da ValorY | Lug 18, 2019 | ValorY J-Coach |
Studio, gavetta, guadagno, famiglia. Gavetta, studio, famiglia, guadagno. Guadagno, studio, famiglia, no gavetta. Famiglia, studio, gavetta, guadagno.
E via che si comincia da capo.
No, non sto dando i numeri, anzi, vi presento i miei pensieri! “Pensieri che mi frullano in testa? salutate i giovani lettori!”. Ebbene si, quando a tavola mia cugina ha formulato la frase “Ma quanto tempo serve per diventare giornalisti?!” nella mia mente è prevalso il terrore, il buio, il vuoto più totale.
Lei potrebbe essere tranquillamente una di voi, una Millennials, che giustamente si chiede, qual’ora dovesse intraprendere la carriera giornalistica, QUANTO tempo ci vuole per diventarlo.
E’ così che i pensieri hanno iniziato a viaggiare, e le parole sono sorte quasi spontanee.
La verità è che non c’è una tempistica uguale per tutti, come un po’ in tutte le scelte lavorative, uno arriva alla decisione semplicemente quando si sente pronto. Punto.
Quando il desiderio di dire qualcosa diventa passione vera e propria, quel fuoco che ti arde dentro e non riesci a fermare. Altro punto.
Io, per esempio, ho capito di voler fare la giornalista mentre frequentavo le scuole medie, quando in tv davano “Una mamma per amica” e Rory, la figlia adolescente di Lorelai, studentessa della Chilton Academy e successivamente dell’università di Yale, sogna di diventare una giornalista.
Mi trasmetteva una tale energia, una voglia di scrivere, di entrare in una redazione, di conoscere persone. Ed ero alle medie! Ecco, alle elementari però ero ossessionata dal cartone di “Mila e Shiro – due cuori nella pallavolo”… dico altro?! No, meglio di no vah! Questo, però, per dirvi che non è necessariamente la prima strada scelta, quella giusta!
Le superiori, cosa scegliere?! Il Liceo Classico sarebbe stato probabilmente perfetto, ma io, ferma sulle mie idee, decisi per il liceo delle Scienze Sociali perchè il coordinatore dell’epoca era un giornalista caporedattore di una testata locale.
Avevate dubbi?! Io non credo!
Si può quindi dire che la mia passione per questo mestiere viene da lontano, sin da quando ero molto giovane. Non sapevo di preciso dove volevo arrivare, di che cosa volevo parlare. Ricordo di aver sentito il forte desiderio di dire la mia, su pensieri di attualità, sul mondo, su come stava andando l’ambiente scolastico. In classe avevamo un momento, chiamato Circle Time in cui ci mettevamo letteralmente in cerchio e ogni volta affrontavamo un argomento diverso, in aggiunta ad un giornalino d’Istituto, diretto dal suddetto insegnante, all’interno del quale gli alunni potevano scrivere temi, articoli di giornale, raccontare di gite. Il mio primo vero scritto pubblicato a quattro mani fu: “L’amore degli adolescenti” (eh?! Ma che davvero?!)
La mia esperienza è però soggettiva. Non è detto comunque che sia così per tutti, anzi. Durante il mio percorso scolastico e lavorativo ho incontrato molte persone arrivate al giornalismo quasi per caso, molte di più rispetto a coloro che sognavano di scrivere fin da bambini. Come? Perchè interessate ad uno specifico argomento.
Ho visto donne con un background pazzesco sui vari tessuti scrivere dell’argomento per le più grandi testate, da sarte, quindi, a giornaliste di moda, fotografi scrivere delle varie sfaccettature del loro lavoro su giornali inerenti il tema, e potrei continuare: economisti, politici, ambientalisti, e ancora mamme, esperte di make-up. Le prime pagine dei quotidiani sono pieni di firme di questo calibro, persone che hanno iniziato un percorso lavorativo diverso da quello del giornalista, per poi approdare sulla carta stampata.
Sono giovani, adulti, uomini, donne, single, con figli, sposati, conviventi, studenti, laureati, dottorandi, diplomati che grazie alle loro competenze si sono ritrovati a scrivere su un giornale. Magari dopo anni di carriera, oppure subito dopo la laurea, a seguito di esperienze lavorative sbagliate o dopo aver trovato il lavoro dei loro sogni.
Non c’è una ricetta quindi, il bello del lavoro da giornalista è che si può iniziare in ogni momento della vita, se si ha qualcosa da raccontare. Quindi bussate alle redazioni, inviate curriculum, fate selezione in base a quello che secondo voi vi si addice di più e buttatevi!
Ecco… chi invece desidera diventare giornalista da sempre – e intendo vivere proprio di questo – la strada è un po’ più difficile. Ma questa è tutta un’altra storia.
