WEB MARKETING FESTIVAL: l’importanza di un E-commerce Etico

WEB MARKETING FESTIVAL: l’importanza di un E-commerce Etico

Dopo l’evento “Digital Innovation Days” ho partecipato al Web Marketing Festival, anch’esso organizzato online a causa della  pandemia. Quest’anno, oltre all’edizione annuale di giugno, se ne è tenuta un’altra nei giorni 19, 20 e 21 novembre in considerazione della particolare situazione attuale italiana. Cosmano Lombardo, Founder & CEO di Search On Media Group (la Società organizzatrice dell’evento) ha aperto le tre giornate ribadendo l’importanza di riconquistare il desiderio di sognare che avevamo da bambini per costruire un mondo migliore. La tecnologia deve essere un mezzo per raggiungere uno sviluppo sostenibile e la necessità di cooperare si è resa più che mai evidente in questo periodo di pandemia. Nel seguire il Web Marketing Festival ho posto particolare attenzione al tema dell’e-commerce, particolarmente rilevante in questo periodo di innovazione digitale denominato “quarta rivoluzione industriale”. Oggi l’Italia è uno dei paesi più arretrati nel campo delle vendite online ma il COVID-19 ha dato un’accelerazione notevole all’e-commerce. 

Come ho già affermato nell’articolo conclusivo dei DIDAYS scritto per il blog di ValorY App insieme ad altri quattro giovani VALORYERS, è in atto una veloce trasformazione digitale: solo le imprese che riusciranno ad innescare processi innovativi si garantiranno una maggiore competitività e potranno sopravvivere. Quali sono i contenuti che sono emersi con maggiore insistenza negli interventi che ho seguito al Web Marketing Festival? Scopriamoli insieme.

L’e-commerce sta diventando un canale sempre più importante, non solo per la fidelizzazione ma anche per la comunicazione. Per raggiungere gli obiettivi di business è necessaria una predisposizione ad ascoltare ed analizzare i bisogni dei clienti per poterli soddisfare. Non è sufficiente concentrarsi solo sul prodotto, bensì è necessario costruire “qualcosa” insieme al cliente. La creazione di una community dove il consumatore si sente parte di un ecosistema digitale di valore, dove può condividere esperienze relative al prodotto offerto, non deve servire unicamente per guadagnare la fiducia del cliente ma per sondare i suoi bisogni ed essere in grado di fornire delle risposte adeguate.

Gli aspetti etici e di business vanno coniugati. Oggi il consumatore, nella scelta di acquisto, tiene in rilevante considerazione anche i comportamenti dell’azienda per quanto concerne la sostenibilità ecologica e sociale nonché l’inclusione delle diversità. Le scelte sono orientate dunque anche su base valoriale. Il valore del web è di consentire relazioni umane, commercio ed opportunità, ma quanti siti di e-commerce sono davvero inclusivi? Pensando alla disabilità, vengono subito in mente le barriere architettoniche delle nostre città ma cosa accade nel web? Il 15% della popolazione mondiale ha disabilità. In America dal 2010 le aziende che vendono online sono tenute a rispettare determinati criteri di inclusione, come ad esempio  provvedere ad audio-descrizioni del loro sito web. In Italia però i siti di e-commerce che integrano servizi per gli utenti portatori di disabilità sono ancora rari. Occorre dare a tutti la possibilità di sentirsi inclusi in un’esperienza, anche nel mondo dell’e-commerce. 

Nei prossimi anni i costi imporranno riduzioni delle superfici commerciali e quindi una necessità sempre maggiore per le aziende di implementare le vendite online al fine di assicurarsi la sopravvivenza. Gli investimenti necessari per avere visibilità sul web sono tuttavia sempre più elevati, per i piccoli imprenditori una soluzione potrebbe essere quella di cooperare aggregandosi ad altri player per ridurre tali costi.

Altro elemento rilevante per l’e-commerce è la crescente importanza della ricerca per immagini. In un mondo sempre più veloce in cui una grande fetta di acquisti viene effettuata da Mobile e in una realtà sempre più ricca di offerte quale è il web, la ricerca visuale può rappresentare il primo passo verso l’acquisto. 

Partecipare al Web Marketing Festival come ValorY Reporter è stato per me gratificante. Mi ha confermato che anche l’e-commerce può diventare uno strumento per praticare un marketing più etico, contribuendo alla costruzione di una società sostenibile ed inclusiva.    

Marco Gastaldi

Digital Marketing + E-Commerce? Scopri l’esperienza di RICCARDO MARES

Digital Marketing + E-Commerce? Scopri l’esperienza di RICCARDO MARES

Vuoi intraprendere una carriera nel mondo dell’e-commerce? Se la tua risposta è sì, continua a leggere per saperne di più.     In occasione del Web Marketing Festival ho avuto il piacere di intervistare Riccardo Mares per ValorY, uno degli speakers della sala “E-commerce e Retail”. Riccardo ricopre il ruolo di Chief Operating Officer del gruppo WMR. Ho potuto porgli alcune domande inerenti alla Sua attività professionale ed al gruppo in cui lavora. 

