“Città della Poesia” – Intervista a Simone Mestroni

“Città della Poesia” – Intervista a Simone Mestroni

La lettura ci insegna ad accrescere il valore della vitavalore che non abbiamo saputo apprezzare e della cui grandezza, solo grazie al libro, ci rendiamo conto.”
Questa citazione di Marcel Proust non poteva certo tenere conto che la lettura e l’avvicinamento alla letteratura potevano avvenire in modo insolito e originale come quello di Simone Mestroni e andare oltre il libro.
In questa intervista vi raccontiamo il progetto “Città Della Poesia” di Simone Mestroni che porta nel cuore il desiderio di avvicinare alla letteratura TUTTI, superando le convenzionalità, realizzando volti di scrittori e scrivendo poesie sulle saracinesche e sui muri della città di Udine.
Una proposta artistica originale nel contenuto, nello scopo e nella forma. In un’epoca in cui tutto scorre velocemente, l’artista ci cattura con l’immagine, ci fa fermare e riflettere lasciandoci un frammento di letteratura nel cuore. 

E’ nata prima la passione per i murales o la letteratura?
“Ovviamente per la letteratura. Il mio progetto si chiama “Città della poesia”. Va da sé che senza prima un’esperienza letteraria non avrei potuto fare una proposta artistica”.Quando e come hai deciso di trasformare le tue passioni nel tuo lavoro?
Tutto è cominciato gratuitamente. Mi presentavo dai commercianti del centro storico che possedevano delle saracinesche e spiegavo loro che volevo portare la poesia alla portata di tutti attraverso la pittura. E’ solo con il progredire del progetto, in termini di successo, che mi sono ritrovato a farne un lavoro”

Piazza S.Giacomo (Udine)



Il tuo progetto “Città Della Poesia” come nasce?
“Città Della Poesia è una risposta agli aspetti oscuri del presente. E’ l’alternativa allo “stupidume” moderno, alla talvolta spigolosa e rozza quotidianità, sia nei modi di esprimersi che in quelli di atteggiarsi.
A tutto questo ho risposto creando un contro altare che rappresentasse l’esatto opposto.
La delicatezza delle parole, la sinuosità dei mezzibusti di chi le ha scritte.
Un progetto che ha, però una finalità didattica ben precisa, vale a dire quella di catturare l’attenzione dell’uomo della strada, presentandogli versi e autori della poesia che magari non conosceva, dando così la possibilità di imparare qualcosa di letterario anche a chi non frequenta librerie, università e i vari luoghi adibiti alla cultura.
Un progetto ambizioso, se pensate che siamo uno dei paesi che legge di meno in Europa”.

Come scegli le frasi e gli autori da rappresentare?
Quasi sempre chi mi commissiona un lavoro mi lascia libertà di scelta e a quel punto soddisfo i miei gusti personali. Tendo a presentare autori sì di importanza nazionale o mondiale, ma comunque meno noti. Questo affinché si possa generare una conoscenza in più.
Tanti conoscono Alda Merini. Pochissimi conoscono Cristina Campo. Tanti conoscono Alda Merini. Pochissimi conoscono Cristina Campo. Io per far valere il mio principio di didattica, vale a dire quindi un principio di insegnamento, propendo a dipingere la Campo perchè sicuramente poco nota.

Preciso che quando parlo di insegnamento lo faccio senza presunzione, ma è la parola giusta per descrivere l’obiettivo di Città Della Poesia, che ripeto, è quello di far apprendere la letteratura ai passanti.

Le parole possono cambiare il mondo?
“Niente può cambiare il mondo se non lo sviluppo tecnologico; Il resto sono concetti fiabeschi. La poesia, la bellezza, l’arte, sono tutti ricamini cui ci piace credere. Sono un ragazzo molto concreto, tuttavia ammetto che la parola può cambiare e salvare un singolo individuo”

Via Planis (Udine)

Che cosa significa per te far parte del team Valory?
Valory è come Città Della Poesia, una scelta alternativa su un sentiero sicuramente meno illuminato, perché più impervio, dove ci si incammina se si hanno degli interessi positivi.
Una piattaforma dove una volta tanto non vi è spazio per aspiranti influencer  e spassionati. In Valory ho visto tanti ragazzi per bene che ti fanno credere che c’è del buono in giro”

Live Valory (Bologna)

Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Io non ho progetti. Ho il progetto; fatto e finito.
Quello che c’è da fare è divulgarlo, farlo comprendere e riuscire a coinvolgere.
Per capirlo bisogna vedere in Città Della Poesia il solco che traccia d’innanzi ad un futuro che non promette che decadenza culturale, una trincea di resistenza letteraria, dalla quale bisogna però saper anche uscire per brandire il messaggio.
“Mi aspetto che soprattutto le amministrazioni capiscano che quello che faccio non sono dei disegni, ma una battaglia per tenere in vita quello che fu scritto e la memoria di chi lo fece”.

