La sostenibilità sociale è il nucleo per lo sviluppo sostenibile della società moderna. E’ un tema così importante che non può essere ignorato.
A tal proposito avete mai sentito parlare di G8, G20 o di associazioni come Young Women Network o Women20?
No? Okay, non vi preoccupate ci pense Martina Rogato, attivista per i diritti umani nonché specialista in Corporate social responsibility (CSR), a spiegarlo alla nostra community.
Io Vera, insieme a Jessica, l’abbiamo intervista durate il #digital innovation days e ci ha colpito la passione con cui affronta questo tema.
Lei è co-fondatrice dello Young Women Network. Com’è nata la cosa, e come riassumerebbe la situazione a un perfetto sconosciuto?
Young Women Network è l’unica associazione non profit, in Italia, ad occuparsi di empowerment delle giovani donne. Nasce dall’idea di due amiche, Teresa e Alessandra, che si sono accorte dell’assenza di reti dedicate alle donne alle prime esperienze professionali. Hanno coinvolto altre loro amiche e costituito l’Associazione non-profit, oggi presente a Roma e Milano con oltre 400 associate e 52 volontarie.
Il gruppo di lavoro di Women20 com’è organizzato e qual è l’obiettivo finale?
Women20 è l’engagement group ufficiale del G20 sulla parità di genere. Esiste una delegazione per ognuno dei 20 paesi del Vertice e la Delegazione italiana è costituita da 6 donne, rappresentanti della società civile ed esperte di questioni di genere. L’obiettivo di W20 è fornire raccomandazioni sulla gender equity e lo women empowerment ai Leader del G20 tramite un documento che si chiama “Communiqué” e che viene consegnato al Capo di Stato (colui che detiene la Presidenza del G20).
Dal punto di vista social, come si impegna Women20? Si tratta più di un comunicare obiettivi raggiunti, one-to-one, o si va anche alla ricerca di opinioni e diversi punti di vista?
Utilizziamo i social network come strumento di informazione, ma anche di advocacy, ovvero di pressione per far recepire le nostre richieste e supportare la diffusione concreta dell’empowerment femminile.
Come definirebbe la situazione delle giovani donne in Italia, oggi, rispetto alla visione globale generale?
In Italia a 40 anni si viene ancora definiti “giovani”, e nonostante la situazione drammatica della pandemia, con il suo notevole impatto su salute ed economia, mi sembra i giovani siano i grandi assenti delle misure di recovery post-COVID. Manca, in generale, una prospettiva generazionale. Se ieri, come trentenni, non potevamo neanche permetterci agilmente un mutuo, oggi la situazione sembra essersi ulteriormente aggravata. L’esperienza in YWN, però, mi ha insegnato che l’unica cosa che possiamo fare come giovani e donne è rimboccarci le mani, fare fronte comune e alzare assieme la voce per migliorare lo status quo. Lo scorso mese sono state numerose le associazioni giovani che hanno presentato delle proposte al governo in tal senso: sono troppe per essere elencate, ma si raccolgono sotto il nome comune di “Rete Giovani 2021”.
Ha avuto modo di insegnare in università, e di entrare a contatto con una vasta gamma di giovani. Ripeterebbe l’esperienza, o il lavoro di consulente è più nelle sue corde?
Affianco la mia attività di consulente alle docenze da circa 3 anni. Ho il piacere di insegnare sostenibilità in alcune business school e ho vinto un bando di concorso per insegnare in un’Università a Roma. Ritengo che sia fondamentale diffondere tra gli studenti una nuova forma mentis di approccio al management, che tenga in considerazione preoccupazioni ambientali e sociali. Per me divulgare questi temi è un dovere civico.
Come pensa che si potrebbe potenziare il sistema scolastico (secondario e universitario) italiano?
Sono molto felice sia stata re-introdotta l’educazione civica nelle scuole e che ci sia anche un focus sulla sostenibilità. Bisognerebbe implementare questi temi e aiutare i professori a tenersi aggiornati su queste tematiche. Già tra i giovanissimi, inoltre, introdurrei dei laboratori sulle soft skill, ad esempio assertività, negoziazione e public speaking. Prima si inizia meglio ci si troverà nel mercato del lavoro.
Pensa che utilizzare strumenti di comunicazione responsabile che stimolano comportamenti proattivi come ValorY – può fornire ai giovani una marcia in più? quanto può essere rilevante il confronto con esperti del lavoro e di psicologia per superare le difficoltà della pandemia e raggiungere obiettivi sostenibili?
Credo innanzitutto sia importante combattere le fake news e tornare ad una comunicazione autentica, basata su fonti certe e soprattutto non ideata per alimentare il sistema malato del “click bate”. Questo credo sia un elemento essenziale per la lotta alla pandemia. Per quanto concerne la sostenibilità, invece, c’è troppa confusione e disinformazione. Credo che in tal senso sia fondamentale il ruolo degli esperti del settore nel divulgare informazione.
Il nostro Futuro può rivelarsi meraviglioso se tutti collaboriamo per rendere lo sviluppo economico e sociale sostenibile.
Noi giovani dobbiamo avere il coraggio di agire per poter diventare parte attiva del cambiamento.
Su Valory App potrete ascoltare l’intervista completa, vi aspettiamo sulla nostra Community per confrontarci e condividere opinioni su cosa vuol dire per voi “sostenibilità”.
Jessica Stella e Vera Lazzaro