Ho sentito parlare molto bene del gruppo WMR. Può introdurre brevemente questa realtà?

Il gruppo WMR è l’evoluzione qualitativa di Studio Cappello, realtà imprenditoriale padovana che offre servizi di web marketing da quasi vent’anni.

A dicembre per me sono 10 anni di storia condivisa: sono entrato come SEO Specialist e ora ho la possibilità di coordinare la produzione con il ruolo di COO. 

Gli ultimi anni sono stati particolarmente importanti in quanto dal cuore Studio Cappello, specializzato in SEO-SEA, abbiamo esteso competenze e attività creando nuovi rami d’azienda:

  • Studio Cappello: azienda dedicata alla consulenza web marketing a 360°: SEO, Adv, Digital PR, Automation, Servizi di Web Marketing integrati, Consulenza strategica, …
  • Adviva: azienda dedicata alla creatività, CRO e sviluppo
  • WMRI: spinoff specializzato nella Data Intelligence, nella Business Intelligence e nell’analisi previsionale omnichannel
  • WMRH: azienda specializzata nella consulenza alberghiera
  • WMR Academy: spin off per la formazione professionale di alto livello, con la partecipazione dei migliori professionisti di Studio Cappello

Cosa distingue WMR Group? La maniacale passione per le performance, per l’innovazione e per la guida dei clienti verso un miglioramento continuo.

Quali fattori dobbiamo tenere in considerazione per scegliere il CMS (sistema di gestione dei contenuti) da utilizzare per creare un e-commerce?

Mi fa sorridere, perché nel 1999 questa domanda è stata il fulcro della mia tesi di Ingegneria Informatica a tema e-commerce. Sicuramente ritengo che gli aspetti da valutare siano principalmente due:

  • Utilizzo di un CMS in grado di rispondere alle esigenze dell’e-business e integrazione con i principali strumenti aziendali esistenti
  • Capacità da parte dell’azienda – e dei suoi partner – di mantenere efficientemente e efficacemente il CMS (storie di aziende che hanno scelto il CMS di “pancia” e poi tecnologicamente bloccate ce ne sono troppe)

Quali sono le best practices SEO per ottimizzare un e-commerce?

Quanti capitoli ho per rispondere? L’obiettivo finale è fare in modo che il sito sia in grado di posizionarsi nelle SERP (pagine dei risultati dei motori di ricerca) con le migliori risposte per i diversi intenti di ricerca dei navigatori.

Nel backstage significa assicurarsi che il server risponda nel modo più veloce possibile, i bot leggano tutte le pagine necessarie e non perdano tempo in pagine non necessarie, le pagine si compongano a schermo nel minor tempo possibile, i bot siano in grado di interpretare al meglio i contenuti e … si ottengano posizionamenti migliori rispetto alla concorrenza.

Quali sono oggi le figure più richieste in ambito Digital Marketing e quali pensa lo saranno in futuro?

Dando per scontato (non è sempre così) garantire le basi (SEO, SEA, SMM, …) sarà fondamentale sviluppare team in grado di raccogliere e analizzare i dati, in modo da farli diventare strumenti al supporto strategico/decisionale.

Crede che un canale di comunicazione responsabile come ValorY possa essere d’aiuto ai giovani per il loro orientamento professionale? Creare alleanze strategiche per formare la Next Generation ai nuovi modelli di business può essere un modo?

Considera che qualche anno fa ho scritto un libro chiamato Mamma posso spiegarti: Lavoro nel web con l’obiettivo di divulgare in modo semplice ma completo, la complessità dell’universo che costituisce il Digital Marketing e il mondo della comunicazione digitale.

Oggi è assolutamente fondamentale dare ai giovani gli strumenti necessari a discerne la qualità dalla fuffa. In un mondo che soffre di iper-disponibilità di informazioni, se non si ha la bussola corretta il rischio è di infrangersi in percorsi formativi errati e poco produttivi.

Da questo articolo è possibile evincere quanto siano articolati Digital Marketing ed e-commerce. È necessaria una continua ed insaziabile curiosità per approcciarsi e successivamente continuare ad aggiornarsi in questi ambiti che hanno invaso la nostra quotidianità. Occorre fare tesoro delle esperienze di professionisti esperti al fine di poter realizzare le nostre aspirazioni. 

Marco Gastaldi

DIGITAL INNOVATION DAYS: l’esperienza dei VALORY Reporters

DIGITAL INNOVATION DAYS: l’esperienza dei VALORY Reporters

Cinque ragazzi di età e città diverse, con poco in comune se non un interesse nei confronti della scrittura e del giornalismo.