Vi aspetto su Valory App per ricevere le vostre domande e condividere insieme la passione che ci accomuna
Alla prossima
Valentina Gobbi
da ValorY | Lug 11, 2019 | ValorY Coach |
Il mercato discografico mondiale è in continua crescita! Ce lo confermano i dati della IFPI (Federazione Internazionale dell’Industria Discografica) : una crescita del 9,7 %, con lo streaming che continua a guidare questo orientamento positivo. Dati in crescita anche per l’Italia con + 2,6 %. La musica, che ha visto una grande crisi all’inizio degli anni duemila, ha saputo rinnovarsi. E’ riuscita a trovare la giusta strada nella rivoluzione della digitalizzazione della musica, riuscendo a contrastare positivamente anche la pirateria.
La musica è cambiata, sono cambiati gli investimenti delle case discografiche, sono cambiate le regole degli strumenti di diffusione della musica. Un nuovo scenario che abbiamo voluto comprendere meglio intervistando UMBERTO LABOZZETTA. Esperto di comunicazione e promozione discografica che, partendo da Radio Deejay, è cresciuto nel mondo musicale lavorando con i più grandi artisti italiani investendo anche su artisti emergenti. Ha saputo evolversi perché, come lui stesso afferma, “lo stimolo e l’ adrenalina che continuo ad avere nonostante i tanti anni di attività sono dettati dalla curiosità nei confronti di tutto quello che di nuovo c’è o si può creare”.
COME HAI INIZIATO LA TUA ATTIVITA’ NEL MONDO DELLA MUSICA E QUALI SONO STATE LE TAPPE PIU’ IMPORTANTI DELLA TUA CARRIERA?
La mia carriera la riassumerei in tre tappe fondamentali. La prima tappa è il mio periodo ad Ibiza – inizi anni 80 – quando lavoravo come dj e animatore nei villaggi turistici. Lì ho conosciuto Claudio Cecchetto e Valerio Gallorini. Quel rapporto di amicizia si è trasformato, negli anni a seguire, in un rapporto di lavoro che mi ha portato a lavorare a Radio Deejay per 10 anni, sviluppando la mia passione per la radio. Grazie anche ai rapporti che si erano creati nel lavoro con la Radio, ho avuto la possibilità di conoscere molte persone tra cui Filippo Sugar, figlio di Caterina Caselli , che mi ha chiesto di lavorare per conto della loro azienda. La seconda tappa, estremamente importante, mi ha portato a fare un altro lavoro, in realtà a me più incline, ovvero quello della comunicazione e della promozione, ma dalla barricata opposta. La radio riceve e trasmette, la discografia propone e lavora per far crescere un progetto discografico. Ho dunque iniziato a lavorare con Caterina Caselli, collaborazione che dura tutt’ora a fasi alterne. Il primo progetto che mi è stato affidato è stato la promozione di Elisa. La mia terza tappa corrisponde con la nascita della mia prima società di consulenze, all’inizio degli anni 2000 che vede , da una parte, lo sviluppo di progetti discografici di artisti poco noti e, dall’altra, lo sviluppo e l’implementazione di artisti già conosciuti, che avevano bisogno di promozione in un determinato periodo, ad esempio per una tournèe o un disco. Annovero collaborazioni che vanno da Venditti a Renga, passando per Bocelli , Avion Travel, Mario Venuti, Grignani, Marina Rei, Patti Pravo, Paolo Conte, fino ad arrivare a alla mia ultima attività di sviluppo legata al giovane artista italo-inglese, Jack Savoretti.
Collaboro con l’Università Cattolica di Milano come docente del Master in Comunicazione musicale dedicato al mondo della comunicazione discografica trattando lo sviluppo attuale di un progetto discografico con tutte le caratteristiche del nuovo modo di utilizzo della musica.
QUANDO E COME TI SEI ACCORTO CHE LA TUA PASSIONE PER LA MUSICA POTEVA ESSERE ANCHE IL TUO LAVORO?
La musica è sempre stata una passione che poi è sfociata in un lavoro. Ho iniziato a 12/13 anni a lavorare come Dj e a 15 anni ho iniziato a lavorare d’estate in una discoteca. Contemporaneamente è nata la passione per il mezzo radiofonico, dove potevi avere, in un periodo completamente diverso da quello attuale, uno spazio dove proporre quello che piaceva a te ad altri. Questa è stata la più grande scoperta che potesse fare un giovane che faceva della sua passione il suo lavoro (si parla di fine degli anni 70).
COME E’ CAMBIATO IL MONDO DEL MERCATO MUSICALE OGGI?
