La Scienza per un Futuro + Responsabile – ValorYApp partecipa a Trieste Eurocapitale della Scienza 2020

La Scienza per un Futuro + Responsabile – ValorYApp partecipa a Trieste Eurocapitale della Scienza 2020

TRIESTE Eurocapitale della Scienza 2020.

VALORY partecipa con un suo proposal a colpi di pitch sul tema “La SCIENZA per un FUTURO+RESPONSABILE”.

Moderatore d’eccezione @matt.barbarossa, 18 anni ma già CEO, CTO & Founder
Sidereus Space Dynamics insieme a Simona Dell’Utri CEO & Founder BEVALORY Srl.

Seguiteci e sostenete la nostra proposta TRIESTE ESOF 2020.

Cronache di una giovane giornalista

Cronache di una giovane giornalista

“Passione e dedizione. Giornalisti si nasce?!

Ciao a tutti, sono Valentina,

ho 28 anni e sono una ragazza che scrive articoli su giornali cartacei e su una piattaforma web. Da oggi sono su Valory per raccontarvi un po’ quello che è il mondo del giornalismo di oggi in Italia. Quando Simona mi ha chiamato, dopo aver visto il mio profilo Instagram e la pagina Facebook di People’s Voice, dove intervisto e racconto i giovani con progetti, idee e sogni, ho accettato di buon grado la sua proposta. Sostengo i propositi di Valory, li ritengo molto importanti al giorno d’oggi e sono super felice di farne parte.

Sicuramente, letto l’incipit della presentazione, starete pensando “ah, beh sei una giornalista!”.

Si, vero, quando mi presento agli altri e non ho la possibilità di utilizzare dieci secondi del tempo disponibile per dire questa frase, mi definisco “giornalista”.

Ma, al di là della parola stessa, (la paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa, si cita nella saggia saga di Harry Potter – di cui sono una super fan ndr.) il giornalista, prima di essere un intellettuale, una persona colta, uno studioso, un appassionato di geopolitica, di sport, di moda etc, è, fondamentalmente, una persona rimasta ferma alla fase dei perchè” attraversata dai bambini piccoli.

Il giornalista è una persona curiosa. Punto. Un uomo o una donna che ad ogni sguardo, ad ogni azione, comportamento, avvenimento, si chiede prima di tutto una cosa “Perchè?… Perchè è successo questo? Perchè quel tale ha detto così?”.

Una volta scoperto che la tua passione primaria, prima ancora della tua sopravvivenza base – (tipo mangiare e bere – quelle ti ricordi quando ti brontola la pancia o hai la gola secca, prima la tua testa è altrove, non di certo focalizzata sul tuo stomaco) – è quella di dare una risposta a tutti questi “Perchè”, e che l’unico modo per darne sfogo è quella di diventare un giornalista, sappi che dovrai affrontare la tua prima grande sfida: “Il cellulare che squilla!”.

Si, davvero, a te che vuoi diventare giornalista dico: benvenuto nel club!

Ora scrivo per alcune testate locali, mi occupo di cronaca, di tutti i colori, una cosa “tranqui”, visto che al mondo oggi, ne succedono davvero di tutti i colori, talvolta anche di cultura, ma l’inizio del mio percorso lavorativo in quest’ambito è stato… rullo di tamburi… nella moda!

Ed è lì che ho capito davvero che prima di saper scrivere correttamente un articolo, inserire le 5 W, la regola delle regole, la regina, la base delle basi, (Who? Chi?, What? Che cosa?, When? Quando?, Where? Dove?, Why? Perché?), bisogna alzare il telefono, attendere che qualcuno ti risponda, fare le domande del caso, dritto al punto, scrivere quanto detto. Potrà sembrare banale, ma le prime volte, in quelle telefonate, c’è tutta la tua vita. Il cuore ti batte all’impazzata (e se dico castronerie?), la salivazione è pari a zero (e se non ricordo come mi chiamo?) e il sudore alle mani aumenta (ma se ci sono – 10 gradi com’è possibile? scusate accendiamo l’aria condizionata?) ogni singolo squillo equivale ad un tuo respiro che viene a mancare. E poi, dall’altro capo della cornetta, ecco la risposta. Ah, il sollievo di iniziare, dopo qualche momento di titubanza, che felicità!