Cinque ragazzi che probabilmente non si sarebbero mai confrontati se non fossero approdati sulla piattaforma Valory, o non avessero deciso di partecipare al contest istituito per diventare reporter per i Digital Innovation Days, edizione 2020.

L’intero mese di Ottobre è stato dedicato all’approfondimento guidato dalla blogger Linda Lato della metodologia da usare, e alle interviste agli speaker, selezionati singolarmente dai reporter sulla base dei nostri interessi. Interviste domenicali, interviste in corsa, interviste più rilassate che hanno strappato una risata ai partecipanti.

E se già all’inizio dell’esperienza tutti i Valory reporter hanno avuto modo di dire la loro, raccontare cosa li aveva spinti a partecipare al contest, quali difficoltà avessero riscontrato e così via, ad evento chiuso è giunto il momento di tirare le fila, e scoprire cosa, davvero, i DIDays hanno portato nella vita di ognuno di noi.

Mi chiamo Marco Gastaldi e ho 24 anni. L’evento “Digital Innovation Days” è stato per me un’ottima occasione per conoscere i diversi punti di vista sul Digitale dei vari speakers relatori, aumentare le mie competenze ed entrare in contatto, facendo rete, con nuovi professionisti che prima non conoscevo.

Ho seguito in particolare alcuni interventi focalizzandomi principalmente su due aspetti per me importanti: la formazione e l’uso di LinkedIn. Tutti gli interventi hanno avuto un denominatore comune: il digitale implementato non solo nel momento presente in vista del recente lockdown ma visto come una prassi da utilizzare anche nel futuro. Se penso al mondo della formazione, il primo pensiero che mi viene in mente è il ricordo delle fatiche sostenute negli anni per ottenere testi scolastici in formato digitale che fossero accessibili a tutti i portatori di disabilità. Oggi il mondo dell’editoria si è evoluto molto: diverse opere, non solo i testi scolastici, sono disponibili per tutti anche in versione digitale e ho potuto notare con piacere che molti enti di formazione hanno modificato il loro approccio metodologico, con modalità online e un’interazione tra i discenti attraverso le piattaforme sincrone spesso utilizzate durante il recente lockdown. La digitalizzazione però non si è limitata a questo, in un tempo relativamente breve si è introdotta nella nostra quotidianità. È evidente che il digitale sta diventando ora molto pervasivo nel nostro Paese in tutti i settori produttivi, è la strada per permettere una maggiore competitività ed in molti casi la sopravvivenza alle tante realtà che contraddistinguono l’Italia, dall’artigianato alle piccole industrie, al settore della moda e del turismo, ai tanti piccoli contesti unici per la loro creatività. La novità che ho percepito nei vari interventi è stata la visione dell’innovazione come occasione per riflettere su sé stessi generando un cambiamento, come mezzo affinché l’essere umano segua le proprie aspirazioni, come strumento per instaurare un marketing più etico. Un’evoluzione a mio parere necessaria per un Digital Marketing non più volto solo ad acquisire un numero elevato di contatti, ma che si pone l’obiettivo di rispondere al bisogno crescente dei potenziali clienti di essere ascoltati e di instaurare rapporti di fiducia, che successivamente genereranno fidelizzazioni. Da ciò l’importanza di creare contenuti per il proprio profilo LinkedIn pensati appositamente per ogni categoria di utenti target, creando relazioni. La formazione vista come occasione di cambiamento deve per necessità essere più ampia, orizzontale, accessibile a tutti, in modo che ogni individuo possa promuovere l’innovazione nell’impresa in cui lavora. Gli interventi che si sono susseguiti nel corso dei “Digital Innovation Days” mi hanno confermato la possibilità di instaurare un marketing digitale che generi nell’altro gratitudine.

Il mio nome è Vera Lazzaro, ho 19 anni (quasi 20, mettiamola così e sentiamoci più maturi!) e, dall’inizio del lockdown, credo di aver preso parte – come spettatrice – a una miriade di eventi virtuali. Dalle più semplici riunioni, a seminari (che pare si chiamino “webinar” nella fluida lingua del web, ma preferisco continuare a utilizzare il termine vecchio stile) sugli argomenti più disparati, alle lezioni universitarie di ogni materia immaginabile: il web ha permesso, a me come alla maggior parte dei miei coetanei, di mantenere in un periodo di stravolgimento almeno la parvenza di una vita normale.

Molti dei miei amici mi definiscono una persona ipercritica. Se questa è una cosa buona – parzialmente – quando rifletto queste continue critiche su me stessa, non posso dire la stessa cosa quando il mio cipiglio dubbioso si ferma sull’opera altrui. L’avere sempre più a che fare con i social network, però, soprattutto a partire dalla mia esperienza con il giornale online Change the Future (“figlio” di Save the Children Italia e SottoSopra), mi ha fatto notare che forse il mio essere critica nei confronti di tutto e tutti – con i giusti limiti autoimposti e una mano da parte di qualcuno più tranquillo di me! – può essere un’arma importante.