L’utilizzo della musica è cresciuto rispetto all’epoca precedente, ed è cambiato notevolmente il modo ti utilizzarla. Inizialmente la musica era legata all’acquisto della cassetta,del vinile o del cd e quindi l’ascolto era piuttosto limitato all’acquisto di questi supporti. Successivamente sono esplose la rete e le altre piattaforme dove è possibile scaricare brani. L’arrivo di Spotify o i video You-Tube permettono oggi di utilizzare frequentemente la musica e di avere un‘ idea musicale legata allo sviluppo di progetti che solitamente non arrivano in radio ma che, in rete, sono consolidati e hanno parecchie visualizzazioni o “Like”
QUALI SONO,OGGI, GLI STRUMENTI DI DIFFUSIONE PIU’ POTENTI DELLA MUSICA?
Nella campagna promozionale che fai oggi, non si può prescindere da tutti i mezzi. Dipende tutto, prò, dal nome dell’artista e soprattutto dal progetto. Per i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, la rete è fortemente utilizzata e anche seguita perché loro la musica la scelgono. Chi fa musica oggi sa che alcune aree di competenza mediatica sono difficili da raggiungere. La radio consolida la notorietà, il problema è arrivare ad avere delle buone programmazioni musicali perché oggi le radio sono diventate meno propositive. Il business più grosso delle radio oggi è quello di implementare i fatturati indipendentemente dalla musica che trasmettono. Questo porta ad un appiattimento, in cui un po’ tutte le radio sono musicalmente uguali perdendo quella personalità che le distingueva in passato.
QUANTO SONO IMPORTANTI LA COMUNICAZIONE E IL LOOK PER UN ARTISTA EMERGENTE?
La comunicazione è fondamentale. In un progetto discografico consideri sia l’aspetto artistico sia l’aspetto legato all’immagine, al profilo che si crea di quell’artista, in virtù del tipo di musica che propone, del pubblico che vuole andare a colpire, dei contenuti che genera la sua musica. Quando lavoro con un’artista mi piace lavorare sull’aspetto musicale, non credo che si ascolti la musica di un artista solo perchè ben curato, ben vestito, o sia un bel ragazzo o ragazza, anche se questo non guasta. La differenza la fanno i contenuti, anche se questi variano in base ai gusti che ciascuno ha.
QUALI SONO LE STRADE CHE POSSONO SEGUIRE GLI ARTISTI EMERGENTI?
Esistono due categorie di artisti emergenti: quelli che per emergere accettano i talent e quelli che invece decidono di fare la “gavetta” perché vogliono essere considerati, per sé stessi e per gli altri , “puri”, senza contaminazioni. In realtà, entrambe le categorie potrebbero coesistere , se non ci fosse l’idea, tipicamente italiana, che chi sceglie i talent cerca una scorciatoia per poter riuscire ad emergere. Ovviamente la scelta dipende dal percorso dell’artista, c’è chi parte dalla sua nicchia di pubblico e poi implementa man mano che viene scoperto dalla gente e chi si gioca tutto subito con i talent, con il rischio, però, di “bruciarsi” prima di nascere.
COME RICONOSCI UN TALENTO?
Vorrei avere questo potere, senza sbagliarne nemmeno uno. Sono tantissime le componenti che spingono una persona a percepire che dall’altra parte c’è un elemento che ha delle caratteristiche, delle capacità che, se sapute cogliere, possono dare delle grandi soddisfazioni. Per ottenere questo è necessario che tutto avvenga , nella volontà dell’artista stesso di accettare consigli, senza condizionamento esterno. I talenti sono tanti, ma dall’ascolto deve arrivarti qualcosa che ti emoziona. Se trovo qualcosa che mi emoziona, come fu Elisa nel 1997, cerco di capire se questa emozione può arrivare a più persone. Nel mio lavoro vanno fatte scelte che sono condizionanti, perché devi raggiungere il più alto numero di persone che gratifichi non solo il tuo lavoro, ma anche quello dell’artista.
QUAL E’ L’ARTISTA CHE TI HA SORPRESO DI PIU’?
Ogni artista con il quale ho lavorato mi ha sorpreso: ancora oggi,un’artista che mi sorprende quando l’ascolto è Elisa. Artisticamente mi emoziona da sempre, così come Jack Savoretti che seguo in questo momento che ha un potenziale enorme. Elisa deve il suo grande successo non solo alle sue doti, ma anche alla sua capacità di rinnovarsi.
PROGETTI FUTURI E VALORYAPP
Umberto Labozzetta sarà coach per Valory. Il suo prezioso contributo avrà l’obiettivo di spiegare cosa c’è dietro un progetto discografico. Cosa fare una volta che il disco è pronto? Cosa fare affinché più persone ascoltino quel progetto? L’idea è veicolare la conoscenza di un progetto discografico da proporre al grande pubblico. La preoccupazione più grande è sempre quella di realizzare il disco, ma in realtà bisogna saperlo anche vendere. Il nostro coach vi accompagnerà in questo percorso, spiegando come si fa promozione , come si fa a cercare le persone giuste senza che vi prendano in giro.