Una volta superato l’approccio telefonico, si passerà ad un altro tasto dolente: la stretta di mano, l’intervista “face to face”.

Se mentre state leggendo questo scritto, siete seduti e in parte a voi avete carta e penna, prendete appunti: stringi forte la mano dell’intervistato, guardalo negli occhi. Ripetiamo assieme. Stringi forte la mano dell’intervistato, guardalo negli occhi. Non è una sfida, non sei tu giornalista vs politico di turno (cito i politici perchè di solito sono quelli che all’inizio intimoriscono di più, vi sfido a sentire “modifica di bilancio” quattro volte in una frase di dieci parole e capire dove inserirla nel testo, eh!). Ma non dovete nemmeno sentirvi inadeguati, pensare di essere di meno della persona che andate ad intervistare. Fondamentale, se volete fare il giornalista, è sentirvi alla pari, esattamente sullo stesso livello. Certo, vi suderà la mano, sicuramente di più dell’intervista telefonica, ma è un gesto che va fatto. Quindi, spalle dritte, educazione, forte stretta di mano, e via con l’intervista.

Se nel leggere queste caratteristiche basi, l’essere di un giornalista, hai sentito qualcosa, proprio in centro, qui, nel petto, ti stai già immaginando in una redazione, circondato da telefoni che squillano, se ti senti pronto a girare un po’ come una trottola per intervistare le varie persone e dare una risposta ai tuoi “perchè”, beh, qui la mano collega!!

Essere giornalista per me, vi sembrerà banale visto che sono di parte, è fare il lavoro più bello e difficile del mondo. Se anche tu entrerai in questo pazzo giro, credimi, avrai la possibilità di incontrare tantissime persone, svariate realtà, di raccontare storie, di farti nuove amicizie, di ridere fino a piangere, ma anche di piangere per davvero, di tirare fuori un coraggio che non sapevi di avere, di dedicare moltissimo tempo a tutto questo, di stare attenta, e soprattutto, capirai che dalle parole da te scritte deve sempre esserci solo una cosa fondamentale: la verità.

Ma queste sono tutte sfaccettature che vi racconterò nei prossimi giorni.

A presto

Valentina

Valory App: un social a sostegno del benessere psicologico dei giovani

Valory App: un social a sostegno del benessere psicologico dei giovani

Il disagio giovanile e in particolare forme di malessere psicologico come depressioni, schizofrenie, disturbi d’ansia, patologie severe, sono un fenomeno in triste aumento tanto da aver suscitato l’attenzione di personaggi internazionali di spicco come la popstar e attrice Lady Gaga, che nei giorni scorsi ha lanciato un programma pilota destinato agli studenti di 28 scuole superiori americane per sensibilizzare gli adolescenti verso questi fenomeni e imparare a riconoscerli. Anche il principe Harry, accanto alle numerose iniziative a sostegno della salute mentale che già appoggia insieme al fratello e futuro re d’Inghilterra, il principe William, ha recentemente avviato una collaborazione con la celebre star della tv americana Oprah Winfrey per realizzare una nuova serie televisiva che tratterà il tema della salute mentale e verrà trasmessa nel 2020 sulla piattaforma streaming Apple TV.

 

Entrambi i progetti vogliono puntare a combattere lo stigma che di frequente è connesso alla tematica della salute mentale, aumentare la consapevolezza sul fenomeno e portare a una società più aperta e empatica nei confronti di chi soffre di queste patologie. Molto spesso, infatti, chi vive situazioni di disagio psicologico non le esterna per il clima di pregiudizio che circonda le “malattie mentali” e la tendenza a giudicare e isolare chi ne è affetto.