I social network lavorano molto sull’immediatezza. Una bella grafica, una bella immagine, un video con un attacco importante: questo è quello che sembra funzionare, perché, come ci hanno fatto notare i creatori di TikTok (quando l’ho usato, per esattamente due giorni, si chiamava ancora Musical.ly), lo span medio di attenzione si è ridotto tanto da far sembrare anche video da 30 secondi un tantino troppo lunghi.

La partecipazione ai DIDays – anche se frammentata a causa degli impegni universitari, e ringrazio il fatto che gli interventi siano poi stati caricati comunque e lanciati nell’etere per chi come me ne ha perso qualcuno – è stata interessante anche per dare un’occhiata alla vera e propria scienza che si sta sviluppando dietro i social. Ci sono contenuti che vanno bene su FaceBook, ma sono impensabili su Instagram: è diverso il format, è diverso il pubblico, è diverso l’uso del social. Ci sono video che vanno bene per YouTube, ma per IGTV, che sta prendendo piede, non sono abbastanza immediati: se su YouTube guardo un video di quindici minuti, non è detto che io sia disposta a farlo su Instagram. Ed è incredibilmente interessante, perché scoprire come funzionano i social – meglio, come le persone utilizzano i social trascinando altre persone “esperte” nella valutazione e ottimizzazione dei medium – ci aiuta anche, un po’, a scoprire lati messi in ombra di noi stessi.

Ciao sono Diego Patrizio,  ho 15 anni e anch’io ho partecipato all’esperienza “full immersion” come Valory reporter per l’evento online dei Digital Innovation Days.

Devo dire che è stata un esperienza più che positiva anche se non l’ho completamente conclusa, (aspettatevi ancora qualche articolo sul blog!).

Come ho detto sono un’adolescente, ma nonostante ciò ho deciso di gettarmi a dirimpetto in questa esperienza, seppur possa sembrare da adulti, e, quello che ne è uscito fuori è stato un qualcosa di piacevolmente inaspettato. 

Dovete sapere che io amo l’incertezza perché penso che le cose più belle avvengono proprio quando non si sa bene cosa può accadere: in una tale condizione si è molto vigili, visto che nulla è dato per scontato, dando così molta attenzione ed importanza ad ogni minimo “segnale” percepito: è in questo stato immersivo dove trovo le idee migliori e mi pongo le domande più complesse.

Questo è un concetto che lo sento particolarmente mio, e posso anche catalogarlo come un mio valore, anzi direi che questa è la mia personale interpretazione di innovazione!

Durante gli “speech” sono stato in questo quasi perenne stato di immersione profonda: più discorsi sentivo e più i dubbi si formavano dentro la mia mente.

La frase di Socrate: “So di non sapere” racchiude quello che ho provato: più mi sforzavo di comprendere qualcosa e più mi rendevo conto del fatto che la mia conoscenza è molto limitata.

Questo è un sentimento raro, con sensazioni contrastanti, che chiede lunghi momenti di silenzio per essere ben compreso ed ascoltato: sento la sua presenza ancora adesso, tramite nuove e vecchie domande, domande mai poste ed altre da tempo ignorate. 

L’impatto dei DIDays su di me è stato piuttosto concreto e comprendo che il digitale, tramite tutte le sue varie manifestazioni, può risolvere sotto la guida dell’uomo molti problemi: basti pensare che se l’evento non fosse stato trasmesso via remoto io non l’avrei mai visto ed adesso non sarei qui a scrivervi della mia esperienza!

L’elemento cardine però è sempre l’uomo, il quale tramite il suo tratto distintivo: cioè l’immaginazione, deve porsi nuove domande e, assistito dal digitale, trovare nuove risposte. Solo così l’umanità potrà concretizzare un nuovo futuro: un futuro diverso, pronto al cambiamento, forse anche migliore, che però per realizzarsi deve prima portare cambiamento dentro noi stessi: perché siamo proprio noi, specie umana, coloro che orientano la direzione del futuro e nessun altro (neanche il digitale!) può adempiere a questo compito: tanto difficile quanto incredibilmente affascinante.

Sono Jessica Stella, ho 17 anni e studio relazioni internazionali per il marketing all’istituto tecnico Zanon di Udine.

Ho deciso di partecipare a questa esperienza come reporter per l’evento digital innovation days non solo per soddisfare la mia curiosità insaziabile e la voglia di intraprendere nuove esperienze e sfide personali ma anche per toccare con mano il mondo dell’innovazione, osservando da vicino quello che questo futuro sempre più prossimo ci aspetta, grazie alle incredibili tecnologie di cui disponiamo e alla conseguente innovazione visibile nella quotidianità.