E poi lavoreremo insieme a lui per organizzare la seconda Ed. di ELNOS LIVE CONTEST , alla ricerca di nuovi giovani emergenti come il primo vincitore Michelangelo Vood con la sua Van Gogh. Ascoltatela su Valory App.
Per tutti dettagli continuate a seguirci!!
Si ringrazia Linda Lato per l’articolo.
da ValorY | Lug 10, 2019 | VYoung Stories |
ValorY App è un progetto innovativo di supporto alla crescita personale e professionale dei giovani attraverso una piattaforma digitale ideata ad hoc, supportata costantemente da un team di professionisti a disposizione dei ragazzi, e mediante attività ed eventi “live”.
Il progetto, che non è solo una APP ma ha una forte componente di attività concrete per aiutare i giovani a trovare percorsi di apprendimento e orientamento più adatti a sviluppare una maggiore consapevolezza delle loro abilità e della loro vocazione, con l’obiettivo di contribuire a migliorare il loro benessere e ad avviarli con successo al mondo del lavoro, combina Virtuale e Reale. La protagonista di questa intervista è una ragazza con un grande talento artistico: Arianna D’Urso. Una delle nostre prime #ValorYoung, una ragazza fantastica, sensibile, dal vero e limpido gusto per la moda e l’arte. A pochi mesi dal nostro primo incontro, la nostra V-Junior @annarianescence ha partecipato a Miss Italia per la sezione Sicilia.
Una grande donna: Arianna!
Da anni appassionata di moda, arte e spettacolo: la abbiamo intervistata in esclusiva qui su ValorY App!
ValorY: Come hai conosciuto ValorY App?
Arianna: L’anno scorso durante la Milano Fashion Week ho partecipato insieme a mia madre ad una sfilata con i nostri prodotti artigianali, in quell’occasione, che non andò come prospettato e sperato, ho avuto la meravigliosa opportunità di conoscere Simona, una delle brillanti menti che ha ideato ValorY; che mi ha esposto il progetto con entusiasmo e cuore.
ValorY: Come ti ha aiutato ValorY a far emergere la tua passione ed il tuo talento?
Arianna: Sono sempre stata una persona molto insicura su vari aspetti della mia persona e per tutto ciò che riguarda le mie potenzialità. Adoro recitare, cantare, danzare, dipingere ma ho sempre il timore di non essere brava abbastanza, nonostante l’amore che nutro per ogni attività artistica che “pratico”. ValorY mi ha insegnato che la fragilità non è un limite, quanto piuttosto la forza più grande per raggiungere i propri obiettivi, perché da essa scaturisce la vera essenza dell’umanità. Insomma un artista fragile e sensibile riesce a veicolare forse meglio un certo tipo di messaggio, perché entra in contatto con aspetti di se stesso che vanno oltre la superficie e riesce ad entrare in forte empatia con gli altri. ValorY mi ha insegnato che la mia timidezza non è motivo di vergogna; che ogni persona che incontriamo nel nostro percorso ci arricchisce nei più vari modi; che al mondo esiste ancora chi riesce a vedere oltre le apparenze e valorizza ciò che è il potenziale di ciascuno.
ValorY: Cosa pensi di ValorY?
Arianna: Penso che dietro la parola ValorY ci siano i più svariati significati: condivisione, supporto, sensibilità, unione. Non è solo il valore di una persona ciò che questo progetto valuta, ma anche il modo in cui trovare degli sbocchi concreti per farlo emergere.
ValorY: Perché consiglieresti ai tuoi coetanei di unirti al ValorY World?
Arianna: Consiglierei ai miei coetanei il mondo Valory perché finalmente potrete avere l’opportunità di sentirvi a casa, in un contesto che vi stimola e vi abbraccia così calorosamente da non farvi più sentire soli. Grazie ValorY, sempre.
Cos’è ValorY App?
ValorY App è una piattaforma digitale, la prima del suo genere in Italia, che si configura come una app per smartphone, scaricabile gratuitamente per sistema operativo Android o iOS, che offre una guida a 360° per rispondere ai dubbi e ai bisogni di adolescenti e preadolescenti, ma anche di persone più adulte. Lo scopo della app è diventare dunque il luogo di interscambio di riferimento per le nuove generazioni, in cui trovare idee, suggerimenti e consigli personalizzati per valorizzare le proprie passioni e interessi; confrontare le proprie storie con quelle dei coetanei; partecipare a contest collegati allo sviluppo di percorsi professionali e professionalizzanti, ma anche trovare un supporto di professionisti psicologi iscritti all’Ordine, che hanno aderito alla fase test del progetto a titolo gratuito e che saranno disponibili per supportarli e motivarli, aiutandoli a incrementare la fiducia in se stessi e negli altri, attraverso consulenze erogate nel rispetto del loro anonimato. Target principale della App ValorY sono i ragazzi di età compresa tra i 16 e i 26 anni.