Millennians e il mondo del lavoro

Millennians e il mondo del lavoro

Con il termine Millennial si indica la generazione del XX secolo che comprende i nati tra il 1981 e il 1996. Sono i consumatori 2.0 ed è la prima generazione a vivere nell’era digitale. 

Questa generazione è oggetto di moltissimi sondaggi e ricerche perché rappresenta il maggior numero di  consumatori con un elevato potenziale di spesa oltre a rappresentare il gruppo demografico più numeroso (secondo i demografi del Pew Research Center sono circa 2,3 miliardi di persone).Intercettare le preferenze e le abitudini dei Millennian diventa, dunque, strategico per le aziende e per i brand. Cosa piace ai Millennian? Gallup, società di consulenza e analisi, ha voluto approfondire questa tematica con una ricerca di mercato complessa e ad ampia portata dat titolo “How Millennials Want to Work and Live”.

Questa generazione è nota per avere più facilità di spostarsi da un’azienda all’altra ed è poco propensa a fidelizzarsi: il 60% di loro afferma infatti di essere aperto ad altre opportunità di lavoro. E’ una generazione fortemente criticata per questo, ma va considerato che molti, in realtà, non vogliono cambiare lavoro, ma sono le aziende che non danno loro validi motivi per restare. I Millennians cercheranno nuove opportunità lavorative fino a quando non troveranno ciò che desiderano.
L’indagine di Gallup scopre che i Millennials hanno difficoltà a trovare un buon lavoro che li coinvolga e li soddisfi, facendo registrare il tasso di disoccupazione più alto negli Stati Uniti.
Quali sono dunque le condizioni lavorative ideali per i Millennials?

COSA VOGLIONO I MILLENNIALS? 

1. Avere uno scopo

Per i Millennials il lavoro deve avere un significato, una giusta causa sentendosi liberi di scegliere. Il compenso è importante e deve essere equo, ma l’aspetto economico non è un fattore discriminante nella scelta di un lavoro. Questa è una generazione ottimista e crede che la vita e il lavoro dovrebbero avere un significato e vanno vissuti pienamente.

2. Apprendimento e crescita

Il motivo principale per cui viene lasciato un lavoro è una nuova opportunità di crescita professionale. Il rapporto rivela che l’87% dei Millennials considera le opportunità di crescita e di sviluppo professionale importanti in un lavoro. Le aziende che sanno individuare ed offrire questa occasione di crescita di carriera saranno molto più attraenti agli occhi dei Millennials.

3. Niente più capi, ma allenatori

I Millennials si aspettano che i loro capi “allenino” le loro capacità e le valorizzino come persone e dipendenti. Ciò richiede relazioni umane e non solo gestione del personale attraverso comando e controllo. Il 58% dei Millennials afferma che il valore dei manager e la qualità della gestione del personale sono estremamente importanti per loro quando valutano una proposta di lavoro.

4. Confronto e colloqui più frequenti

La maggior parte dei dipendenti riferisce che le loro prestazioni vengono valutate sulla base di report annuali o anche meno. Questo non è soddisfacente: quello che vogliono i Millennials sono confronti più frequenti sulle loro ambizioni, aspirazioni e obiettivi su cui costruire piani di carriera personalizzati.

 5. Valorizzare punti di forza

Andare oltre le loro debolezze è sviluppare e valorizzare i punti di forza. I punti di debolezza non si sviluppano mai in punti di forza: questi ultimi, invece, si sviluppano all’infinito. Il desiderio dei Millennials è che i manager trovino il modo di investire nel futuro dei propri collaboratori, affinando le loro competenze e istruendoli a diventare lavoratori migliori sin da subito.