Questa esperienza mi ha aperto la mente; non solo grazie alla possibilità che ho avuto di intervistare ed assistere agli interventi di numerosi speaker molto competenti nel loro settore (che hanno trattato in anteprima temi innovativi su vari argomenti di mio interesse personale e di cui non molti sono a conoscenza); ma anche di approfondire e osservare più da vicino e con un’ottica diversa il cambiamento che la digitalizzazione sta portando nel mondo odierno.

Molti potrebbero pensare che digital innovation days sia rivolta a soli adulti e che adolescenti come me potrebbero non aver colto; ma non è così! 
Per me l’innovazione si fonda sulla capacità di trasgredire e pensare fuori dagli schemi;
e chi, meglio di noi giovani è in grado di farlo?

A mio parere dovremmo smettere di soffermarci su chi ha creato cosa e collaborare per realizzare i nostri sogni, ricordandoci che non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere ma quella che si adatta meglio al cambiamento.

Sono Samantha Zorzi, ho 25 e vengo da Padova, mi sono diplomata in lingue e Web Graphic Design e ora sto studiando PsicoEconomia all’Università.

Il mondo del Digitale e dell’innovazione mi ha sempre affascinata ed ho sempre ricercato ogni strumento, webinar, seminario o evento che mi potesse essere d’aiuto nella mia crescita in questo campo sia personale, professionale e artistico. 

Ho deciso di partecipare a questo evento il “Digital Innovation Days” in veste di Valory Reporter perchè per me è stata un’ottima opportunità per crescere come persona, lanciarsi nel cosiddetto “Ignoto” non è mai semplice, tanti è vero possono essere i dubbi, soltanto che farlo beh questo sì che porta grandi soddisfazioni. Questa esperienza mi ha permesso di confrontarmi con altre figure professionali più esperte, conoscere nuove realtà e non solo dal punto di vista professionale, anche umanitario ed è stato per me un grande onore. 

Ho conosciuto temi di grande valore come: Cambiamento, Resilienza e la Forza di Volontà. 

Sono grata a Valory perchè mi ha permesso di fare questa meravigliosa esperienza che porterò sempre nel cuore. 

I DIDays sono giunti alla fine, i pezzi, quasi tutti, sono stati completati e pubblicati o in programmazione. Certo, ed è una sensazione comune a tutti i cinque reporter, un evento totalmente in digitale non può essere innalzato allo stesso livello di un evento fisico, dove le parole di uno speaker si fanno strada tra mormorii interessati, battute, ragionamenti. Non c’è lo stesso calore, davanti a uno schermo, non c’è la stessa sensazione di essere parte di qualcosa di grande.

Tuttavia, va riconosciuto un valore aggiunto alla digitalizzazione di eventi di questo tipo: una maggiore accessibilità. Resa una necessità dalla pandemia di COVID, la digitalizzazione può diventare una “best practice” non solo per questo evento ma a livello generale, in quanto permette a persone lontane di annullare la distanza e a chi, per qualunque motivo, ha difficoltà nel partecipare fisicamente a questi eventi, di essere comunque parte di un’immensa comunità online.
Noi vi aspettiamo sulla nostra community VALORY!

WMF – Web Marketing Festival 2020- Formazione digitale

WMF – Web Marketing Festival 2020- Formazione digitale

WE MAKE FUTURE, creiamo futuro: uno slogan che racchiude il potere del “costruire” guardando al futuro investendo nel presente. Valory dà valore al futuro, e lo fa, parlando ai suoi veri protagonisti, i giovani, che sanno scoprire nell’innovazione un nuovo modo di costruire relazioni, lavoro e formazione.

WE MAKE FUTURE 2020 è l’evento digitale di cui Valory è media supporter. Il 19, 20 e 21 novembre Rimini accoglierà l’8ª edizione del WMF, uno dei più grandi eventi sull’innovazione digitale e sociale che nel 2019 ha registrato oltre 21.000 presenze. 

COSA E’ IL WMF 2020?

E’ un acceleratore di Innovazione, Educazione e Sviluppo per il nostro Paese. Un evento che verrà trasmesso da Rimini prevedendo la sola modalità di partecipazione online, seguendo le attuali linee guida istituzionali legate alla recente emergenza sanitaria. Quest’anno, la formazione più completa al mondo su innovazione e web marketing, sarà completamente digitale e potrai scegliere su cosa formarti, passando da una sala all’altra velocemente, decidendo cosa seguire tra le oltre 60 sale formative in programma, ognuna delle quali rappresenta un evento a sé.

Oltre 500 speaker’s,, scelti dopo una lunga selezione, condivideranno con te le loro conoscenze su mondi come Web Marketing, Coding, Startup e Imprenditoria, Esport & Gaming, Filantropia e ONP, EduTech, Robotica, AI & DeepTech, SEO, Digital Journalism, Aerospace & Big Data, Social Media Strategies, Cambiamenti climatici, E-commerce e tanti altri ancora.