L’altro target sono Aziende, Enti, Associazioni e Istituzioni che hanno a che fare con i giovani e che sono alla ricerca di nuove modalità di interazione con loro per: capire meglio le abitudini e le esigenze dei giovani consumatori; testare nuove idee di prodotti o servizi pensati per loro; cercare nuove idee per sviluppare nuovo business; trovare nuove risorse umane.
da ValorY | Lug 10, 2019 | ValorY Partner |
Ti piace seguire la moda o diventarne protagonista? Una scelta difficile per un appassionato del mondo fashion. Oggi, grazie anche alla diffusione dei social, seguire stili e tendenze è alla portata di tutti. Fare moda , invece , è un’altra cosa: serve talento, impegno e studio. Creare uno stile che tutti possano seguire, rendendolo credibile. Creatività e competenza sono alla base per chi vuole lavorare nel mondo della moda, l’una completa l’altra.
Abbiamo incontrato e intervistato Iamara MARIANI, Direttrice dell’Istituto di moda Sgrigna di Roma, per capire come orientarsi nel mondo della formazione nel settore della moda. Un’occasione di approfondimento anche sulle offerte formative dell’Istituto e la sua organizzazione.
L’Istituto è nato per trasformare i suoi studenti in veri e propri Artisti, partendo dalle basi del disegno per sviluppare al meglio uno stile personale, fino alla realizzazione dei capi.
COME E’ NATA L’IDEA DI CREARE UNA SCUOLA DI MODA?
Questo istituto ha una lunga storia perché nasce dal sapere di mia madre che l’ha fondata 40 anni fa. Lavorava da quando aveva 13 anni e per tanti anni ha fatto formazione presso importanti e rinomate case di Alta Moda. Poi ha deciso di aprire scuole di modello e confezione che miravano alla formazione della parte pratica. Successivamente ho deciso di dare continuità al progetto di mia mamma, ampliando l’offerta formativa e abbracciando le altre materie (design accessori, design gioielli, corso di grafica di moda…). La scuola ha mantenuto comunque negli anni, le stesse idee , cioè formare i ragazzi da zero, senza l’utilizzo di voti e considerando ogni singolo studente in maniera individuale.
CHI E’ IAMARA MARIANI
Provengo da un percorso artistico e, una volta conclusa l’ Accademia delle Belle Arti, ho messo a disposizione le mie competenze creative all’interno della Scuola, introducendo e insegnando la parte grafica e design di moda. Ho voluto pensare ad un percorso completo, che parte dal disegno e arriva alla sua creazione. Abbiamo introdotto, ad esempio, il Corso di designer di gioielli, che vede la realizzazione di un vero e proprio gioiello dalla sua ideazione.
QUALI SONO GLI SBOCCHI PROFESSIONALI
I nostri studenti vengono preparati al mondo del lavoro, perché imparano lavorando realmente. Gli sbocchi professionali sono moltissimi: dalla figura del sarto ai ricercatissimi ricamatori negli ateliers. Negli ultimi anni c’è anche una richiesta di orafi e di professionisti nelle confezioni di costumi da ballo professionali. Queste figure sono complete e trasversali, perché devono avere non solo competenze di disegno, ma anche abilità nell’utilizzo e nel ricamo di tessuti elasticizzati.
La caratteristica principale dei nostri diplomati è che hanno competenze complete (dal taglio, al cucito, al design). Se da un lato, nel mondo del lavoro, è richiesta una forte specializzazione pratica, dall’altra vengono richieste figure professionali flessibili capaci di adattarsi alla domanda che cambia. Chi vuole fare lo stilista deve saper fare il modellista, sapere di moda, saper fare un corsetto o saper lavorare con gli accessori.
CHIUNQUE PUO’ PARTECIPARE A QUESTI CORSI?
Ai nostri corsi può partecipare chiunque: chi parte da zero o chi vuole perfezionarsi. C’è la possibilità di studiare su 4 livelli: il primo è BASE , il secondo è PERFEZIONAMENTO, il terzo e il quarto sono QUALIFICHE PROFESSIONALI. In base alle proprie necessità, è possibile raggiungere lo stesso traguardo nel rispetto delle proprie capacità e disponibilità di tempo. E’ infatti possibile la frequenza anche una volta a settimana.
QUAL E’ L’ETA’ MINIMA DEI CORSISTI CHE ACCOGLIETE?