Anche in Italia il fenomeno della salute mentale e del malessere psicologico dei giovani sta suscitando attenzione. Nel corso del trentennale della professione degli Psicologi celebrata a Roma, l’Ordine degli psicologi ha sottolineato come l’invecchiamento della popolazione e la scarsa dotazione di risorse al settore della Scuola pubblica rischino di aggravare ulteriormente la situazione perché influiscono sulla distanza tra genitori e figli, già forte di per sé durante l’adolescenza, e sul tempo che gli insegnanti possono dedicare agli alunni per affrontare questioni che vanno al di là della mera didattica. E i problemi connessi alla salute mentale vissuti in età infantile o adolescenziale influenzano profondamente il benessere negli anni a venire e incidono sull’equilibrio dell’individuo. In Friuli Venezia Giulia sono ben 20mila le famiglie che ogni anno si rivolgono ai servizi pubblici di salute mentale per forme depressive, schizofrenie, disturbi d’ansia, patologie severe in diverse fasce d’età.  (attenzione sono dati che uniscono sia i prob di giovani che vecchi).

In questo contesto, alcuni mesi fa è nato ValorY App un progetto innovativo di supporto alla crescita dei giovani  attraverso una piattaforma digitale ideata ad hoc, supportata costantemente da un team di professionisti a disposizione dei ragazzi. La piattaforma digitale, la prima del suo genere in Italia, si configura come una app per smartphone, scaricabile gratuitamente per sistema operativo Android o iOS, che offre una guida a 360° per rispondere ai dubbi e ai bisogni di adolescenti e preadolescenti, ma anche di persone più adulte tra cui i NEET (target 18-29 anni).

Nel corso dei primi 6 mesi, Valory App ha già all’attivo circa 200 Live Chat  con ragazzi e ragazze che hanno utilizzato lo strumento VALORY HELP per cercare un supporto professionale; dall’altra parte infatti hanno risposto professionisti psicologi iscritti all’Ordine FVG, parte attiva del progetto a titolo gratuito, che hanno il compito di aiutarli a sviluppare  fiducia in se stessi e negli altri, attraverso l’ascolto gestito nel rispetto del loro anonimato. Anche il CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) ha dato il suo supporto al progetto allineandolo con le Linee Guida per le prestazioni psicologiche via internet e a distanza, pur trattandosi il medesimo di un servizio di primo ascolto e orientamento. 

Oltre al supporto psicologico, gli utenti della App, possono usufruire sempre gratuitamente anche percorsi di apprendimento e orientamento più adatti a sviluppare una maggiore consapevolezza delle loro abilità e della loro vocazione, con l’obiettivo di contribuire a migliorare il loro benessere anche attraverso la realizzazione professionale.

Perché una App? Perché le applicazioni digitali sono sempre più presenti nella vita di tutti e perché il web, utilizzato in maniera scorretta e approfittando di lunghi periodi in cui non aveva restrizione alcuna, ha contribuito a minare ulteriormente la salute mentale delle fasce più fragili, che, costantemente connesse, hanno incrementato il loro livello di disorientamento di fronte a situazioni che mescolano realtà e invenzione, che esaltano l’apparenza o che addirittura approfittano dell’anonimato per bullizzare chi non è “conforme”.

La Nascita del Progetto e il Team – Il progetto ValorY nasce da un’idea di Simona Dell’Utri – imprenditrice esperta di marketing e comunicazione, new business developer, coordinatrice di team tecnici ed esperta di sviluppo progetti innovativi – che, di fronte a un contesto in cui i giovani sono iperconnessi alla rete ma al contempo sempre più isolati, in cui hanno potenzialmente tantissime informazioni ma apparentemente non riescono a gestirle in maniera che siano per loro utili, ha deciso di partire dal mondo dei social network per creare uno strumento nuovo che potesse essere di reale supporto ai ragazzi. Per questo motivo insieme a Alessandra Luisa Averna, studentessa esperta in gamification e gestione di social network, Antonio Giuliani, agente di commercio con una lunga esperienza di sviluppo di reti di vendita in diversi settori ma anche con un curriculum di insegnante di musica e educatore sociale con giovani problematici, Carlo Partipilo Papalia, libero professionista, consulente in formazione, già responsabile delle risorse umane interne ed esterne, della gestione contabile-finanziaria nel settore bancario e di consulenza e coaching formativo e personale, ha fondato BeValory Srl, una start-up innovativa attiva nel settore della new technology a vocazione sociale, con cui dare concretezza all’idea e in generale fornire consulenza e strumenti digitali  per la formazione personale e la gestione di servizi integrati per le Imprese Private, Enti e Associazioni che operano nel comparto Istruzione, con l’obiettivo di incrementare il valore dell’apprendimento, dell’orientamento e del benessere a 360° dei giovani, dalla i-Gen ai Millennials. 