A CHI E’ RIVOLTO L’EVENTO?

Il WMF è un evento rivolto a tutti!

Sei un professionista? 

Oltre alla formazione sul Web Marketing e sui principali temi dell’Innovazione digitale, i professionisti presenti potranno avere una panoramica generale sui trend e sulle novità del mondo dell’innovazione tecnologica, così da avere una preparazione completa e l’occasione per implementare la propria crescita personale e professionale.

Sei un Direttore Marketing?

Avrai l’opportunità di aggiornarti, ma anche conoscere e farsi conoscere, attraverso i numerosi eventi di business e networking. Al Festival, Direttori Generali e AD potranno condividere un percorso formativo con il loro team e ampliare il proprio network, entrando in contatto con altre realtà imprenditoriali e con i più importanti brand.

Sei un Blogger o un appassionato?

Grazie alle molteplici sale formative verticali su altrettante tematiche, è possibile personalizzare il proprio percorso formativo durante i tre giorni, ampliando così le conoscenze e le competenze nei diversi ambiti del Web Marketing e dell’Innovazione Digitale. Chi muove i primi passi nell’ambito del digital marketing potrà scegliere interventi base, così da avere una preparazione iniziale sui diversi temi in programma e sviluppare le skills più utili nel mondo del lavoro.

Sei uno studente?

Sono numerose le attività del WMF promosse per incoraggiare la partecipazione attiva dei giovani, delle scuole e degli istituti. Negli scorsi anni infatti, il Festival ha dato vita al WMF LAB e alla Startup Competition Young, iniziative che avvicinano i giovani al mondo dell’innovazione, fornendogli gli strumenti necessari per far fronte ad  una realtà lavorativa in rapido cambiamento. Durante la tre giorni inoltre, molte scolaresche saranno coinvolte in percorsi educativi e formativi dedicati. Studenti e studentesse under 27 potranno invece usufruire di una speciale promo, per accedere al Festival a un prezzo speciale.

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Sei un Gamer e Appassionato di Esports?

Il WMF è anche luogo di aggregazione per tutti i gamers e gli appassionati di videogiochi. In agenda nel 2021 infatti, una Sala Formativa dedicata al mondo Esports and Gaming, un’Area Droni, Tornei Amatoriali e sessioni di Live Showmatch. In programma poi tante altre iniziative, che trasformeranno un’area del WMF in un vero e proprio Festival degli Esports.

SEGUI L’EVENTO CON LA MASSIMA LIBERTA’

Per tutti gli interventi in programma, inoltre, avrai a disposizione le videoregistrazioni. Nessun problema, dunque, se imprevisti o impegni ti impediranno di seguire l’evento in diretta. Avrai l’opportunità di rivedere le registrazioni  degli speech e ricevere le slide mostrate in sala dagli esperti senza perdere l’opportunità di continuare a formarti anche dopo l’evento, senza limiti di tempo né di visione!

Scopri il programma completo!

Con VALORY, media supporter dell’evento, se sei uno studente, hai la possibilità di usufruire uno speciale sconto per l’acquisto dei biglietti utilizzando il Codice sconto che trovi su VALORY APP SCARICA ORA! 

Scrivici a hello@bevalory.com per maggiori info

Linda Lato

GIOVANI AL CENTRO: la Creative Strategy di ZOOCOM con Greta Santi

GIOVANI AL CENTRO: la Creative Strategy di ZOOCOM con Greta Santi

Vuoi diventare Creative Strategy Manager ma non sai da dove partire? 

Scopriamo insieme a Greta Santi, Creative Strategy Manager presso Zoocom, creative media agency del gruppo OneDay e Scuolazoo, come nasce un’idea creativa e su quali valori puntare.

In occasione dei ” Digital Innovation Days” ho avuto il piacere di intervistarla in qualità di Valory Reporter, entrando nel vivo del suo lavoro mentre nella video intervista che troverete su Valory App, ci ha dato spunti interessanti su argomenti come “cambiamento, volontà e responsabilità”. 

Immagine che contiene abbigliamento, donna, sorridente, vestito

Descrizione generata automaticamente

Come descriverebbe il ruolo del Creative Strategy Manager e quanto è strategico all’interno di un’azienda sempre più digitalizzata?

Il ruolo del Creative Strategist, indipendentemente dal ruolo gerarchico che ricopre in un’azienda, è una figura fondamentale e destinata ad essere una figura sempre più ricorrente, non solo nelle realtà digital.

E’ una figura ibrida in grado di “orchestrare” a 360° più attività diverse facilitando le connessioni fra team, dialogando con il cliente e fornendo un approccio consulenziale anche per modellare i propri prodotti/servizi in funzione di target e obiettivi.