L’età minima è di 13 anni e non c’è un’età massima. Da noi arrivano molti studenti universitari che possono, con una frequenza di una volta a settimana, formarsi sulla parte pratica che, generalmente, è assente in altri percorsi di studi.
NELL’AMBITO DELLA MODA ESISTONO MOLTISSIME FIGURE PROFESSIONALI E ANCHE VOI PROPONETE PIU’ PERCORSI FORMATIVI: COME PUO’ UN GIOVANE APPASSIONATO (ED INESPERTO) DI MODA TROVARE IL PERCORSO PIU’ GIUSTO?
Il giovane viene accolto attraverso un percorso di orientamento personalizzato. Prima dell’inizio dei corsi, viene fatto un colloquio conoscitivo e orientativo per capire aspettative, competenze e passioni. Nelle due settimane successive il candidato ha la possibilità di FREQUENTARE GRATUITAMENTE diverse discipline per poter definire insieme un piano formativo fatto su misura. Questo metodo didattico favorisce l’apprendimento aprendo nuovi orizzonti professionali e di conoscenza.
COME SONO SELEZIONATI I DOCENTI?
I docenti hanno esperienza nell’alta moda sartoriale e tutti hanno competenze trasversali. Ogni insegnante è a capo di un corso in base alla sua specializzazione e tutti hanno un bagaglio d’ insegnamento forte da trasmettere a coloro che ci scelgono.
COME SI DIFFERENZA QUESTO ISTITUTO DI MODA DAGLI ALTRI?
Ci sono moltissime scuole di moda in Italia, ma spesso sono orientate ad approfondire tematiche più teoriche e hanno un numero di studenti molto elevato.
La nostra Scuola, invece, accoglie l’esigenza del mercato del lavoro, che richiede figure formate e preparate a livello pratico. Questo può essere garantito con un numero limitato di studenti: i nostri corsi infatti sono a numero chiuso. Le nostre classi sono in media di 8 persone, per il design invece dove il confronto e la contaminazione sono importanti arriviamo a 10.
Un’altra differenza sostanziale è nella totale personalizzazione del percorso didattico, lasciando ampia flessibilità al corsista sulla frequenza e sugli orari, con la possibilità di recuperare le ore di lezione perse o di cambiare i giorni di lezione.
QUAL E’ LA PROPORZIONE TRA TEORIA E PRATICA NEI VOSTRI CORSI?
La caratteristica principale di questa Scuola è essenzialmente l’orientamento alla formazione pratica. Accanto alle lezioni teoriche, gli studenti possono approfondire e CONOSCERE l’Arte di fare moda attraverso laboratori ed esercitazioni pratiche per garantire una formazione completa e allineata con le richieste del mercato del lavoro.
QUANTO E’ IMPORTANTE LA FORMAZIONE PROFESSIONALE PER LAVORARE NEL MONDO DELLA MODA?
La formazione è importante e indispensabile se si vuole vivere di moda. Alcuni giovani che incontro sono molto creativi, ma questo non basta perché mancano di basi pratiche che vanno apprese con l’impegno e il duro lavoro. La scuola di moda rappresenta anche un terreno di confronto con sé stessi con la propria motivazione e l’impegno che si decide di investire. La Scuola di Moda insegna a FARE moda, non a seguirla. E’ un’opportunità per l’allievo di conoscenza della moda, che crea basi solide per creare uno stile proprio.
COME E’ CAMBIATO IL MERCATO DELLA MODA NEGLI ULTIMI DIECI ANNI?
Quello che cambia oggi è la perdita del tradizionale approccio Made in Italy, con la scomparsa di figure come i designer o i di progettisti della moda. Solo negli Atelier da sposa si conserva la vecchia metodologia con le figure dei progettisti, dei designer che creano una propria collezione, che viene strutturata, pensata e realizzata . Si è tutto industrializzato, si lavora a distanza e prettamente con l’utilizzo di programmi digitali (Photoshop e Illustrator).
AVETE UN COLLEGAMENTO SCUOLA – LAVORO?
All’interno del nostro sito abbiamo una vetrina virtuale dove i nostri corsisti più talentuosi possono promuoversi e dove le aziende possono accedere gratuitamente per cercare profili da inserire all’interno del loro organico. Abbiamo, inoltre, una collaborazione con uno spazio a Roma dove i corsisti possono esporre e vendere le proprie creazioni pagando semplicemente un affitto. Possono occuparsi e concentrarsi sulla produzione e la vendita dei loro prodotti tralasciando tutti gli aspetti burocratici. Rappresenta, insomma, un laboratorio dove poter sperimentare una vera e propria attività. Ci rendiamo, inoltre, disponibili a supportare gruppi di lavoro che partecipano ad eventi nazionali.