I Partner di Valory App – ValorY App è stata realizzata in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia per la parte di Live Chat con un team di professionisti selezionati; il Centro Studi Erickson ha messo a disposizione l’utilizzo del test Q-PAD di sua proprietà, per fornire agli psicologi un profilo degli utenti che accedono al servizio. ValorY App sta inoltre stringendo contatti con ulteriori realtà per fornire ai giovani opportunità e informazioni utili a 360°. Sono già in via di definizione accordi con alcune Università italiane per attivare dei percorsi di ricerca e analisi dei risultati apportati dall’utilizzo dell’APP, con l’Istituto Mindfulness e la sua fondatrice, Bianca Pescatori; PassodopoPasso Comunicazione di Umberto Labozzetta, Docente all’Università Cattolica di Milano nel Master in Comunicazione Musicale per la Discografia ed i Media nonchè già direttore di importanti società radiofoniche, Scuola Zoo, il portale di riferimento degli studenti e per gli studenti, nonchè Associazioni di rilevanza nazionale come U.N.I.T.A.L.S.I. che coinvolge migliai di giovani nel mondo del volontariato.

Il Talento ha bisogno di competenze multimediali: Corso Gratuito BeYOUd

Il Talento ha bisogno di competenze multimediali: Corso Gratuito BeYOUd

Hai un talento? Vuoi far crescere o sviluppare una tua passione? Vuoi diventare il protagonista della tua vita nel mondo del lavoro? Oggi tutto questo passa attraverso l’ utilizzo mirato e consapevole degli strumenti multimediali.

COME SCOPRIRE IL TUO TALENTO

Quando avevo dieci anni volevo fare l’astronauta. Crescendo, scopro di avere paura dell’altezza e allora decido che avrei studiato nella più prestigiosa delle Università italiane , ma poi, adolescente, scopro che studiare non è tutto nella vita e progetto che avrei girato il mondo alla scoperta di nuove avventure…  nessuno dei progetti che avevo scelto per la mia vita futura, in età diverse, si è mai concretizzato, ma oggi sono certamente una persona realizzata. Questo per mille motivi: si delineano con il tempo, le nostre caratteristiche, le nostre predisposizioni, le nostre passioni, i nostri talenti e noi cambiamo, ci evolviamo.

Nella scoperta di noi stessi è importante il cambiamento, la sperimentazione e la valorizzazione di quello che realmente siamo e non solo di quello che vorremmo essere. Questo ci consente di scoprire se abbiamo del talento in qualche attività e la passione ci guiderà nella sua realizzazione.

Ma come  posso scoprire se ho qualche talento? Il  talento è un dono che la natura ci offre e purtroppo non sempre lo riconosciamo o lo valorizziamo. Sembra banale riconoscere di avere un talento, ma questo non è così scontato… a volte abbiamo solo un’abilità o una passione. Il talento è una caratteristica del tutto personale, unica, che può trasformarsi o manifestarsi in un’abilità. Non sempre però si esprime in maniera chiara, perché magari non ti sei mai sperimentato in un determinato ambito: come farai ad esempio a scoprire di avere un talento nel suonare il pianoforte se non lo hai mai usato? Certo, non potrai sperimentare tutto nella speranza di individuare la tua dote nascosta, né aspettare che si manifesti per caso. Oggi , rispetto al passato, abbiamo la fortuna di vivere in un mondo dove le contaminazioni, le ispirazioni e le reti sociali sono acceleratori in questo processo, ma per ottenere qualche risultato concreto In questo percorso, sicuramente molto faticoso e articolato, la prima cosa da fare è  AGIRE.