Oggi, soprattutto nel nostro settore, ci troviamo spesso di fronte a clienti con più esigenze di comunicazione nello stesso momento e sempre meno tempo per studiare, pensare, progettare e sviluppare attività che rispondano a questi obiettivi; parliamo a target sempre più liquidi, in grado di evolvere trend, attitudini e comportamenti di consumo a una velocità incredibile.

Diventa quindi necessario avere delle figure che riescano, con le loro conoscenze e competenze a orizzontali a unire al Project management anche competenze creative e di planning dialogando con team anche molto diverse fra loro diventandone il naturale collettore. 

Il risultato è offrire ai clienti soluzioni coerenti tanto dal punto di vista strategico che dal punto di vista creativo, concepite velocemente per rispondere nel modo più efficace possibile sia agli obiettivi sia all’investimento economico messo a disposizione.

Quali sono gli elementi fondamentali da tenere in considerazione quando parliamo di Creative Concept?

Generalmente vanno valutati tutti quelli che si hanno a disposizione, l’importante è non vederli come elementi separati, ma valutarli con una visione di insieme

Questo permette di settare quasi in maniera automatica e naturale una strategia dalla quale andare poi a sviluppare il concept creativo.

Essendo il concept la linea da seguire per costruire poi i contenuti, gli elementi che sicuramente non possono mancare nell’insieme, sono da un lato i bisogni, i desideri e le attitudini del target che tramite una campagna si fa capire al target come quel prodotto e/o servizio può soddisfare un bisogno o far avverare un loro desiderio recondito.

Dall’altro le features del prodotto o del servizio che in un mondo altamente competitivo e con un target bombardato da infiniti stimoli spesso ha senso concentrare l’effort sulle caratteristiche differenzianti.

In questo non bastano solo gli elementi, anche le attitudini di project management sono fondamentali: reperire subito le informazioni che riteniamo fondamentali e redigere un brief interno per tutti gli altri team coinvolti nel processo di realizzazione del concept, passaggi che spesso potrebbero venire sottovalutati ma che sono essenziali per lo sviluppo di un creative concept efficace e aderente sia con le necessità del target che con l’identità di brand.


Quando si va a sviluppare una strategia di Marketing quali sono gli elementi chiave per renderla efficace? Può farci un esempio con uno study case? 

Tutti diremmo che dobbiamo tenere in considerazione obiettivi, target, canali ecc.. Vorrei fare un passo oltre sostenendo che ciò che ritengo fondamentale non sono tanto gli elementi che concorrono alla strategia di marketing, ma che vengano studiati con l’attitudine giusta:

  • La capacità di aver vision di lungo periodo, in grado di valutare come raggiungere l’obiettivo (o più obiettivi dando la giusta priorità a ciascuno).
  • La consapevolezza che i target possono essere broad su determinati comportamenti di consumo, mentre su altri sono estremamente frammentati.
  • Il coraggio di intraprendere una strada (se è stata tracciata sulla base di informazioni concrete e dati).

Cosa consiglierebbe ad un ragazzo/a che vuole iniziare a conoscere questo mondo e ricoprire questo ruolo?

Leggere, confrontarsi, osare.


Viviamo in un mondo sempre più fluido: le conoscenze di oggi, domani potrebbero già essere obsolete. 


Leggere per essere informati sul proprio lavoro e non solo è utile per ampliare le conoscenze e acquisire sempre nuovi punti di vista.

Confronto: misurarsi con il prossimo sia esso un peer o un leader del proprio settore o un altro, aiuta la crescita, il potenziamento dell’empatia e lo sviluppo di un metodo che possa essere efficace non solo per te, ma anche per i reparti che lavorano con te.

Osare: se hai un’idea, un’intuizione o una proposta, parlane! Non farti intimorire dall’essere giovane e/o inesperto, è questo il metodo migliore per imparare velocemente. 



La vostra realtà si nutre di giovani sia all’interno che all’esterno come fruitori finali dei vostri servizi, che caratteristiche bisogna ricoprire per far parte del vostro team?

Sono convinta che occorrano poche semplici caratteristiche, principalmente personali. Una delle più importanti è la curiosità: il motore naturale che stimola la crescita personale e di gruppo, unito all’ambizione, lo stimolo che porta a mettersi costantemente alla prova per migliorare il proprio metodo e il proprio contributo a un progetto o all’azienda. Ultimo, ma non meno importante, l’empatia: nessuno di noi lavora da solo e l’empatia salva da misunderstanding, da ripetuti passaggi con altre figure e aiuta a prevedere, prevenire, facilitare i rapporti e arricchire il bagaglio di prospettive e punti di vista che si hanno.


Pensa che utilizzare strumenti di comunicazione responsabile che stimolano comportamenti proattivi come ValorY possa essere utile anche per le aziende come la vostra che vogliono instaurare con la next generation un rapporto più empatico e stimolante?