6. I Millennials non vogliono un lavoro, vogliono un buon lavoro.

I Millennials vogliono contribuire attivamente all’interno di un’azienda, portando un valore aggiunto che permetta loro di sentirsi valorizzati. Vogliono un lavoro a cui appassionarsi, con il quale crescere ed evolversi.

Questa generazione altamente connessa con il mondo che li circonda vuole di più dalla vita e crede di poterlo ottenere. Sta spingendo per un cambiamento nel mondo, anche sul mercato e sul posto di lavoro e non si accontenta di schemi precostituiti osservando il mondo con occhi curiosi alla scoperta di emozioni da vivere anche lavorando.

Fonti Gallup  

Scritto da Linda Lato

LA PSICOLOGIA È UN DIRITTO PER TUTTI

LA PSICOLOGIA È UN DIRITTO PER TUTTI

Tante volte abbiamo parlato dei rischi psicologici connessi alla pandemia, soprattutto nel periodo più rigoroso del lockdown. Il periodo di incertezza e insicurezza sarà, molto probabilmente, destinato a durare nel tempo, coinvolgendo ciascuno di noi anche se per motivi differenti. Siamo senza risposte certe su cosa accadrà a settembre: il rientro scolastico, l’organizzazione familiare, il lavoro.

In questo articolo abbiamo intervistato ROBERTO CALVANI, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia,  psicologo dirigente presso ASUFC Friuli Centrale di Udine e segretario del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi). Una voce autorevole nel campo della psicologia, attraverso la quale poter osservare i dati generali emersi nei mesi precedenti e le proiezioni del prossimo futuro.

  1. Quali sono i dati emersi dalle rilevazioni del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) durante questa emergenza?

È emerso un bisogno di psicologia. Da un’indagine condotta in collaborazione con I’Istituto Piepoli su un campione di 1000 cittadini è emerso che 8 italiani su 10 hanno bisogno di un supporto psicologico come aiuto per gestire questa fase e vogliono che sia il sistema pubblico ad assicurare questa assistenza. Il 62%

degli italiani pensa che avrà bisogno di un supporto psicologico per affrontare la normalità, 1 italiano su 3 ha dunque confermato di avere bisogno di questo tipo di sostegno. Da questa indagine abbiamo riscontrato anche una sorta di “emergenza di coppia”: durante la fase di lockdown sono aumentate le richieste di separazioni. Un dato emerso precedentemente, ma che è confermato anche in questa fase, è che la salute psicologica deve essere compito delle Istituzioni, non si può lasciare un’emergenza di questo tipo solo al volontariato. 

  1. Qual è il rapporto dei giovani rispetto al supporto psicologico?

La maggiore richiesta di aiuto è arrivata principalmente dalla fascia d’età sopra i 30 anni, ma abbiamo raccolto dati rilevanti anche nella fascia adolescenziale.  I giovani, durante l’emergenza, hanno considerato il web da un punto di vista social, ma non socializzante. Si sono connessi per stare in contatto con gli altri, ma restando con un grande senso di solitudine. Attualmente stiamo riscontrando anche un aumento significativo di segnalazioni, ai nostri servizi, da parte di medici di base e pediatri, di dipendenza e astinenza da tecnologia in bambini anche molto piccoli (9/12 anni). In merito a queste segnalazioni stiamo cercando di organizzare progetti dedicati.

  1. Quali disagi sono emersi maggiormente dai colloqui a sostegno psicologico, durante l’emergenza Coronavirus?

Attraverso i numerosi colloqui on-line (o anche in presenza, nei casi più gravi), nella fascia adolescenziale, abbiamo riscontrato gravi disturbi dell’ansia, del sonno e dell’alimentazione legati anche ai cambiamenti della routine. La paura è emersa soprattutto nel primo periodo e a volte è sfociata nel panico. Nella fase successiva abbiamo assistito a disturbi quali alterazione del tono dell’umore, instabilità emotiva, entusiasmi e depressioni, disagi legati anche alla comunicazione e alle informazioni discordanti ricevute da fonti ritenute attendibili. Abbiamo riscontrato un aumento nell’uso di farmaci e attacchi di panico scambiati a volte per sintomatologie di malattie cardiovascolari. 

  1. David Lazzari, presidente nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha dichiarato che questa emergenza sanitaria diventerà sempre di più un’emergenza psicologica. Quali sono secondo Lei gli interventi indispensabili per contenerla?