IL TALENTO AI GIORNI NOSTRI

La multimedialità, oggi, rappresenta uno strumento per trasformare un talento in qualcosa di concreto e riconoscibile, perché ha il dono di renderlo CONDIVISIBILE molto più velocementee lo fa in maniera davvero efficace: le forme di comunicazione e di socializzazione oggi sono prettamente digitali. Rendere riconoscibile un talento significa condividerlo con gli altri e  deve essere riconosciuto socialmente. A volte tendiamo a sottovalutare le nostre capacità, quindi spesso non ci rendiamo nemmeno conto del nostro potenziale… abbiamo dunque bisogno di riconoscimenti esterni che ci aiutino o ci incoraggino. La condivisione è anche nella capacità di accogliere attraverso l’ascolto, la lettura e l’osservazione ciò che è condiviso da altri.


La scoperta o la valorizzazione di una dote necessita anche di grande CORAGGIO: coraggio nell’esprimere le proprie idee, di comunicarle per provare ad emergere da un’uniformità e da “tendenze” di massa, ascoltando anche la risposta sociale che osserva il nostro talento.


Per esprimerci  abbiamo dunque bisogno di un costante confronto per capire se la strada scelta è quella giusta e il confronto offre una grande occasione di ISPIRAZIONE . Questo può avvenire attraverso il contatto con persone che hanno già sviluppato un proprio talento o una propria passione e ci ispirano ascoltando le loro storie o trovando un confronto su un problema  già risolto.

Questo percorso non è affatto facile, richiede  sicuramente un duro lavoro, molto impegno e molta pratica, diversamente, il rischio è che il talento rimanga inespresso.

Il riconoscimento e la valorizzazione di un talento sono anche una responsabilità sociale e, con questo obiettivo, la Regione Friuli Venezia Giulia ha approvato un percorso formativo gratuito denominato BEYOUD  MULTIMEDIA TALENT.

IL CORSO

Il corso è statoapprovato dalla Regione nell’ambito del progetto AttivaGiovani (finanziato dal Fondo Sociale Europeo) ed è orientato ai giovani disoccupati, con lo scopo di offrire una formazione mirata ad acquisire nuove competenze tecnico-professionali e abilità personali per sviluppare o far emergere talenti.

Il programma di BeYOUd ha una durata di 200 ore e tra i moduli che verranno trattati ci saranno argomenti come: empowerment delle competenze personali, laboratori pratici e multimediali, percorso di sviluppo del proprio talento attraverso il confronto con tecnici, copywriter, videomaker, fotografi, artisti urbani, sviluppatori, imprenditori e professionisti.

PERCHE’ PARTECIPARE AL CORSO?

Il Corso è organizzato da IAL FVG, promosso dal Comune di Udine e realizzato con il Centro Gestalt Udine e BeValory srl.

BeValory srl ha voluto partecipare in maniera attiva a questo progetto condividendone i valori di promozione personale, di sviluppo delle proprie passioni e delle proprie competenze. Crediamo che la creatività di ognuno rappresenti una risorsa unica che, per essere performante, va indirizzata e sviluppata con il supporto di professionisti.

Con questo corso avrai l’opportunità di far emergere il tuo talento che, di fatto, è una dote naturale, ma forse non incontra la giusta consapevolezza personale. A volte , invece, manca solo la capacità o la forza di attivarsi per renderla concreta. Sarà un percorso di crescita individuale con l’obiettivo di valorizzare l’espressione migliore di te stesso, servendosi del moderno approccio comunicativo fatto di linguaggi multimediali (app e tecniche di auto-imprenditorialità social-oriented). E’ uno spazio di confronto, condivisione e contaminazione.

Se sei  interessato al Corso per  dettagli e procedere all’iscrizione puoi accedere al seguente link.

Ah,dimenticavo! in tutto quello che facciamo serve anche un briciolo di fortuna!… ma  la fortuna è anche nelle opportunità che sappiamo cogliere e questa è davvero un’opportunità imperdibile!

Per partecipare, CLICCA QUI.

 

Si ringrazia Linda Lato per l’articolo.