Comunicare in modo costruttivo, come si fa?
Nell’ultimo anno il digitale ha raggiunto risultati incredibili, con molte più persone che trascorrono del tempo online.
Nello studio condotto da Data Reportal, in collaborazione con We are social e Hootsuite, emerge che il numero di persone in tutto il mondo che usa Internet è cresciuto fino a 4,54 miliardi, con un aumento del 7% (298 milioni di nuovi utenti) rispetto a gennaio 2019.
Le persone che hanno usato i social sono aumentate del 9% (321 milioni di nuovi utenti) rispetto al 2019.
Più di 5,19 miliardi di persone ora utilizza lo smartphone, con un numero di utenti aumentato di 124 milioni (2,4%) nell’ultimo anno.
Si capisce perché i siti di notizie facciano a gara per pubblicare breaking news – notizie dell’ultima ora – il più velocemente possibile, costringendo i giornalisti a concentrarsi su quello che sta accadendo in quel preciso momento, e non sul perché o sul come.
Comunicare in modo costruttivo
La comunicazione costruttiva, invece, focalizza l’attenzione proprio su questi punti:
– Perché è successo?
– Come è successo?
– C’è una soluzione a questo problema che abbia già funzionato altrove?
– Come hanno fatto a farla funzionare?
– Si potrebbe fare meglio? C’è qualcuno che l’ha fatta meglio?
Facciamo un esempio: quando un terremoto devasta un territorio e una comunità, sentiamo parlare subito dei danni, dei morti, delle colpe. Informazioni che ci sono utili per inserire l’accaduto nel contesto, certo, ma che non ci dicono se per esempio in quel determinato luogo si era già fatto qualcosa per prevenire i danni dei terremoti e, se sì, perché quel qualcosa non ha funzionato.
I tre pilastri della comunicazione costruttiva: Problema, soluzione, processo
La comunicazione costruttiva, oltre a esporre il problema e tutto quanto ruota intorno ad esso, include la segnalazione delle soluzioni a questo problema.
Soprattutto, la comunicazione costruttiva considera fondamentale il processo che ha portato la soluzione a un problema.
Inoltre, racconta i limiti della risposta al problema, i suoi punti deboli, senza “celebrare” l’organizzazione o il personaggio che ha trovato (e provato) per primo questa soluzione.
Julia Hotz, che fa parte del network del Solutions Journalism americano, ha detto:
“Non esiste mai una soluzione con la S maiuscola a un problema. Le storie di soluzioni migliori spesso non parlano solo di come un’organizzazione, una politica o una persona ha risposto a un problema. L’idea è di accostare i diversi approcci per risolvere un certo problema e vedere se c’è una linea comune”.
Anche il fallimento è una soluzione
Non tutte le idee per il cambiamento sociale funzionano. Ma ciò non significa che non sia utile parlarne. Al contrario, la comunicazione costruttiva trova nel fallimento una grande lezione di esempio per le persone.
La domanda da cui partire è:
– Gli altri possono imparare da questo fallimento?
Se altre persone possono imparare qualcosa da quello che raccontiamo, indipendentemente dal fatto che il tentativo abbia avuto successo o meno, ci sono gli elementi per scrivere una storia costruttiva.
Se hai domande sulla comunicazione costruttiva contattami sui canali social di Valory, sarò felice di risponderti e di avere uno scambio di opinioni.
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