate lo trasmetteremo, in pillole anche attraverso video, alla comunità di Valory App con un contributo utile e concreto.
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