UN CONSIGLIO UTILE PER CHI VUOLE SEGUIRE QUESTA STRADA
Il consiglio che sento maggiormente di darvi è quello di non precludersi strade.
Noi avevamo una studentessa messicana che si era iscritta per fare un corso di modello, taglio e confezione. Io, però, avendo visto in lei una predisposizione nella realizzazione dei cappelli, l’ho incentivata a seguire questo corso e oggi ha aperto una famosissima cappelleria in Messico, nota anche sul web. A volte, si scoprono passioni che neanche si sanno di avere e noi promuoviamo questa scoperta offrendo la possibilità di frequentare altri corsi.
La strada la puoi fare solo quando conosci e hai la possibilità di scegliere, ma se non conosci non puoi scegliere.
Si ringrazia Linda Lato per l’articolo.
da ValorY | Lug 10, 2019 | ValorY Partner |
Sei un appassionato del mondo Food e vuoi investire nella conoscenza di un mestiere antico e di valore come quello della pizza? Secondo i dati riportati dal Sole 24 Ore, la produzione giornaliera di pizze in tutto il Paese è di 8 milioni , le aziende che vendono pizza sono quasi 127 mila e i pizzaioli impiegati sono quasi 105 mila per raddoppiare nei fine settimana. I rapporti nazionali della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) parlano di una mancanza di 6.000 pizzaioli altamente preparati!
Numeri da capogiro che danno la misura di quanto questo piatto , unico nel suo genere, rappresenti una risorsa per il nostro Paese. L’arte del pizzaiolo è stata proclamata Patrimonio dell’Unesco e, in Italia e nel mondo, sono davvero numerosi gli eventi che vengono organizzati per promuovere e diffondere questo patrimonio culturale.
In Aprile 2019 si è svolto a Parma il 28° Campionato Mondiale della Pizza Italiana dove hanno gareggiato 800 pizzaioli provenienti da 42 Paesi differenti. Una competizione che ha visto diverse categorie partecipanti (pizza classica, stile libero, pizza senza glutine, in teglia, napoletana STG, in pala, pizza più larga, pizza a due – creata da uno chef insieme ad un pizzaiolo -, pizzaiolo più veloce) e che ha visto protagonista e vincitore per la Categoria Pizza Napoletana STG (Specialità Tradizionale Garantita) Lorenzo Collovigh, maestro pizzaiolo friulano e titolare della Scuola della Pizza Italiana a Udine. Lo abbiamo intervistato per approfondire quali sono le nuove opportunità per chi sceglie questa strada.
COME HAI INIZIATO LA TUA ATTIVITA’ DI PIAZZAIOLO E QUALI SONO STATE LE TAPPE PIU’ IMPORTANTI DELLA TUA CARRIERA?
La mia passione per questo mestiere risale a mio nonno che lavorava nel settore della panificazione. Mi è rimasta nella memoria l’odore dei panifici e del pane . La mia esperienza nel settore food è di 25 anni e , dopo un primo inizio nel settore commerciale, ho iniziato a seguire la mia passione per la ristorazione, in particolar modo per la lavorazione della pizza. Ho iniziato con pizzerie al taglio, puntando sempre sulla qualità dell’impasto. Nel 2009 ho aperto un’attività, in società con un amico, dove offrivamo formazione HCCP e sicurezza sul lavoro e, contestualmente, nel 2010 ho aperto e inaugurato la Scuola della Pizza Italiana in Friuli. Ad oggi collaboro anche a fiere nazionali e internazionali con Show Cooking. Ho avuto il privilegio di avere numerose esperienze all’estero: sono stato relatore in quattro Conferenze alla Fiera della ristorazione “Abastur 2018” a Città del Messico, dove ho parlato della vera pizza italiana e della sua evoluzione. Sempre a Città del Messico ho avviato quattro corsi di pizza italiana.
COME SI DIVENTA CAMPIONI DEL MONDO?
Partecipo al Campionato mondiale della Pizza Italiana da 7 anni. Nelle scorse edizioni ho partecipato per la categoria “pizza classica” portando la “Km 0 dal Friuli “, presentando sempre impasti alternativi (lunghissima lievitazione, con pochissimo lievito, farine integrali e cereali). Questo anno ho voluto tentare e sfidare me stesso su una nuova categoria scegliendo “pizza napoletana STG” . Ho dovuto studiare un disciplinare e applicarlo durante la gara dove ho deciso di presentare una pizza marinara. Nella categoria si sono presentati in 170 e la vittoria devo ammettere che è sta inaspettata, è stata il coronamento di anni di sacrifici e duro lavoro.
PERCHE’ CREARE UNA SCUOLA DELLA PIZZA?