In questa fase, in cui l’emergenza sanitaria – medica è più controllata, emerge un’emergenza di tipo sociale. Le Istituzioni devono essere preparate ad offrire non solo supporto nelle terapie intensive, ma supportare psicologicamente tutti coloro che ne abbiano bisogno. Nella prima fase abbiamo mobilitato 12 mila psicologici in Italia per un supporto di tipo psicologico attraverso un numero verde: in Friuli hanno aderito volontariamente 350 psicologici con oltre 2000 colloqui. L’ultimo Decreto Rilancio, ha lasciato ampio spazio alle Regioni per acquisire nuove professionalità sanitarie per l’emergenza, sottolineando la necessità anche della professionalità psicologica. Abbiamo avviato una campagna che porteremo avanti con la “Giornata Nazionale della Psicologia” che si terrà ad ottobre, dal titolo “#lasalutepsicologicaèundiritto”: un diritto di tutti e non un privilegio di pochi che possono permetterselo. 

  1. Il rientro scolastico: ritiene sia necessario un supporto psicologico agli studenti in collaborazione con gli insegnanti e le famiglie? 

Il sistema scuola è un sistema complesso e meritevole di grossa attenzione. Poter aprire sportelli scolastici di supporto a famiglie, studenti e insegnanti lo abbiamo ritenuto molto importante. Il CNOP è riuscito ad implementare a livello nazionale 1 milione di euro in fondi destinati alle scuole. Nell’ultimo decreto Rilancio, diventato legge, si parla di 3 milioni di euro da destinare alle scuole per l’apertura di sportelli di sostegno psicologico.  Se le scuole ne faranno richiesta, essendo questa una scelta legata all’autonomia scolastica, potranno attingere a queste risorse per attivare questi sportelli di supporto. Come Consiglio regionale (Friuli Venezia Giulia) dell’Ordine degli psicologi provvederemo a comunicare a tutti gli Istituti i riferimenti di legge e la modulistica per richiedere l’attivazione di questo sportello. 

  1. Può dare qualche consiglio per un sereno rientro scolastico?

Le linee guida generali non danno oggi certezze e garanzie alle famiglie in un sistema complesso come quello scolastico. Ci sono troppi punti interrogativi, per cui consiglio primariamente di ottenere anticipatamente le informazioni organizzative (palestre, corridoi, lezioni, orari, accessi…) relative all’Istituto di proprio interesse. Molti dei disagi tra i giovani sono riconducibili alla mancanza di routine, disordini degli stili di vita legati al periodo estivo in generale e al periodo di lockdown nello specifico. E’ necessario riprendere ritmi sonno-veglia e abitudini alimentari  almeno due settimane prima dell’inizio della scuola. 

Grazie alla lungimiranza del dott. Calvani nel 2018 abbiamo lanciato con l’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia la prima call rivolta a tutti i professionisti  della regione per avviare un progetto sperimentale di primo ascolto attraverso la nostra piattaforma digitale VALORY APP. Successivamente anche l’Ordine dell’Emilia Romagna ed altri colleghi del Trentino, Lombardia e Sicilia hanno aderito, contando oggi oltre 60 professionisti.

L’obiettivo del progetto è duplice:

1. avvicinare la figura dello psicologo alle nuove generazioni attraverso un sistema che garantisce risposte personalizzate via chat tutelando l’anonimato;

2. dare un supporto ai centri d’ascolto scolastici e soprattutto territoriali ai quali gli utenti vengono rinviati sulla base dei sintomi riscontrati.  

Il VALORY PSY TEAM durante la presentazione di lancio di VALORY APP IL 19.01.19. Guarda il video completo qui.

Crediamo nel valore della professionalità e la mettiamo al servizio delle nuove generazioni.

Scritto da Linda Lato

FIDUCIA NEL FUTURO

FIDUCIA NEL FUTURO

Questa pandemia ha portato con sé moltissimi cambiamenti e spesso leggiamo articoli su tutto quello che ci ha tolto e su tutto quello che non ha reso più possibile realizzare.    