Sì, certamente. Noi per nostra natura, siamo in prima linea nel creare un link diretto con le generazioni più giovani, non solo grazie ai prodotti B2B ma anche a osservatori, workshop e altri punti di contatto con quello che non è solo un target da analizzare, ma anche e soprattutto da coinvolgere! Non tutti hanno ancora fatto questo passo nei confronti delle next generations, ValorY in questo senso può essere un acceleratore.

Ora che abbiamo scoperto insieme a Greta tutti gli elementi che caratterizzano un Creative strategy manager, ti auguro il meglio per il tuo viaggio in questo meraviglioso mondo se sceglierai di intraprenderlo.

Nel frattempo, ti aspetto nella nostra Community di Valory per condividere insieme a noi le tue esperienze, le tue passioni e continuare ad approfondire. 

Samantha Zorzi

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É tempo di essere eroi di noi stessi: intervista a Paolo Guglielmoni

É tempo di essere eroi di noi stessi: intervista a Paolo Guglielmoni

Parlare di filosofia in un’era digitale sembra un paradosso, ma il sapere filosofico racchiude in se stesso l’essenza dell’atto creativo e dunque della stessa innovazione.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’unico e vero copywriter d’azione  che ha fatto della filosofia la sua fonte d’ispirazione per evolvere in sincronia con i tempi moderni.

Paolo Guglielmoni si racconta ai nostri VALORYERS ricordandoci quanto da giovane si sentiva “immortale” e come l’orgoglio per se stesso lo ha aiutato a perseguire il suo percorso anche contro i consigli dei molti.  

Può raccontare il suo percorso ai nostri VALORYERS, le difficoltà e i successi che ha raccolto lungo la sua strada?

Come dico spesso, sono filosofo nativo e creativo adottivo. Perché nasco come saggista di Filosofia, professione che mi ha portato a fare ricerca all’Università di Cambridge in UK, dove ho sviluppato una mia interpretazione del pensiero di David Hume, che mi ha consentito di diventare curatore dell’opera italiana di David Hume per Bompiani.

In UK ho scoperto il Creative Writing, in particolare il Copywriting di David Abbot (quello degli annunci Economist…). Così, tornato in Italia mi sono dilettato come copywriter freelance, finché sono stato notato da Leo Burnett Italia, dove sono diventato Copywriter e Direttore Creativo. Così è avvenuta la mia “adozione” nel mondo della creatività.

Data la mia formazione filosofica, sono sempre stato un creativo dal forte approccio strategico, e dalla grande consapevolezza dei media, offline e online. Nei miei 13 anni in Leo Burnett ho lavorato sui progetti ADV e Digitali dei principali clienti locali e globali, vincendo anche numerosi premi nazionali e internazionali. In particolare, un mio annuncio Nintendo è stato selezionato dal Louvre per la sua Advertising Art Collection.

Ora ho una mia agenzia, che si chiama RADS (Responsive Ads): responsive, perché applica alla progettualità creativa l’approccio del responsive design, modulato attorno alla mia metodologia proprietaria di Advertising Circolare: per massimizzare i risultati, soprattutto virali, delle Brand. Questo approccio ha portato un mio video per Yves Rocher a essere incluso nella Youtube Ads Leaderbord 2018.

Oltre a questo, proseguo la mia attività di docenza universitaria con contratti in NABA, IULM, Ferrari Fashion School, e all’Università di Falmouth (UK).

I creativi concreti sono una nuova categoria di lavoratori, lei che tipo di imprenditore si definisce?

Mi definisco un imprenditore “open source”, nel senso che credo nella necessità di avere un software base, nel mio caso la mia metodologia proprietaria di Adv Circolare, che i miei collaboratori di volta in volta integrano, facendola propria e arricchendone l’efficienza e l’efficacia per le Brand che ci consultano.

Come può l’advertising circolare cambiare il modo di comunicare?

Massimizzando l’efficacia di ciò che già c’è, riducendo gli sprechi di budget, di tempo, e soprattutto di idee. 

Ed attivando, volta per volta, solo professionalità top, solo quelle che servono, solo quando servono: mettendole in sinergia anche con le professionalità già attive in azienda.

Come docente universitario quali corsi universitari consiglierebbe ad un giovane per avere uno sbocco lavorativo futuro?

Quelli che hanno in piano di studi non solo strumenti professionali, ma anche cultural.

Ha qualche consiglio per i giovani che devono approcciarsi a dei mestieri che oggi non esistono ancora?

Non cercate il mestiere che fa per voi, createvelo. “La differenza è concentrarsi sui propri obiettivi e non sul successo”.

Grazie a Paolo abbiamo fatto un viaggio d’altri tempi tra parole eufoniche e concetti di circolarità che ci hanno svelato un mantra da non dimenticare mai: diventiamo “eroi di noi stessi” per sentirci appagati della vita che scegliamo di vivere.

Simona Dell’Utri