La pizza si è evoluta e si evolve continuamente, un processo che in cucina è in atto già da tempo: una rivoluzione che necessita di maggiori competenze per essere al passo con i tempi. Oggi si richiedono ricerca e attenzione agli ingredienti. Non è più il tempo dei pizzaioli improvvisati, oggi il pizzaiolo è uno Chef che sa fare pizze di alta qualità.
QUAL E’ LA PROPORZIONE TRA TEORIA E PRATICA NELLA TUA SCUOLA?
Il corso è principalmente pratico. La parte teorica copre la formazione di 3 ore per il conseguimento dell’attestato HCCP (obbligatorio per operare a qualsiasi titolo nel settore alimentare) che ha validità di due anni ed è rilasciato dalla Confcommercio di cui siamo partner. La formazione teorica copre anche informazioni generali come la storia della pizza, la maturazione degli impasti, la realizzazione di ricette ad alta digeribilità, i vari tipi di farine e le loro caratteristiche.
COME SONO STRUTTURATI I VOSTRI CORSI?
Il corso base è intensivo ed è organizzato su 4 giorni per un totale di 32 ore attraverso il quale sarà possibile conseguire 3 attestati : HCCP, ATTESTATO DI PIAZZAIOLO PROFESSIONISTA BASE (riconosciuto in tutto il mondo) e Master Pizza in Teglia, Focacce, Pane. Al corso base si possono aggiungere 3 MASTER : MASTER PIZZA IN PALA, il MASTER PIZZA NAPOLETANA STG (entrambi di 8 ore e ciascuno) e il MASTER PIZZA senza glutine (durata del corso 7 ore). Con questo ultimo Master imparerai le tecnologie degli impasti, le farine Gluten Free e gli aspetti nutrizionali. Utilizzerai alimenti senza glutine e conoscerai i trucchi della cottura e della farcitura. Un corso di 6 ore aperto a tutti e svolto in collaborazione con istruttori dell’A.I.C. FVG, con la mia supervisione.
Le classi sono formate da 15/25 allievi e hanno a disposizione 4 forni elettrici e 1 forno a legna con attrezzature all’avanguardia. E’ un corso che ha come scopo il rapido inserimento nel mondo del lavoro.
CHI SONO I DOCENTI/ISTRUTTORI?
La squadra degli istruttori è costituita da me, un altro istruttore qualificato che ha più di 25 anni nel settore della ristorazione e un altro mio ex allievo di notevole esperienza. Mi avvalgo occasionalmente anche di altri professionisti del settore (come ad esempio gli istruttori per la pizza senza glutine). Tutti gli istruttori seguono ciascun corsista in ogni loro richiesta.
A CHI E’ RIVOLTO IL CORSO?
Il corso è rivolto sia a disoccupati che vogliono investire in una professione che non conosce crisi, sia a pizzaioli già formati che però vogliono qualificarsi e migliorarsi. Il corso è aperto anche ai più giovani, è rivolto proprio a tutti, qualsiasi sia la provenienza geografica: se risiedi oltre i 99 Km dalla nostra sede offriamo il soggiorno gratuito in hotel con prima colazione.
AVETE UN COLLEGAMENTO SCUOLA – LAVORO?
Abbiamo una collaborazione con una pizzeria gestita da un italiano in Polonia, nella città di Poznań, offrendo la possibilità di avere una esperienza di lavoro all’estero. Stiamo formulando accordi con varie Pizzerie per riuscire a far svolgere brevi periodi di tirocinio agli allievi frequentatori dei nostri corsi. Riceviamo , inoltre, richieste dai proprietari delle Pizzerie della Regione, che si rivolgono a noi perché siamo un punto di riferimento per la formazione di pizzaioli tecnicamente preparati. Abbiamo stretto anche una collaborazione con “Rustico Italiano” , un ristorante italiano tipico napoletano in Inghilterra, che vede la possibilità di inserimento al lavoro per tirocinanti o pizzaioli formati presso il nostro corso.
Recente è l’accordo con un ristoratore italiano, che opera Seychelles e che ha messo a disposizione uno stage di 6 mesi per i nostri corsisti.
UN CONSIGLIO UTILE PER CHI VUOLE SEGUIRE QUESTA STRADA?
Il consiglio più importante è che bisogna metterci PASSIONE, come del resto in tutti i lavori. Questo è un lavoro che non ha orari e che richiede davvero molta fatica, anche fisica. Solo la passione per questo mestiere e per la cucina in generale può permetterti di fare la differenza e di raggiungere grandi successi, che sia quello di aprire un locale o di lavorare come maestro pizzaiolo. Serve sicuramente studiare e investire tempo nell’apprendimento… Il miglior investimento sul futuro è quello su stessi!
Sito: https://www.scuoladellapizza.com/corso-pizzaiolo-base/
Si ringrazia Linda Lato per l’articolo.