Nei nostri precedenti articoli abbiamo parlato delle nuove sfide che ci attendono, sia digitali che emotive, ma abbiamo sempre creduto che questa fase potesse portare con sé opportunità, magari diverse a quelle che avevamo programmato. Valory crede nei giovani e si impegna ogni giorno, in collaborazione con enti, aziende e coach, a sviluppare  contenuti di valore. In questo articolo vogliamo parlarvi di chi, come noi, crede nei giovani e vede in questo presente complesso un’opportunità di investimento per i talenti e le passioni nel futuro. E’ il tempo della ripresa e abbiamo il dovere di ripartire dai giovani.

#CYBERCHALLENGE.IT e gli hacker etici

CyberChallenge.IT è un programma educativo organizzato dal Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del Cini (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) orientato ai giovani studenti di età compresa tra 16 e 23 anni. È la principale iniziativa italiana per identificare, attrarre, reclutare e collocare la prossima generazione di professionisti della sicurezza informatica. Si cercano studenti con passione, impegno e curiosità nelle discipline scientifico-tecnologiche (STEM). L’iniziativa che ha avviato i test di ammissione a febbraio, ha coinvolto 28 sedi nazionali (tra università e istituti di formazione) in una serie di gare volte a selezionare i migliori tra oltre 4.400 candidati. Compresi tra i 16 e i 23 anni e provenienti sia dalle università che dalle scuole superiori, i 20 vincitori di ciascun nodo beneficeranno di un periodo di formazione di dodici settimane, da marzo a maggio di quest’anno. In questo periodo, i 560 ragazzi risultati vincitori nelle selezioni regionali svilupperanno competenze volte a difendere e attaccare i sistemi informatici e a individuarne le vulnerabilità, con delle simulazioni che mirano a riprodurre le condizioni di un reale tentativo di intrusione. Il tutto sarà vissuto come un gioco attraverso le gare Ctf (Capture The Flag), nelle quali i partecipanti dovranno conquistare una posizione all’interno di un’infrastruttura avversaria dimostrando di poterla dominare, senza essere a loro volta dominati. La fase finale è stata posticipata alla prima metà di ottobre: occasione nazionale nella quale i componenti di ciascuno dei 28 nodi si sfideranno tra di loro. I più brillanti tra gli allievi coinvolti, individuati per competenze specifiche (reti, crittografia, intrusione, difesa, trasmissioni e tante altre) saranno convocati dalla Nazionale italiana di Cyberdefender, TeamItaly, che ogni anno include nuove leve da affiancare agli hacker etici selezionati l’anno precedente. Il TeamItaly partecipa ogni anno a numerose competizioni a livello internazionale e nel 2019 ha conquistato il podio della European Cybersecurity Challenge (Ecsc2019) classificandosi secondo a livello europeo.

#FASEGIOVANI – IL NUOVO PRESIDENTE DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA

#RiccardoDiStefano, classe 1986, nuovo Presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, ha nelle sue linee programmatiche parole come trasformazione digitale, formazione continua, competitività e sostenibilità, made in Italy e catene globali del valore.  Rappresenta il Movimento dei giovani industriali nel triennio 2020-2023.

Il Presidente Di Stefano, in una sua recente intervista ospite di Class CNBC, parlando dei giovani ha chiesto interventi coraggiosi a loro favore non soltanto a favore di quelli talentuosi, ma anche dei NEET (Neither in Employment nor in Education or Training) in costante crescita e che in questo momento non studiano e non lavorano offrendo loro opportunità anche di formazione.

Il Presidente Di Stefano crede fortemente che i giovani debbano tornare ad essere la priorità del Paese: la disoccupazione giovanile è di nuovo in crescita e il tasso di iscrizioni all’università è destinato a scendere. Bisogna arginare questi indicatori in rosso e aprire una “fase giovani”. Oggi più che mai i giovani hanno bisogno di fiducia nel futuro.

#NUOVEASSUNZIONI IN BANCA

L’Istituto bancario CREDEM, negli ultimi due mesi, ha avviato un’intensa attività di selezione rivolta per il 60% agli under 30 : 150 giornate di colloqui di selezione, 1.400 candidati colloquiati e 50 inserimenti. L’obiettivo è inserire altre 100 persone entro fine anno. Forte focus sarà posto, oltre che al settore commerciale, all’ambito IT con l’assunzione di 30 persone nei prossimi 12 mesi.
I nostri processi di selezione non si fermano perché non si ferma la nostra voglia di investire sulle persone, punto fermo della strategia di sviluppo di Credem”  ha dichiarato Simone Taddei, responsabile gestione e selezione del personale del Gruppo Credem. “Siamo da sempre impegnati in una costante attività di creazione di occupazione, sfida che si è rivelata vincente e che vogliamo che prosegua soprattutto in questo periodo puntando sui giovani e sul loro futuro. A livello più generale, gli strumenti di remote working, le adeguate procedure informatiche e i processi aziendali garantiscono un alto livello di efficienza e di servizio nei confronti del cliente, confermando che il Gruppo sta percorrendo la strada giusta”.

#IOSOCIALRESPONSABILMENTE

Anche Valory continua a sviluppare nuovi progetti di investimento a favore dei giovani con l’obiettivo di dare loro la fiducia che meritano attraverso un canale di comunicazione innovativo e responsabile.

Con la campagna #iosocialresponsabilmente abbiamo sposato le cause promosse da Changethefuture, progetto promosso da Sottosopra Movimento Giovani per Save the Children e Fridays For Future Udine grazie al contatto con alcuni dei nostri VALORYERS locali che hanno creato il ponte tra noi e questi movimenti. 

Tutto questo è il risultato dei progetti che i nostri PASSION TEAMS hanno iniziato a sviluppare dopo aver acquisito competenze trasversali e tecnico-organizzative grazie ai workshop con i nostri mentori e il supporto dei nostri psicologi.

#GIOVANIALCENTRO è il nostro motto perché loro sono i protagonisti di questo viaggio indimenticabile!

Scritto da Linda Lato

Fonti: https://www.cyberchallenge.it/
https://cybersecnatlab.it/chi-siamo/mission/
https://www.facebook.com/watch/?v=281290259781974

MINDFULNESS per tutti

MINDFULNESS per tutti

Esiste una pratica, basata sulla consapevolezza, può essere efficace nella riduzione e nel controllo dei disagi psico-fisici a cui siamo attualmente sottoposti? Come possiamo effettivamente contribuire al nostro benessere?

Da anni la mindfulness si sta affermando per supportarci in questo senso ma cos’è?

LA “MINDFULNESS” E’ CONSAPEVOLEZZA

La pratica della mindfulness trae origine da antiche tradizioni di meditazione e yoga, prevalentemente legate al buddhismo. Nel 1979, lo statunitense Jon Kabat-Zinn ( biologo molecolare), ha creato un corso MBSR ( Mindfulness Based Stress Reduction – Riduzione dello stress basato sulla consapevolezza) presso la Scuola di Medicina dell’Università del Massachusetts, per aiutare persone con malattie fisiche come il dolore cronico, senza avere la presunzione di guarirle, ma aiutandole nella gestione del dolore. Alla fine degli anni 90 sono già più di 400 i centri ospedalieri che offrono l’MBSR attirando l’attenzione di tutto il mondo scientifico soprattutto nel campo della psicoterapia.
Il programma MBSR è un programma scientifico, utilizzato tutt’ora nel mondo ed è diventato un supporto per la cura e la prevenzione di patologie ad ampio spettro quali: disturbo del sonno, alimentazione, attacchi di panico, stati depressivi, disturbo da stress post-traumatico.
Mindfulness è la traduzione in inglese della parola Sati, che nella lingua pali (lingua liturgica del Buddhismo), si riferisce all’espressione “attenzione consapevole”, “consapevolezza”.
Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn: “Fare attenzione a qualcosa in un modo specifico: intenzionalmente, nel momento presente e senza giudicare”; ovvero la capacità di poter notare i nostri pensieri e le nostre sensazioni con curiosità ed apertura, senza alcuna connotazione negativa.  

VALORY4FAMILY E “MINDFULNESS

L’iniziativa VALORY4FAMILY si pone l’obiettivo di supportare genitori e figli, soprattutto in questo momento storico, cercando di renderlo meno difficile. Un percorso di sostegno sviluppato grazie al supporto di professionisti psicologi e formatori appartenenti al Team Valory.

Ogni professionista seguirà un gruppo di massimo 10 famiglie guidandole in un percorso di mindfulness, art terapy e giochi di ruolo con un momento di confronto finale.

La sessione “mindfulness” verrà condotta dalla dott.ssa Noemi Di Nardo, psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicoterapia cognitivo comportamentale “Acceptance and Commitment Therapy (ACT)”, approccio terapeutico evidence-based che pone le sue radici nella pratica della Mindfulness.

Il percorso comporterà l’acquisizione di nuove consapevolezze interne ed esterne alla famiglia per garantirne la serenità anche durante il percorso scolastico, ed esercizi pratici da poter fare a casa o all’aperto ogni qualvolta se ne senta il bisogno.Tutti possono beneficiare di questo supporto. L’iniziativa è rivolta, infatti, anche a chi, pur non avendo problematiche particolari, desideri acquisire un nuovo atteggiamento che alleni alla pratica della consapevolezza, sviluppando un approccio e un atteggiamento diverso nei confronti dello stress.

Gli effetti benefici della “mindfulness” sono dimostrati anche sui bambini e sugli adolescenti, proprio perché migliora la capacità di prestare attenzione, di calmare l’agitazione e di dare strumenti per prendere decisioni migliori.

Negli ultimi dieci anni, infatti, si è assistito ad una estensione dei protocolli mindfulness in bambini e adolescenti, nei contesti scolastici, educativi e riabilitativi. In particolare, i primi studi si sono concentrati su piccoli campioni clinici, dimostrando l’efficacia della mindfulness in numerosi aspetti della salute psicologica e fisica di bambini e adolescenti (Ott, 2002; Semple et al. 2005).


Ulteriori e successivi studi hanno ampliato lo spettro degli utilizzi degli approcci mindfulness dimostrandone l’efficacia su vari tipi di disturbo e sintomatologie quali stress, ansia e disturbi della condotta (Biegel et al., 2009; Broderick e Metz, 2009; Singh et al., 2007), disturbo da deficit di attenzione/iperattività (Zylowska et al., 2008) e più in generale sulle capacità di autoregolazione e concentrazione di bambini e adolescenti (Napoli et al., 2005; Flook et al., 2010).

QUALI SONO GLI OBIETTIVI DELLA “MINDFULNESS

Gli incontri focalizzano l’attenzione sull’insegnamento di pratiche di consapevolezza fissando obiettivi quali:

-Miglioramento della qualità di vita;

-Regolazione dei propri stati mentali;

-Osservare e comprendere le proprie modalità automatiche e schemi mentali ripetitivi;

-Coltivare una modalità non giudicante verso se stessi, gli altri e l’esperienza;

-Migliorare la capacità di attenzione e di concentrazione;

-Avere cura di sé, degli altri e delle relazioni;

-Sviluppare la capacità di auto-osservazione.

Non bisogna confondere questa pratica come una “tecnica di rilassamento”. Il raggiungimento del benessere psico-fisico, infatti, non passa necessariamente da uno stato di distensione tipica della meditazione. E’ un modo di “leggere” la realtà in maniera intenzionale, ma consapevole e soprattutto non giudicante. Questa “consapevolezza”, aiuta ad accettare sé stessi e ciò che accade intorno. 

La tendenza a valutare, giudicare, interpretare e creare regole sono il “cuore della nostra sofferenza”, e ci impedisce di considerare i nostri pensieri come prodotti della nostra mente e non come eventi reali. L’attaccamento al contenuto letterale dei nostri pensieri impedisce di notare ciò che avviene nel momento presente e porta ad un tentativo di “evitamento esperienziale”: il bisogno di allontanare o modificare pensieri, sensazioni, ricordi ed emozioni spiacevoli che ostacolano il contatto con il qui ed ora (Blackledge, Hayes, 2001). La mindfulness ci permette invece di  entrare in contatto con le nostre sensazioni, emozioni sentimenti, osservandoli ed accogliendoli come eventi naturali, a  tornare nel qui ed ora sviluppando flessibilità psicologica, aiutandoci ad utilizzare nuove ed alternative modalità comportamentali più utili ed efficaci per vivere secondo i nostri valori e costruire una vita piena e significativa.  

Per il tuo percorso Mindfulness in famiglia, in azienda, di gruppo o personalizzato contattaci a valoryhelp@valoryapp.com

Fonti:
TESI DI LAUREA Mindfulness: pratica meditativa, strumento di riabilitazione e approccio terapeutico nei contesti educativi. LAUREANDA: Dott.ssa Margherita Pecile .  Mindfulness: Istruzioni per l’uso Di Tessa Watt

Scritto da Linda Lato